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Commento di PANDA aggiunto il 10.01.2006
LA SCUOLA CHE VORREI(IO) è una scuola dove non si "sbatte fuori" nessuno,una scuola che sia veramente per tutti e dove cristiani,persone appartenenti ad altre religioni e atei possano convivere imparando.
Il tanto "odiato" crocifisso,cara Antonella,non lo toglierei propio.Perchè il crocifisso rappresenta l'accettazione e il rispetto verso gli altri,qualunque sia il loro pensiero.Però,propio in nome di ciò che questo simbolo rappresenta,è giusto che in una scuola anche tutti gli altri Credo(e non) siano rappresentati.
Come vedi io non "sbatterei fuori"dalla scuola l'ideologia di nessuno,tantomeno l'ideologia laica.MA PERCHE' INVECE TU VUOI SBATTERE FUORI DALLA SCUOLA TUTTO CIO' CHE RAPPRESENTA L'IDEOLOGIA CRISTIANA? Tu vorresti toglierci il crocifisso,le benedizioni dei nostri preti,tutti i nostri simboli...vorresti persino togliere la messa agli alpini.Tra parentesi:ci tengo in modo particolare alla benedizione degli alberi perchè per me la Natura è sacra! E ho tutto il diritto di vedere sulla scheda che voto prende mio figlio in religione.Questa è violenza,cara Antonella.Anche se ben travestita.Perchè non c'è violenza piu' grande di quella che pretende di bandire e sopprimere le idee degli altri,anche(come in questo caso) attraverso la cancellazione o l'allontanamento dei loro simboli e delle manifestazioni della loro ideologia.Parli di democrazia...ma ti sembra democratico tentare di SOPPRIMERE un'ideologia o un credo in un ambiente pubblico come è la scuola??No,non è democratico.Vedo nel tuo articolo a questo proposito una contraddizione in termini.
Un mio carissimo amico è un ateo convinto,e io sono una credente convinta.Sai perchè la nostra amicizia è solida nonostante questa diversità? Perchè ci rispettiamo.Puro e semplice rispetto reciproco,dove nessuno vuole fare violenza all'altro TOGLIENDOGLI qualcosa!
La tua lotta in favore della laicità dovrebbe manifestarsi in modo COSTRUTTIVO(nell'affermazione delle tue idee),e non in modo DISTRUTTIVO(cercando di togliere dalla scuola l'ideologia degli altri).
Vorrei anche dirti che nella classe dei miei figli ci sono bambini che appartengono ad altre religioni e che non fanno le cose che fanno i loro compagni cristiani,ma non sono stati certo discriminati per questo.Io personalmente spiego ai miei figli che quei bambini hanno diritto a vivere le loro scelte e che la discriminazione sarebbe una cosa gravissima(come dovrebbero spiegare tutti i genitori intelligenti).
Non mi dire,a questo proposito,che TUTTI i bambini sono obbligati a fare il presepe,perchè non è vero per niente.Posso capire che vuoi protestare,ma fallo citando fatti veri.E poi penso che nessuno si senta "obbligato" a conformarsi ai bambini cattolici(come per la frequentazione dell'ora di religione) se non è convinto.Non credi di avere a questo proposito un'opinione forse non tanto lusinghiera sulla gente?I tempi dei "greggi di pecore" dovrebbero essere(almeno riguardo a quello di cui si discute)finiti,considerando il fatto che è piu' facile lasciare la religione cattolica piuttosto che affiliarsi...Dici che queste persone che "per forza" si conformano lo fanno per timore...ma per timore di chi? Anzi si',secondo me un timore ce l'hanno:il timore di lasciare un Credo che si basa sull'amore verso il prossimo,sull'onestà e sul rispetto reciproco.Perchè se lasciassero quest'isola fatta di valori assoluti(parole anche tue) forse,in questo oceano di Relatività dove non c'è un centro di gravità permanente,non saprebbero dove andare con la loro barca.E se ci si allontana troppo dall'isola scoprendo molte altre isole,se le isole nuove non piacciono,se si vuole tornare indietro...poi chi la trova piu' la strada di casa?

