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Vetrina/ Rosaria Chiariello. In un batter di ciglia la vita sfiorisce...
 
Commenti presenti : 10 In questa pagina : da 1 a 10
   11-06-2013
Ringrazio il professor Enrico Marco Cipollini della stima e dell'amicizia che mi ha dimostrato in questi mesi aiutandomi a crescere nel mio percorso poetico e nella mia vita personale. Il suo aiuto è stato per me prezioso e formativo senza il quale forse non sarei qui a presentare a voi la mia, la sua poesia. Ringrazio ancora tutti dell'affetto e dell'attenzione con i quali avete voluto partecipare al mio battesimo letterario. I vostri commenti sono e rimarrano custoditi nel mio cuore per sempre. Grazie a tutti di cuore.
Rosaria Chiariello
Rosaria Chiariello   
 
   11-06-2013
"Pallido andare di gambe incerte
di fili spezzati in anni persi...."
Il senso dell'io rivolto alla ricerca della descrizione del momento, dell'attimo di osservazione, che materializza la ricerca dei poeti nel tempo di una una vita, una lirica, una strofa. Lode a Rosaria per la sua bravura nel raccontare e raccontarsi, e non tutti sanno che farlo, implica dolore. Con grande stima.
Mario di Nicola
mario di nicola   
 
   10-06-2013
Un batter di ciglia lungo una vita.
Una vita pregna di ricordi, sentimenti, passioni, di dolori che lasciano tracce nascoste a occhi altrui, di profumi indelebili e suoni di strazianti silenzi. La vita è questa.
Complimenti all\'autrice per la particolare sensibilità.
Antonella Ronzulli   
 
   10-06-2013
L'esercizio dello scrivere è possibilità al dolore, là dove il potersi vedere diventa strumento di potere su se stessi e sulla condizione stessa che contrariamente non può che trascinarci senza visione alcuna. Poesia, dunque, diventano quegli stati che solo nel poterne farne lirica ci riscattano diventando facoltà dell'anima e non più solo dell'orgoglioso emozionarsi così ripetitivamente e banalmente personale.
Compito, direi, del poetare è poter entrare negli inferi del profondo sentire umano per poterne uscire trionfanti, regnanti
sullo stato del sé qualunque esso sia, dolore e felicità sono fratelli nella possibilità, attraverso tale e sempre più profonda conoscenza, di ricondurci a quel sé ricentrandolo
Grazie
Mirella Cassina
mirella cassina   
 
   10-06-2013
Il disagio interiore che comunque ognuno di noi si porta dentro esprimendo l'inadeguatezza di un vivere apparentemente vuoto sterile come lo è il cercare di riempire un barattolo in vetro di sole parole, porta il lettore all' impotenza dinnanzi al Dio del Tempo. Tutti esprimono laloroopinione in merito a questa riflessiva POESIA (lo scrivo a caratteri cubitali perché questa è davvero una poesia stupenda)ma non impedisce di rendrci consapevoli e unici detentori non solo dell'amore nei ricordi ma anche delle viscerali tristezze che mai apparterranno ad altri. Complimenti vivissimi per questa perla da incastonare nel cuore!
Matteo Crosera   
 
   10-06-2013


Dimensione musicale della parola che compone l’inafferrabile forma della vita, e dissemina la sua ombra sulle immagini evocate dai ricordi nei quali si ritraggono atti e colori d’impalpabili sfumature, che travestono e travolgono, con nobiltà di sentimento, le espressioni dell’anima- L’eleganza stilistica, crea, fra le righe, macchie sonore di liricità, atmosfere di tempi trascorsi fra sognante,tenue memoria, e veridica, sofferta realtà che a tratti si impone fortemente intessuta alla sensibilità dell’autrice-
francesca giustini   
 
   10-06-2013
Una poesia lacerante e colma di dolore anche se "raccontato" con malinconica delicatezza... La vita sfiorisce e ci lascia ben poco quando se ne vanno i petali più profumati, le persone che più amiamo. Nello scorrere di questo percorso si scontrano vita e morte, bene e male, amore e odio, guerra e pace... oltre ogni nostra speranza si vive l'attimo in attesa di qualcosa che poi ci segna... e si vive in attesa della morte, tutti quanti, spesso non considerando che "La morte si sconta vivendo..." come scrisse un grande poeta !
italo zingoni   
 
   09-06-2013
...molto intimista ma universale....:(Y)

lucrezia abbrescia   
 
   09-06-2013
Vivo, e mi capita spesso questo andare sull'altalena dei sentimenti e delle emozioni. Penso a quelle altalene che c'erano un tempo al mare, con i pali conficcati nell'acqua e qualcuno ti spingeva facendoti volare su, su per ridiscendere fatalmente senza soluzione di continuità. In questo preciso momento della vita, senza motivo apparente, quell'asse di legno che fa da seggiolino all'altalena, sta scendendo e nel vuoto che procura allo stomaco mi pongo le domande che lacerano l'animo umano da millenni. Cerco il senso della vita senza trovarlo, mi chiedo a che serva amare, lavorare, arrabbiarsi, piangere, indignarsi in nome di ideali comunque disattesi, prendere posizione, agire in qualunque forma lo si pensi. Lo facciamo forse per riempire di forme un'essenza che non c'è e un giorno, click, la luce si spegnerà e tutto sarà stato fatto in nome del nulla. Tutto mi appare sedimentato sotto un enorme e fastidioso bla bla bla, dunque sento particolarmente vicina questa ricerca del sé, questa incertezza esistenziale. A differenza di Rosaria Chiariello nuoto nel nihil e non sento hic et nunc, l'abbraccio con la madre che mi ha partorita né quello più universale, cosmico o con la natura. Sono altrove ma non so in quale.
Federica Bonzi   
 
   09-06-2013
"il vuoto amato" straordinaria espressione che dice come ci attacchiamo anche alla'assenza perchè in quell'assenza ritroviamo l'altro. Complimenti all'autrice!
Rossella D'Alba   
 
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