|
Paolo Diodati. Gioco di fine estate: alla ricerca di sprazzi di luce | | Commenti presenti :
35 |
In questa pagina : da 31 a 35 | 04-09-2009 | Penso di aver capito, Paolo, ma se mi è sfuggito qualcosa , dimmelo.
Al signore che scrive, intanto buonasera ma se ho confuso qualcosa perchè non lo spiega lei?
Gli errori se ci sono si correggono non si sottolineano soltanto. patrizia garofalo | 04-09-2009 | Sbaglio, o la Garofalo non ha capito il suo umorismo sul collegamento Mogol- Heghél, e sull'interpretazione globale del progetto? Un giurista | 03-09-2009 | cerco di riprendere le fila del discorso e seguire il tuo
bello scritto.
Intanto ho dimenticato ieri " il cielo in una stanza" che è nello scaffale della scrivania da cui sto scrivendo insieme ad altri che amo da tanto tempo... ieri sera ho sfogliato alcune pagine di " giorni felici " di Beckett e ne sono rimasta commossa come quando ne vidi la rappresentazione a Roma.
Wladimiro ed Estragone non li leggo da molto ma li penso ogni volta che infilo le scarpe da tennis.
- che cerchi?
- non so , cerco
Sono d'accordo con il possibile accostamento MOGOL HEGEL del quale hai suggerito e che non avevo pensato.
nel testo a sinistra cosa esiste di Hegel ? Niente e tanto meno niente di quello splendido scritto del filosofo tedesco sul soggettivismo del reale nell'immaginario come scelta simultanea dell'intelletto e dell'anima.
E' invece chiaro un presupposto " quello che non si capisce , piace"
quindi poco rispetto per gli altri e per se stessi.
" i giovin signori " non ha ( a mio avviso ) una grande forza ma il merito di trasmettere che nessuno produce e crea per partenogenesi e che, quando si destruttura bisogna, forse meglio di altri, conoscere la struttura.
Ed in quel testo essa esiste anche in una apparente dimenticanza. patrizia garofalo | 03-09-2009 | Che articolo, Prof! Perfetto! Il titolo, poi, è un capolavoro. L'aggettvo alzheimeriano è così spiegato anche in modo poetico. Complimenti ancora. Un pretoriano non salariato | 02-09-2009 | A caldo posso dirti, Paolo che "la pioggia nel pineto" ancora la leggo e la assaporo, che Ionesco è intensamente spaesante e che " M'oscuro di incenso" e " M'illumino di senso " mi colpiscono molto per la contrapposizione che contiene vita e morte. Per il resto rimando ad una lettura più approfondita il tuo bello ma difficile ( per me ) scritto. L'ho però sentito. patrizia garofalo | | 1 | 2 | 3 | 4 | |
| Lascia un commento |
|
|