Commento di Penne all'arrabbiata aggiunto il 09.01.2006
Egregio Mazzoni,
io non conosco lei e lei non conosce me. Ma io conosco il buon Bitto selezionato dai Fratelli Ciapponi di Morbegno sin dal lontano 1979. E da quel dì me ne approvvigiono ogni volta che capito dalle vostre parti. Si figuri che una volta, partito da Roma per Milano e trovandomi una mezza giornata libera, presi il treno e mi regalai un Tronella e un Bomino - di tre e cinque anni - che ancora mi fanno sorridere di piacere per quanto erano buoni.
Ora deve sapere che, essendomi letteralmente innamorato di quel formaggio, mi capitò di trovare del Bitto al supermercato, nel 1998 o giù di lì. Rimasi sorpreso. Ingenuamente felice, di prim'acchito. Poi, al palato, rimasi incredulo per quanto anonimo e diverso fosse. E non aggiungo altro,ché di disastri caseari in Italia ne abbiamo avuti altri (si vada a “gustare” un po' di Asiago a buon mercato per capire il rischio che correte).
Questa l'altra mia premessa fondamentale, oltre a quelle del mio primo messaggio.
Ho letto quelle che per lei sono le quattro strade, ma secondo me una quinta andrebbe presa seriamente in considerazione: che il consorzio (se fossero furbi, ma sinora non lo sono stati davvero) capisse che anziché combatterli "quelli la" andrebbero tutelati, protetti (sì: come i Panda ormai, anche se di panda ce ne sono assai più di quei malghesi che, unici in tutta la provincia, possono davvero caseificare "a caldo" nei calecc), messi su un podio ad esempio, “punta di diamante” di cui fregiarsi e di cui vantarsi.
Prenda ad esempio una qualsiasi realtà enologica di buon livello. Ecco, prendiamo la Nino Negri. Rese ridotte in vigna (potature verdi), vini di vari livelli qualitativi, ma tutti dal buono all'ottimo, all'eccellente. E la “punta di diamante” (5 stelle Sfurzat, un campione!) che fa da traino a tutti gli altri. Ma che da certe teste escano fuori soluzioni ragionevoli sarà un po' difficile. Nel settore lattiero-caseario - unico nell'agro-alimentare - c'è chi (poveri inetti!) pensa ancora a produrre quantità.
Tornando alle soluzioni che lei paventa, credo che l'associazione non vada sciolta e che Ciapparelli - per quanto discutibile e scomodo possa essere il personaggio - meriti un po' più rispetto, e sa perché? Per la sua capacità di creare il gruppo, e di tenerlo assieme sin dai primi momenti e nelle successive e non poche difficoltà, ovvero quando la Dop nasceva e quando si sentiva parlare di estendere a tutta la provincia la produzione del Bitto e poi via via attraverso i fatti più recenti che lei conosce meglio di me. A mio avviso prima di arrivare alla soluzione "Bitu" sarebbe da tentare le due sottodenominazioni "Gerola" e "Albaredo" (in questo le apparentemente buone relazioni tra Slow Food e il ministero potrebbero risultare strategiche) dopo le quali potrebbero nascerne altre se e dove altri casari onesti e capaci, anche senza calecc ma lavorando davvero "a caldo" dovessero emergere.

Un caro saluto,
Roberto Vanni
Articolo di riferimento : La “Valli del Bitto” a un 'quadrobbio'...
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Commento di Alfredo Mazzoni aggiunto il 08.01.2006
Caro amico che ti firmi "Penne all'arrabbiata", non hai risposto alle mie proposte, concrete! Se vogliamo entrambi fare e scrivere sull'ultima puntata della Bittonovela, il tuo commento al mio articolo non dice nulla di nuovo se non un convincimento, legittimo, per carità, ma non utile a risolvere la questione. Io ho prospettato quattro soluzioni: se mi rileggi, analizzale una ad una e dimmi la tua opinione. Se ritieni che non ne valga la pena, amici come prima. Spero che qualche altro lettore possa entrare nel merito delle mie conclusioni. Cordialmente
'l casèer.
