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Ivana Cenci: La reciprocità. Fedeltà a se stessi nell'incontro con l'altro.
 
Commenti presenti : 22 In questa pagina : da 11 a 20
   09-10-2007
Rilevo come novità di assoluto interesse, simil-cultural-giocosa, la proposta del Direttore Di Scalzo: un pungolo cui è difficile resistere. Non immagino, per mia ignoranza, quali possano essere le modalità per manifestare un concreto segno di adesione all'iniziativa....
Intanto, Cordiali saluti
Carlo   
 
   08-10-2007
Siamo dunque seri: fedeltà a se stessi e quanto ne consegiue..
Ammirata, da tanti direi, Signora Cenci, che imbarazzo per chi ti ha dato il "tu" con tanta leggerezza, mi piace iniziare il dialogo sull'argomento, confermandole la veridicità della sua analisi. Tecnicamente posso solo confermare le sue affermazioni, ma rivolgendo lo sguardo alla situazione dal punto di vista filosofico, ben altri affluenti convergono nell'alveo del nostro discorso.
Non solo per non dilungarmi ma anche per fare il punto nella mia mente, se avrà comunque piacere, se sarà pertinente a ciò di cui si parla, mi dirà lei, segmenterò in alcune parti quel che mi sembra di dire.
Mantenere la fedeltà a quel che si è, semplificando, mi perdonino i puristi, guardato psicanaliticamente, è un atto di volontà che libera se stessi dalla schiavitù del perbenismo e dai propri condizionamenti. Non si fà violenza solo a sè, in questo modo, ciò che chiede la psicanalisi, ma esiste un micromondo, intorno a noi, al quale bisogna rendere, con altrettanta onestà d'animo, quanto a noi stessi riserviamo rispetto alla verità.
Ho detto che devo riordinare la "capa", non sono un professionista, scrivo di getto... chiedo perdono.
Se lei, gentile signora, troverà in argomento quanto le ho scritto, mi pregierà di qualche riga, avrà la mia grazia e una risposta insieme a altri pensieri.
Con interessata stima ( interessata a che?), porgo intensi saluti, semplicemente gpt.


gpt   
 
   08-10-2007
Leggendo con vero piacere del testo (Barthes)il dipanarsi dei Commenti fra Ivana Cenci e Carlo e Shupy e GPT The Original, mi sono convinto che queste epistolari, e un po' romanzesche, "Relazioni non pericolose", starebbero molto bene nel nuovo TELLUS, il 29, al quale sto lavorando e che sarà in uscita nel settembre 2008. "Febbre d'amore con Cardiodramma. Da Novalis al web", infatti il volume, almeno per metà imperniato sulla sezione del "Discorso amoroso", sarebbe arricchito molto dalla presenza, ovviamente con nome e cognome, di questi nostri lettori-navigatori, che, di fatto, ampliano la cornice del testo,e la sua polifonia d'interpretazioni. Poi, fra l'altro, sarebbe la prima volta che quanto scritto sul web dai lettori arriva su carta, in un prestigioso annuario...ma alle imprese di democrazia e d'innovazione nella lettura e nella cultura TELLUS & TELLUSfolio dedicano la propria azione. Vedremo, vedremo anche se altri lettori, complice ovviamente la disponibilità e talento del primo autore o autrice, in questo caso Ivana Cenci, seguiranno il mio invito.
Claudio Di Scalzo direttore di TELLUSfolio-Critica della Cultura
Claudio Di Scalzo   
 
   08-10-2007

Lei è davvero molto simpatico, Signor Carlo
e serba nel Suo dire qualcosa che, nel porre delle questioni, mostra un attento e sensibile ascolto del mio, ivi incluso il suo limite, di modo che il Suo interloquire produce di fatto un'apertura di orizzonti.
Dal mio canto non posso che assolverLa, sarà Lei a indicarne le motivazioni al Suo amico, precisando che per questo Suo gesto e questa Sua attitudine mi felicito e La ringrazio.
Quanto ai Suoi timori, se la pone su questo tono, non posso che convenire con Lei: per l'amor del cielo, non mandiamo a gambe all'aria la regina!
Oltre che drammatico, sarebbe alquanto disdicevole, non trova?
Ma provi a riflettere un attimo: lo sappiamo tutti che i lunghi temporali producono qualche danno.... ma rendono anche fertile il terreno e favoriscono nuove messi.
Che sarà mai, di fronte all'equilibrio della vita, qualche ventata di ardente inconsapevolezza? Altro che ristagno, un controllo troppo serrato, porta rompere le catene!
E poi, a dircela fra noi, le pare davvero che la regina si disponga a gambe in su tanto facilmente, solo perché noi, una spinta di qua, un sobbalzo di là la provochiamo? Ma via, casomai lo farà quando a lei o al supremo amante suo, la cosa piacesse....
La mia amicizia è salda quanto la regina, al cui passo procedo. Spero ciò la rassereni....
Un caro saluto
Ivana Cenci   
 
