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A Cuba cominciano i licenziamenti
Le riforme di Raúl Castro: Un neoliberismo senza libertà
 
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   06-01-2011
lupi, tu insisti nel raccontare parte dei fatti su quello che sta accadendo a cuba, dal punto di vista economico, io insisto, invece, nel dire che ciò che racconti è parziale.
Le riforme -dici- di raul castro sono un neoliberismo senza libertà.
In realtà a cuba, almeno fino a prova contraria, non ci sarà nessun neoliberismo, se per neoliberismo si intende il licenziamento di migliaia di persone per poter risparmiare sugli stipendi.
Non è questo l'obiettivo delle riforme del presidente cubano.
L'obiettivo è l'aumento della produzione di beni e salari e l'unico modo per riuscirci è spostare dalla burocrazia alle attività produttive almeno 1 milione di persone, non il 10% della forza lavoro, come affermi, ma il 20%.
Almeno metà di queste avranno le licenze per esercitare il cuentapropismo, l'altro mezzo milione sarà dislocato in attività statali che producono beni.
L'aumento della produzione di beni serve sia ad aumentare le esportazioni, e quindi la valuta estera, dollari-euro, sia a diminuire le importazioni (dall'estero) e i prezzi nel mercato interno.
Questo spostamento sarà ovviamente graduale e non in 6 mesi o in un anno.
Prova ne sia il fatto che, nonostante agli inizi di settembre 2010 si parlasse di spostare da ottobre mezzo milione di persone nell'arco di sei mesi, si è cominciato dal personale in esubero di soli 5 ministeri agli inizi di gennaio di quest'anno.
Stanno attuando le riforme allo stesso modo della eliminazione dei comedores obreros.
Si diceva che in pochi mesi, dal 1 ottobre 2009, sarebbero stati chiusi ed al loro posto i lavoratori avrebbero ricevuto 15 pesos al di.
Fino ad oggi,però, su un totale di 3 milioni e mezzo di lavoratori che affluivano ogni giorno in questi locali, soltanto 230 mila non mangiano piu'nelle mense aziendali.
Il governo cubano, infatti, sa, come sta dimostrando nei fatti, che la gradualità nelle riforme economiche è un requisito indispensabile per la loro riuscita, perchè il caos, che deriverebbe da una loro accelerazione improvvisa, lo destabilizerebbe.
nino   
 
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