Articolo di riferimento : La “Valli del Bitto” a un 'quadrobbio'...
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Commento di PANDA aggiunto il 08.01.2006
Chi sei,misterioso scrittore che hai descritto nel tuo articolo questo bellissimo sogno?
E' strano perchè anch'io faccio questo sogno tutti i giorni,ma a occhi aperti...
e sai cosa penso? Penso che siamo in molti a fare questo sogno,solo non sappiamo gli uni degli altri.
Ma ciascuno di noi non deve tenere questo sogno per sè. Dobbiamo invece parlarne e diffondere questa bellissima immagine onirica nel pensiero collettivo.
Perchè il pensiero non è semplicemente qualcosa che affiora alla mente e poi se ne va cosi',senza lasciare tracce oggettive di sè...il pensiero è invece qualcosa che può avere un potere immenso sulla realtà esterna e sugli eventi.Il pensiero puo' trasformarsi in realtà oggettiva.
Cosi' è anche per i sogni.
A questo proposito vorrei segnalare ai lettori un libro meraviglioso(tu forse lo conosci già):"Il potere del tuo subconscio" del DR. Joseph Murphy.
E' importante che tutti coloro che hanno il nostro stesso sogno comincino veramente a crederci.


Articolo di riferimento : Sognando un’altra Valtellina
Commento di Claudio Di Scalzo aggiunto il 08.01.2006
Leggo i primi commenti a TELLUSfolio e oltre ai preziosi "in bocca al lupo" capisco che il portale-giornale viene percepito come spazio di libertà d'opinione e d'interpretazione e questo lo trovo molto positivo e mi permetto di aggiungere che sarà virtuoso e fortemente inedito quando queste energie che vengono dai lettori-navigatori (energie che potranno andare oltre il semplice commento per diventare produzione di scrittura,ipotizzo infatti per la prima volta sulla rete non un semplice e passivo rimarcare quanto letto, ma un'attiva inntegrazion in una delle rubriche del portale) si integreranno e sosterranno anche la linea culturale e giornalistica che ha nella casa editrice Labos e nel mensile 'L Gazetin il suo rimando nel mondo della carta stampata. Migliore 2006, da questi segnali, non si poteva auspicare.
Articolo di riferimento : TELLUSFOLIO. Nuovo anno, nuove funzionalità... Lascia un commento!
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Commento di Penne all'arrabbiata aggiunto il 07.01.2006
Ragioniamo anche su quel che sta prima dei fatti più recenti, per cortesia.
Perché nessuno s'è scomodato prima a pensare cosa stesse accadendo?
Che il consorzio abbia virato verso metodi d'allevamento spinto (obiettivo? fare più latte! bravi furbi!: mentre tutti i mercati di qualità abbassano le rese in quello caseario abbiamo ancora i geni incompresi che puntano alla quantità! complimenti!), portando gli integratori anche in alpeggio ("figli" dell'alimentazione degli altri nove mesi dell'anno, e talvolta portati con l'elicottero in alpeggi altrimenti irraggiungibili, si dice), e poi i fermenti lattici, per cortesia! Ma di quale tradizione vogliono parlare quelli? Con quale faccia? Il Bitto storico si fa con latte, caglio, sale e onestà. Nient'altro.
L'aver voluto estendere a tutta la provincia la Dop illudendosi che avrebbe portato benefici e cancellando invece di fatto altre meraviglie casearie con l'illusione di un guadagno maggiore è stata un'altra trovata demenziale di certi personaggi che dovrebbero vergognarsi di esistere.
E potrei qui continuare con cento altre nefandezze combinate dalla gestione esasperante di chi ha la "legge" dalla sua...
Articolo di riferimento : La “Valli del Bitto” a un 'quadrobbio'...