   07-10-2007
Gent.ma Signora Cenci, il mio amico si è rifiutato, piuttosto indispettito, (con me, non certamente con Lei) di darmi lumi sui quesiti da Lei posti, ravvisando in me la tendenza ad aderire in maniera - parole sue - “colposamente compiacente” alle opinioni da Lei esposte; la qual cosa è, a suo dire, imperdonabile quando in gioco vi è la ricerca di una qualche verità. Nella speranza di salvare capre e cavoli (l’amicizia Sua e quella di Schupy) ricorro senza indugio a Freud: “La civiltà umana poggia su due pilastri, di cui uno è il controllo delle forze della natura, l'altro è la limitazione delle nostre pulsioni. Il trono della regina è retto da schiavi in catene....Le esigenze pulsionali insoddisfatte fanno sì che egli avverta con un senso di oppressione costante le pretese della civiltà.” Ora, io dico, catene troppo corte impedirebbero agli schiavi di muoversi e il trono della regina segnerebbe il passo; se troppo lunghe il cammino risulterebbe certamente più spedito, ma i sobbalzi rischierebbero di mandar la regina a gambe all’aria. Converrà, Signora Cenci, che sia il proporre che “l’addivenire a ragionevoli consigli” è cosa assai complicata, anche per chi come Lei investe tutte le sue forze e risorse per proseguire il cammino della civiltà. Ma infine condivido quanto da Lei scritto
(che l’amico abbia ragione)?: ben vengano dunque i lampi e i lunghi temporali di ardente inconsapevolezza, quando altro non sono che allungamenti di quelle catene, ma......occhio alla regina!!
Spero di non aver perso l’amicizia di Schupy e di conservare la Sua.
Cordiali saluti.

Carlo   
 
   06-10-2007
Appunto... caro e affezionato lettore
credo che una dose di inconsapevolezza sia assolutamente indispensabile per vivere. Mi spiego meglio: per accettare di vivere, sopportandone la fatica e le incongruenze.
Che poi per poterci destreggiare con le innumerevoli questioni insite nel nostro essere, o dovute alla contingenza della promiscuità con i nostri simili, ci sentiamo spinti o forzati ad addivenire a ragionevoli "consigli", ad approfondimenti e considerazioni sulla base dei quali individuare una per noi accettabile collocazione, è da augurarsi e da ritenersi pressoché inevitabile, secoli di storia ce lo mettono in encomiabile evidenza.
Ma dica un pò, in tutta franchezza.... oppure chieda a quel Suo amico, ammesso che trovi parole per risponderLe, senza un lampo, o qualche lungo temporale di ardente inconsapevolezza, crede davvero che l'essere umano accetterebbe ancora di investire tutte le sue forze e risorse per proseguire il cammino della civiltà?
Non pensa, non avverte che incapperemmo un pò tutti.... parlo per gli umani che sentono e patiscono il limite, s'intende (gli altri sono o si reputano oltre, e il loro limite lo fanno ricadere su coloro con i quali ritengono di non avere interessi da condividere) prima o poi in un apparentemente banale, ma difficilmente risolvibile blak-out?

Sarei curiosa... molto, conoscere la Sua opinione in proposito
E opinioni altre, se giungessero
Grazie

Ivana Cenci   
 
   05-10-2007
Mi scuso con coloro che hanno letto il mio commento trovandolo giustamente poco comprensibile, perchè mancante di un pezzo. Evidentemente manca un intero periodo: la domanda che avevo posto a quel mio amico. Forse ragioni di spazio hanno reso necessario un taglio. Forse. Ad ogni modo la domanda era più o meno di questo tenore: "perchè sostieni che l'autrice arde d'inconsapevolezza, se nel suo scritto mette proprio l'accento sul fatto che l'uomo tanto spesso compie azioni e scelte spinto da motivazioni di cui non sempre è consapevole?"
Ancora complimenti all'autrice, e in barba a quanto detto dal fantasmatico Schupy, aggiungo: se questi sono i frutti, che la mia amica possa ardere d'inconsapevolezza per mill'anni ancora!

