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Commenti da 31 a 40
Commento di Andra Teodora Mocanu aggiunto il 03.03.2024 Il convegno "Le Collezioni Pedagogiche" è stato un vero e proprio tesoro per chiunque lavori nel campo dell'educazione. È stata una preziosa opportunità per approfondire le conoscenze su queste risorse e per scoprire nuove modalità di utilizzo in ambito didattico. Un'esperienza formativa davvero interessante che ha arricchito il nostro bagaglio professionale e ci ha fornito strumenti utili per migliorare la qualità dell'insegnamento. Grazie a questo convegno possiamo offrire ai nostri studenti un percorso educativo più completo e stimolante. Articolo di riferimento :
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] Commento di carla consoli aggiunto il 03.03.2024 Preziosa opportunità, quella offerta al territorio valtellinese, anche per il cortese tramite di TELLUSFOLIO.IT, di poter inter reagire con soggetti istituzionali: Università europee, il Fondo Pizzigoni, associazioni locali e varie realtà pedagogiche.., operanti per la promozione (culturale, sociale e scientifica) della crescita sia del singolo: bambino, studente, membro adulto del territorio valtellinese, che della comunità tutta. Due soli riferimenti: quello relativo al Palazzo del Podestà di Caspano e quello delle cappellette votive della Costiera dei Cech. Un meritato bravissimi! Che possa essere d'ulteriore stimolo a tutti i promotori di queste belle iniziative affinché continuino nella lodevole azione intrapresa.
Carla Consoli Articolo di riferimento :
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] Commento di Patrizia Rovedatti aggiunto il 02.03.2024 IERI-OGGI -DOMANI.
Edicola vuol dire casetta ,una casetta
dove non ci si può abitare ,una casetta che cambia nome a seconda di ciò che custodisce.
Se custodisce ostie consacrare è un tabernacolo,se custodisce reliquie è un reliquiario ,se custodisce immagini venerate è un edicola votiva .Sarebbe molto interessante proporre un progetto nelle scuole che porti le scolaresche sul territorio a vedere ,toccare con mano ,osservare ,catalogare , raccogliere piu' informazioni possibili sulle cappellette,conoscere .
Perché ciò che è stato e parte di noi .E per non essere dimenticato va guardato con gli occhi di oggi per riportarci a sguardi lontani ...per non dimenticare quello sguardo ,per sentire ancora quel patos che ha tanto lasciato tracce del nostro passato . Articolo di riferimento :
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] Commento di Nifabom Andrea DAH aggiunto il 02.03.2024 Le Burkina Faso qui signifie patrie des hommes intègres est mon pays d'origine. En ce est de la vie chrétienne, notons le pays a 30% de sa population qui sont de cette confession religieuse qui sont vraiment fervents. Pour cela, il y a sur plusieurs paroisses, des chapelles d'adoration au très saint sacrement et surtout des dévotions à la Vierge Marie, saint Michel, saint Pio, saint Benoit et le saint pape Jean PaulII.
Pour ce qui est du deuxième point à savoir la culture du materiel, il a signaler que les réalités de notre monde contemporain nous dépeignent et nous laissent percevoir une course éffrenée voir meme exagérée du bien etre matériel, avoir sa maison, sa voiture, sa moto. Articolo di riferimento :
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] Commento di Sandra Carmela Colagiovanni aggiunto il 02.03.2024 Il Convegno “Le collezioni pedagogiche: cultura materiale e processi di apprendimento” è stata un’esperienza formativa utile e interessante. Attraverso la cultura materiale la collettività è protagonista e partecipe alla storia dell’oggetto, tangibile e concreto, che viene trasmesso da generazione a generazione. È sostanziale partire dalla cultura materiale per progettare il futuro affinché aumentano sia le possibilità di trasformazione degli spazi di un museo sia le modalità di comunicazione e interazione con i visitatori, sia grandi che piccoli, creando così con il pubblico dei rapporti duraturi e costruttivi di grande testimonianza.
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] Commento di Carlo Forin aggiunto il 29.02.2024 Oggi, giovedì 29 febbraio, è il 60° giorno del 2024. 60 è il numero del zumero AN, dio del cielo.
La dimensione spirituale esisteva negli individui zumeri, che pensavano di essere oggetti in creta modellati dagli dèi per il proprio servizio. Sapevano che il loro destino era di terminare come materia, alla fine del servizio. Sapevano anche che dopo sarebbero finiti agli inferi se avessero servito male o al cielo se avessero ben servito.
E' curioso: 4.000 anni fa la dimensione spirituale era forte, oggi è solo un'ipotesi creduta da asini come me. Articolo di riferimento :
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] Commento di Carlo Forin aggiunto il 27.02.2024 La costruzione di un'Europa unica federata richiede l'obiettivo da +Europa della cittadinanza unica delle cittadine e cittadini oggi italiani, francesi etc. negli Stati sovrani separati. A loro bisogna che ci rivolgiamo con questo solo obiettivo: volete voi essere riconosciuti europei dalla UE nella U.S.E, "Stati nell'Europa uniti", così come sono i cittadini americani negli U.S.A? Articolo di riferimento :
Commento di MARINA SALVADORI aggiunto il 21.02.2024 Cara Sandra, assistero' online al convegno e particolarmente venerdì.