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Commento di panda aggiunto il 05.01.2006
Pur non essendo certo un'esperta nel settore,ho la netta sensazione che il signor Davis Fiore abbia ragione.
Conosco diversi bambini che a causa della loro grande vivacità hanno problemi a mantenere a scuola una concentrazione piu' o meno costante,ma non hanno certo problemi psichici.
Da quando la vivacità,anche estrema, è da considerarsi una malattia?
Viene davvero malignamente da pensare che c'è chi voglia medicalizzare a tutti i costi un qualcosa di assolutamente naturale,solo per incrementare un giro economico che servirebbe solo ad arricchire i produttori di farmaci(rovinando la salute a dei bambini "colpevoli" solo di essere troppo vivaci).
Se il problema c'è consiste piuttosto nel fatto che molti bambini sono sovrastimolati e stressati.
Vogliamo che i nostri figli siano piu' tranquilli e piu' dediti alla concentrazione?
Allora smettiamola di sovraccaricarli di impegni,lasciamo che si rilassino dopo la scuola, non priviamo il bambino di quei momenti di contatto con se' stesso e con la propria interiorità, momenti che apparentemente sembrano cosi' inutili e che sono invece cosi' costruttivi per lui.
La noia puo' anche avere una grande funzione psicologica,i nostri bambini devono anche avere il tempo di annoiarsi.
Ma dov'è finita la Noia nella nostra società moderna?Dov'è finito l'Ozio "funzionale"cosi' raccomandato da Socrate?
Noia e Ozio sono stati scacciati,banditi come "inutili" dalla stressante Frenesia della società contemporanea...e cosi' anche i bambini ne fanno le spese.
Ma non servono i farmaci!
Fermiamo piuttosto un momento questa frenetica giostra,pensiamo a quell'uomo indiano che se ne stava immobile da parecchie ore sulla riva di un fiume.
Un turista,spinto dalla curiosità nel vedere questa persona sempre cosi' immobile,a un certo punto non resistette piu' e gli chiese cosa stesse facendo.L'uomo indiano rispose:"Niente,semplicemente...vivo."
PANDA.
P.S.:Tanti auguri a tutti i collaboratori di Tellusfolio per il proseguimento della loro attività sul web e buon 2006!


Articolo di riferimento : ADHD, LA MALATTIA INVENTATA
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Commento di Giancarlo Sensalari aggiunto il 04.01.2006
Un tema non da poco, l'ADHD!
Psichiatria Democratica ed il Coordinamento Nazionale Genitori Democratici lo affrontano da tempo. Sebbene sia io medico, non ne so nulla e noon ho professionalmente voce in capitolo. Tuttavia ho raccolto un po' di informazioni dalle associazioni e presso la neuropsichiatria infantile della mia ASL e ne ho tratto un articolo per 'l Gazetin qualche mese fa, con toni non meno allarmati, ma meno perentori. Soprattutto ho problematizzato la questione, piuttosto che partire lancia in resta. Parliamone! Ti riporto qui sotto il testo:

PER I BAMBINI BUONI LA DOLCE EUCHESSINA. E PER QUELLI CATTIVI?
Il bambino disattento, impulsivo e iperattivo (ADHD)

Si alza e scorazza nella navata a metà del rosario, pasticcia con la cera fusa delle candele, gioca a campana saltellando sui disegni del pavimento della chiesa; lo sguardo severo del parroco non lo frena. Ci sarà una medicina magica per porre rimedio a questo guaio? Sì, c’è.
Ma la domanda vera è un’altra: a chi darla?
Non la daremo alla nonna, poverina, cui hanno rifilato il pargolo per l’intera giornata e almeno il rosario, quello non lo può perdere, e nemmeno al curato che fa il suo mestiere con devozione. Forse la daremo al piccolo. La domanda vera, in altre parole, può essere: nel bambino iperattivo e disattento il problema è del bambino o di un ambiente noioso, oppressivo, insignificante (per lui), al quale il bambino reagisce energicamente?