Carlo   
 
   05-10-2007
Fra due Gpt, ciascuno, ovviamente, con convinzione di fervida autenticità e unicità, oltre ad esprimere un "grazie" per l'attenzione, apprezzo il tono di gioco, di scherzo e, per l'appunto, di stimolante provocazione, soprattutto in merito ad un testo non proprio semplice e, certamente, di impatto non immediatamente accattivante. Una provocazione che, se da un lato si esprime attraverso un'espressione di meraviglia, dall'altro, quella meraviglia la capovolge, rivoltandola un pò come si fa con la frittata: conservandone quindi, o addirittura accentuandone, l'aroma.
Ed essendo io un naso particolarmente sensibile ai profumi, siano essi di incenso o di germe di grano, ho trovato assai gradito riflettere.... e darmi l'opportunità di assaporare i contenuti dell'uno e dell'altro dire. Al punto da sentirmi invogliata ad avviare per me una traformazione dell'appellativo di trauma in quello di "umana vicenda", con tutto quello che un simile passaggio può permettere. E di provare a riconsiderare l'"amarezza" trapelata alla lettura di uno sguardo esterno per volgerla, magari, in direzione di un'apertura che favorisca un'evoluzione a quell'inconsapevole rannicchiamento.

Ragazzi... Signori Gpt
un grazie vivissimo per il Vostro contributo: per quello che siete riusciti a cogliere e per quanto siete riusciti a dare, soprattutto scherzando e, datosi che queste pagine non sono private, e c'è chi lavora intensamente affinché altri possano attingervi, che il Vostro apporto ritorni prezioso a quanti di esso e per esso vanno cercando.
Ivana Cenci   
 
   05-10-2007
Stimatissima Signora Cenci, ho letto con estremo interesse anche questo Suo articolo. Un amico che frequento da un pò di tempo (si fa chiamare simpaticamente Schupy), e a cui ho segnalato prontamente questo Suo scritto, dopo averlo letto e trovato estremamente interessante ha così commentato: non solo occorre molto coraggio, ma bisogna ardere d'inconsapevolezza per trattare simili argomenti con tale passione. Qualità, gli ho replicato, di cui certamente quest'autrice che ammiro tanto non difetta. - gli ho chiesto poi - E lui: < amico mio, tu hai un debole per quest'autrice: quante volte ancora devo ripeterti che il sentimento mal s'accompagna al giudizio? Dunque sgombra la mente e ascolta queste poche cose che ora ti dirò, perchè a tutto ciò che ne consegue dovrai arrivare senza il mio aiuto >. E cosi ha proseguito: < con esattezza e verità nello scritto vien detto che v'è dell'inconsapevole in ognuno; ma dal vero si allontana la tua amica, laddove crede che portando l'uomo a chiarezza e luce la parte sua più oscura, possa poi con essa più liberamente scegliere dove menare i passi. Invero, come ciascuna cosa nella natura ha le sue forze e qualità, che a un dato stimolo reagiscono in un dato modo, e costituiscono il suo carattere, così l'uomo ha pure il carattere suo, secondo il quale i motivi provocano le sue azioni con necessità. Da che ha preso ad esistere è entrato nella serie delle cause e degli effetti, vi è determinato con necessità, nè può quindi più diventare un altro, ovvero modificarsi, nè uscir dalla serie, ovvero sparire. E da qui in poi anche tu, amico mio, mena i tuoi passi...liberamente!!> A questo punto ha taciuto e non mi è riuscito di cavargli una parola di più. Ho deciso: non farò più leggere i Suoi scritti a Schupy, resterò sempre un suo fan, ultras della curva nord, anzi sud...macchè, di tutte le curve!!!
Salutandola cordialmente Le rinnovo tutta la mia stima e ammirazione.
Carlo
Carlo   
 
   01-10-2007
chi usurpa il mio pseudonimo? devo dire che lo fa bene... ricreando il mio slang... ma nn sono io, è un falso. L'articolo è davvero bello, mai mi chiederei quel se chiede "quello", ti domanderei perchè amarezza e perchè mi stimoli in questa maniera...inconsueta e affascinante? Sei molto brava!
gpt, the original   
 
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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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