Circa le Cappellette ho apprezzato il tuo articolo e interesse.
Le amo molto.
Nel 1986 a Santicolo in Valcamonica mio marito - diplomato all' Accademia di Belle arti di Brera in Pittura - (io le facevo da aiutante) ha dipinto una cappelletta (sacello) , come hai descritto tu.Si trovava al bordo di un terreno di proprietà di un suo parente, accanto ad un sentiero di passaggio. Gli venne chiesto di dedicarla a San Giacomo, patrono del paese.Era in cattive condizioni strutturali e senza più un' immagine. Venne restaurata con utilizzo di materiale e pietre locali.
E in prossimità dell'inizio del dipinto venne preparato il fondo per l'affresco.
(Ne conservo le foto come ricordo).
La cosa però bellissima è che la scorsa estate dopo 40 anni l'abbiamo rivista.
Il dipinto nonostante le intemperie e a 1000 metri di altezza,è rimasto inalterato ma la meraviglia è che è diventata un luogo Patrimonio del paese. E nonostante la cappelletta sia situata in un sentiero tra i campi limitrofi alle case , viene sempre arricchita di fiori dei passanti e degli abitanti, ed anche meta significativa delle Processioni !!!
Patrimonio quindi di un passato antico , recuperato per amore quasi 40 anni fa memoria viva oggi.
Piccola storia di una Cappelletta.
Un abbraccio Marina Salvadori
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] Commento di maria lanciotti aggiunto il 21.02.2024 TESTIMONIANZA DI RENZO NANNI, tra i superstiti della Divisione Julia:
Le Divisioni Alpine dall’ARMIR (Armata Italiana in Russia) partirono dall’Italia nel giugno 1942, convinti tutti di essere diretti al Caucaso.
Invece superiori ordini comandarono l’interruzione del viaggio a Jsjum, sul fiume Donez, e gli Alpini dovettero, senza armi e mezzi adatti alla guerra di pianura, raggiungere con lunghe marce la linea del fronte che correva sulla riva del Don.
Combattimenti di particolare violenza si ebbero nella seconda metà di dicembre, finché il 15 gennaio 1943 iniziò la ritirata, dovuta non ad uno sfondamento frontale da parte dei russi ma ad un arretramento, forse preordinato, di reparti tedeschi e, sembra, ungheresi, ai lati estremi dello schieramento italiano.
Così si formò la “sacca” e, in essa, più sacche minori, ossia accerchiamenti rapidamente effettuati da carri armati, che bloccarono i punti di passaggio obbligato lungo le poche “piste” che si snodavano sui dossi delle colline (gli avvallamenti erano troppo colmi di neve) verso occidente.
L’accerchiamento, sconvolgendo le retrovie e i Comandi superiori, tolse possibilità di collegamento e coordinamento tra Divisioni e persino tra Battaglioni, tanto che si formarono, nel costretto ripiegamento, più colonne e diversi furono gli itinerari seguiti.
Punto di passaggio d’obbligo, sulla via di Belgorod, fu per tutti Nikolajewka, al limite della grande sacca. Qui infuriarono i maggiori combattimenti, culminati in quelli leggendari del 26 gennaio.
Fuori dalla sacca, in giorni e giorni di marce per villaggi distrutti o semivuoti, la decimazione fu compiuta dal gelo, dal sonno, dalla fame, finché al termine della prima decade di febbraio può dirsi che i superstiti, raggiungendo a Belgorod la prima ferrovia funzionante, poterono contare sulla salvezza.
Poche centinaia d’uomini di contro ai quasi centomila morti.
(Nota tratta da Minuscoli su pagina bianca - Forum/Quinta Generazione, 1982 - di Renzo Nanni, fra i superstiti della leggendaria Divisione Julia, Ottavo Reggimento)
http://www.tellusfolio.it/index.php?comandoindex=commento&valcommento=1&did=24789
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] Commento di Carlo Forin aggiunto il 19.02.2024 La lingua italiana ha il limite di non usare la lettera Y tradotta sempre con I.
Y, come rivela la forma grafica, simboleggia l'archetipo antico DA DUE UNO, traducibile dal I millennio a.C., nel moderno DA UNO DUE.
La lingua russa è una lingua che mantiene la Y.
La bionda moglie dell'ammazzato Aleksej Navaln'nyj, Julija Navaln'naja, ha dichiarato che continuerà l'opera rivoluzionaria del marito.
Il confronto dei suffissi: nyj, naja rivela: y = aia.
AIA è la moglie-paredra di SHA-M- ASH= "che venga, -m-, l'Uno d'origine nell'utero, babilonese.
Lode all'ammazzato da Putin. Auguri a Navaln'naja. Articolo di riferimento :
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