Diamo per scontato che a tutti i bambini dovrebbero essere risparmiate situazioni limite come quella presentata e diamo per scontato che il piccolo in questione dimostra una normalità di comportamento almeno pari a quella degli altri personaggi.
Ma il rapporto di causa-effetto fra comportamento ed ambiente nell’infanzia e nell’adolescenza è un tema scottante che vede impegnato il mondo delle scienze biomediche, della psicologia e della pedagogia con importanti ripercussioni sulla gestione delle situazioni di disagio di questo tipo.
L’insieme di disattenzione, impulsività e iperattività con ripercussioni negative importanti in situazioni diverse (scuola, famiglia, gioco, momenti di socializzazione, ecc), costituiscono, secondo le principali scuole di neuropsichiatria, la patologia ADHD (attention deficit hyperactivity disorder), per la quale si sarebbe evidenziata una base organica, consistente in un deficit di circuiti cerebrali di “autoregolazione”. La presenza di più casi di ADHD in certe famiglie e fra i gemelli identici rispetto a gemelli non identici, porrebbero in primo piano la componente genetica dell’ADHD. Se dunque il problema è in primo luogo di tipo “chimico”, la soluzione dovrebbe essere innanzitutto farmacologica. Il giusto farmaco ripristinerebbe il normale flusso di neurotrasmettitori fra le aree cerebrali coinvolte. Ed ecco la “pillola della tranquillità”, opportunamente prodotta e somministrata nel mondo (e tra poco anche in Italia) a milioni di bambini, con il nome commerciale di Ritalin. Esultano i neuropsichiatri: grazie al farmaco, è possibile riprendere col bambino il filo interrotto della comunicazione, dell’apprendimento, della socializzazione e ritessere con genitori, insegnanti ed educatori la preziosa rete di relazioni che fanno crescere l’individuo.
Tutto OK dunque? Ovviamente no. In Italia e nel mondo va affermandosi anche un’interpretazione dell’ADHD assai differente. Psichiatria Democratica ed il Coordinamento Genitori Democratici hanno lanciato un appello per il divieto di somministrazione del Ritalin e di altri farmaci ai minori “…Perché nella sanità, come nella scuola e nei servizi sociali la politica messa in atto dal governo è quella di abbattere i costi tagliando i servizi. E quando si parla di salute mentale il rischio gravissimo è quello di privilegiare scelte di tipo farmacologico a fronte di interventi complessivi che sappiano mettere al centro il bambino e le sue esigenze…”. Le due associazioni evidenziano anche che “…non esistono i bambini "cattivi" - la disattenzione non è una malattia - la soluzione non sarà mai una pillola per tranquillizzare - la scuola e la sanità pubbliche non sono strumento delle case farmaceutiche - occorre più sostegno scolastico e una pratica democratica nell'azione di psichiatria sociale verso scuole e famiglie…”.
Posizioni molto lontane fra loro, ma entrambe suggestive. La "pillola della tranquillità" è davvero la chiave per la maturazione neuronale e psicologica, o assume il sinistro significato di un mezzo di controllo sociale di massa? La questione non deve essere risolta con referendum, ma vissuta in modo apertamente problematico e responsabilizzante per tutte le parti coinvolte, ed ogni scelta deve essere soprattutto una scelta d’amore, sì, d’amore, per i nostri bambini.

Giancarlo Sensalari
Articolo di riferimento : ADHD, LA MALATTIA INVENTATA
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Commento di Lancelot aggiunto il 04.01.2006
Ottima iniziativa! Grazie a tutti voi della redazione e buon lavoro.
Articolo di riferimento : TELLUSFOLIO. Nuovo anno, nuove funzionalità... Lascia un commento!
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Commento di Lancelot aggiunto il 04.01.2006
E' bello leggere qualcosa di positivo ogni tanto. Una dimostrazione che si possono ancora perseguire obiettivi di civiltà anche nel nostro paese.
Grazie a chi si è impegnato per ottenere questo risultato e a voi che ci avete informato.


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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - ISSN 1124-1276 - R.O.C. N. 32755 LABOS Editrice
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