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Anna Lanzetta: da La Môme a La vie en rose. Una lezione di cinema e di vita. | | Commenti presenti :
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In questa pagina : da 11 a 20 | 13-06-2007 | complimenti per l'ottima recensione Leo | 08-06-2007 | La recensione di questo film è molto "sentita" e appassionata. Rispecchia il personaggio che ha dovuto vivere una "vie en rose".
Mi sembra anche che, nella poesia, dia un messaggio di speranza: anche se "piccoli" e non beneficiati dalla natura si può "fiorire"!!!
M. Lucia Querques M. Lucia Querques | 07-06-2007 | Queste riflessioni sulla vita della grande Edith Piaf ci invitano sicuramente ad andare a vedere il film, ma, e forse è l'aspetto più importante, ci inducono a riflettere sul senso della vita. Importante è come il regista pur affrontando argomenti molto drammatici non cada mai nel patetico; questo è un atteggiamento esemplare per comunicare allo spettatore che nella vita, indipendentemente da chi sei, ci sono le gioie e i dolori, tutto ti può essere dato, come tutto ti può essere tolto in un solo istante.
Alessio Alessio | 06-06-2007 | L'intensità e la precisione con cui è stato scritto l'articolo fa sicuramente venire voglia di andare a vedere il film.
Concordo come il cinema nell'ambito dei linguaggi della comunicazione sia uno strumento immediato ed efficace per l'educazione e la formazione in particolare nelle scuole. Alfredo | 04-06-2007 | quando ho visto il film sentivo fotogramma dopo fotogramma una forza struggente che mi riportava ad un passato lontano, fatto di grandi suggestioni evocative. non riuscivo a dargli forma fino a quando a casa ho incrociato lo sguardo della piaf che dalla copertina di un vecchio vinile mi scrutava restituendomi mille vibrazioni in antiche canzoni che ascoltavo da bambino senza sapere da dove arrivasse quella voce! ecco per me è stata questa la straordinaria potenza evocativa del film dare a ciascuno delle emozioni e dei fremiti da poter collocare nella propria vita dando a tutti la possibilità, se lo si desidera, di poter cogliere e sentire il proprio spleen...
sologio75
sologio75 | 02-06-2007 | Ho visto il film il giorno 06 maggio 2007, al cinema Portico, di Via Capodimonte Firenze; alla proiezione era presente, il dott. Eugenio Scalfari, fondatore del giornale La Repubblica. Il regista è stato bravissimo a centrare il suo lavoro sul personaggio umano della Piaf e della sua fragilità, in paticolar modo nel periodo dell'infanzia "Violatà" tema attuale e drammatico nella nostra società. L'interprede di Edith è stata bravissima.
Mi complimento per l'ottimo lavoro di Anna.
Pompeo Pompeo | 01-06-2007 |
Il film è veramente struggentee e poetico, un omaggio a questa cantante,oggi sconosciuta e dimenticata, che ha vissuto senza risparmiarsi. Volendo avrebbe potuto lasciarsi dietro tutte le brutture della sua infanzia e adolescenza, ma ha preferito mostrarsi così com'era. La sua vita non è stata semplice, non è stata una "vie en rose." Con quella voce, utilizzata per caso un giorno per chiedere l'elemosina, così possente e particolare si faceva perdonare qualunque capriccio.
Complimenti all'attrice che ha interpretato così magnificamente la Piaf, mi sono ricordata della trasformazione subita, per modo di dire, dalla bellissima Nicole Kidman quando interpretò Virginia Wolf.
Il cinema per questo è bello, ti fa sognare e volendo ti può far ragionare, riflettere su avvenimenti che non si conoscono a fondo, ecco perchè è la "settima arte".
Carmen.
Carmen Manzo | 01-06-2007 | Non ho visto il film,la recensione della Lanzetta,invita a vedere il film,deve essere qualcosa di molto bello.
andry Andreoni | 01-06-2007 | Ho assistito incuriosita alla proiezione di questo film, che mi ha sorpreso ed appassionato.
Ne ho ammirato la perfezione scenografica, con ricostruzioni d'epoca, a dir poco, incantevoli.
Ho apprezzato la scelta del regista di non giocare troppo sulla componente musicale, mostrando così i lati più intimi della vita della Piaf, trasmettendone un’immagine forte e potente, che fino alla fine tiene incollati allo schermo.
Sì, La Vie en Rose, è un buon film, non un capolavoro, ma un omaggio sentito, non ipocrita e celebrativo, ad una donna che per anni ha esportato nel mondo la classe e lo stile francese. Silvia Biancalani | 29-05-2007 | Si, veramente intenso il personaggio di Edith Piaf, leggero eppure a tratti pesantissimo, come solo le grandi anime riescono ad essere. Mi sono imbattuto in un cd della Piaf nel sottopassaggio della stazione di Firenze, tra le tante compilation spazzatura messe a disposizione a pochi spiccioli, c'era lei, con la sua anima aperta al mondo e fedelmente presente in ogni piccola sfaccettatura della sua voce meravigliosa. Sono contento delle tante similitudini trovate dal critico in quelle poesie che più di altre hanno colto il male di vivere ancestrale che s'annida negli animi più sensibili e che si presenta all'improvviso, lasciandoci impotenti. Edith Piaf l'ha conosciuto rimanendone schiava fino alla morte. vispo79 | | 1 | 2 | 3 | |
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