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Enrico Marco Cipollini. L'uomo contemporaneo e la crisi del valore
 
Commenti presenti : 16 In questa pagina : da 11 a 16
   27-08-2011
Ho avuto la fortuna di fare una scelta di appartenenza da giovane, spinto dal desiderio di cambiare il mondo e renderlo giusto,bello e vivibile per tutti. Scelta con forte motivazione ideale,convinto di essere dentro un processo che avrebbe dovuto cambiare le regole del governo delle società e quindi del ruolo pieno,compiuto,dell'individuo.Un fiume in crescendo che veniva da lontano per andare lontano... Sicché tutto è svanito e ti senti quasi smarrito da quando il fallimento dell'Unione Sovietica ha sancito il sopravvento del capitalismo con le sue leggi e le sue imposizioni, che sembra voler dire che tutto quello a cui abbiamo creduto e per il quale abbiamo lottato è stato sbagliato. Se era giusta la fine dell'URSS non credo sia stata utile la resa ai valori del cosiddetto libero mercato.Mi domando se quanti ci hanno creduto seriamente debbano continuare a sentirsi sconfitti perché era ineluttabile quella fine oppure se a quella caduta non dovesse seguire una seria riflessione per fare tesoro di quella sconfitta e rimettere in moto nella giusta direzione il cammino della Storia.Se il fallimento del capitalismo è anch'esso sancito con più evidenza,non fosse altro per le sofferenze che distribuisce a miliardi di persone,per gli squilibri ecologici e la distruzione di beni inalienabili come l'ambiente,non sembra sia stata una resa, anche culturale,quella di quanti si professavano artefici del nuovo? Se queste crisi hanno distrutto coscienze collettive come poteva reggere la coscienza individuale? Oggi il singolo da quale appartenenza dovrebbe sentirsi attratto? Se persino l'Unità del nostro Paese viene messa in discussione,quale può essere il percorso per la formazione di un giovane per divenire cittadino e membro di una società sana?
Mimmo Panetta   
 
   24-08-2011
mi sento in dovere di ringraziare coloro che hanno commentati a solo poche ore da edizione...significa che tanti vanno ancora contra mundum e quindi c'è da ben sperare...eppoi mi dico,tanti leggono e non lasciano commento,onde per cui....
e.m.cipollini   
 
   24-08-2011
Nutrire dubbi per non sfamare la conoscenza è un pasto alquanto inutile; in questa difficile traversata, attualizzata dalla crisi economica,dall'agonia dei valori, dall'aridità delle coscienze, continuare a contare i passi che ci porteranno alla salvezza non abbrevierà il percorso! La fase storica richiede "movimento", ma è ancora debole il segnale motivazionale che ci affranchi dalle trincee difensive!Articolo molto interessante, che non esonera la riflessione dalla lettura.
M9lli   
 
   23-08-2011
Inviterei molti alla lettura di Pasolini che aveva previsto questo declino. Convergo soprattutto quando scrivi sul problema della cultura: è vero, spesso è elitaria, quindi incomprensibile ai molti. Capita che sia inesistente e quella massificata sta distruggendo da decenni un'intera società, ha spersonalizzato l'individuo lo ha drasticamente omologato, di fatto lo ha reso un non individuo. L'ideologia marxista è andata in frantumi e il capitalismo ci ha frantumati, cercare di capirlo è assolutamente necessario. I giovani recepiscono in maniera passiva? Indubbiamente sì, anche se non tutti, purtroppo gli adulti non sono da meno, allora, modelli non rassicuranti. La mancanza di coscienza ci annienta, certe crisi non le vediamo o le consideriamo ineluttabili, ci siamo tragicamente assuefatti: ecco l'individuo che si auto-annienta con la sua mancanza di azione. Il dubbio dovrebbe soccorrerci, sicuramente non quello autoreferenziale, quindi inutile, ma quello che induce a riflettere. Cosa facciamo preghiamo? Non penso che la soluzione giunga dal cielo, la risposta è in sé stessi.
dany   
 
   23-08-2011
mi piace molto l'invito a dubitare riflettendo ...da equilibrio e aiuta a non cadere negli estremi l'uomo non è al centro delle attività sobo d'accordo resta schiacciato da un infinità di cose per questo dobbiamo stare attenti a "difendere" gli spazi dove riesce aq esprimersi a sentirsi libero e rispettato questo deve succedere ovunque nei rapporti nel lavoro nello stato e nell'economia lasciata allo sbando di pochi grazie comunque per questo articolo è davvero molto interessante lo faccio girare se non ti da fastidio ....rosanna
rosanna canestrale   
 
   23-08-2011
Ancora una volta Enrico Marco Cipollini elabora un'attenta analisi della società odierna con tutti i mali che coinvolgono il singolo individuo e ci invita a riflettere...tutti abbiamo il diritto-dovere di costruire solidi valori in cui possano rispecchiarsi le nuove generazioni!La nostra società sembra averli smarriti!
lella maccarrone   
 
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