| 29-09-2012 | Come e\\\' piccolo il mondo! E come ritorna sempre allo stesso posto. Leggendo, di pura casualita\\\' navigando tra la noia e la sonnolenza di un sabato pomeriggio, quanto scritto da Giacomo, mi ritornano alla mente tanti ricordi degli anni \\\'60 e \\\'70. Anch\\\'io sono e sono stato amico di Leo, Fausto, Guido, anche di Fabio Bentivoglio e Carlo che suonavano nel \\\"famoso\\\" complesso che ho seguito tante volte. Allora vivevo a Porta a Lucca, ero vicino (quasi) di casa di Fabio. Quante cene ristorante Da Carlos, dopo i concerti.... con la Michela.... e Guido sempre piu\\\' indaffarato,. Che bei ricordi.
Rientrai in Italia, dopo una parentesi all\\\'estero di alcuni lustri, ma 4 anni fa sono ripartito per il Brasile , dove sto adesso. A Brasilia e per l\\\'esattezza alla nostra ambasciata come consigliere scientifico.Ma, appena posso ritorno a San Giuliano, dove ho la mia casa, in via Niccolini e dove peno di ritornare definitivamente alla fine del prossimo anno.
un saluto a tutti
Roberto
roberto spandre
| | 23-11-2007 | Caro Claudio, sei stato esauriente, sia sul lato biografico che su quello del progetto editoriale. In entrambi trovo più di un riscontro della tua autodefinizione che subito accampi, come a mettere le mani avanti, di anarchico situazionista. Ci trovo un pò di nostalgia, insieme alla consapevolezza che Debord è morto e la cultura segue percorsi tortuosi e spesso inconcludenti, oggigiorno anche attraverso le strade parallele di carta e web. Non so quanto abbiamo in comune, a parte una sostanziale indisponibilità (o timidezza) nei confronti dell'uscire fuori, che magari rischia di risolversi nel luogo comune del "poeta appartato", e la volontà di non rinunciare a un progetto (o al tentativo di focalizzarlo di volta in volta). Nel caso di Tellus mi sembra che quest'ultimo concetto sia il vero asse portante, l'idea di cultura come "area vasta" (per dirla con un bruttissimo termine politico), che di volta in volta (o, per sezioni, contemporaneamente) viene focalizzata in qualche sua specificità. A me interessa particolarmente il tuo accenno al rapporto provincia / terra / techné, che assomiglia molto a uno scambio di opinioni che ho avuto tempo fa con Davide Nota su un concetto di "territori" della poesia, lui da un punto di vista di linee culturali locali e aree geografiche, io da quello di territori paralleli, sociali, antropologici, politici, psichici. Credo che in questo ambito una "guerra di corsa" come la ipotizzi tu abbia una sua ragion d'essere, trasversale e feroce e tutt'altro che banalizzante. Anche tu descrivi una serie di "territori" (la filosofia, l'erotismo, l'arte ecc.). Credo anche tuttavia che questo lavoro non debba essere fatto necessariamente per "gesta", anche perchè, anche disertando continuamente ogni modello culturale (come dici tu), si finisce per costruirne uno e, quindi, per stabilire una strategia, cosa di cui, credo, un progetto culturale non può fare a meno. La spettacolarizzazione serve non come intrattenimento ma come pensiero. Insomma il discorso è complesso e non può certo esaurirsi in qualche sintetico appunto. Dovremo tornarci, se vuoi.
Mi interessa dire due parole su Guglielmin, che non solo stimo molto come intellettuale, ma verso cui ho anche un debito, non avendo ancora trovato purtroppo il tempo di scrivere, come gli avevo proposto io, una nota sul suo ultimo libro di poesie. Credo che con "Poesia e blog" abbia fatto un lavoro egregio, al di là di visite e contatti, e sarebbe utile che continuasse. Comunque, restando al problema contatti, devo dire a onor del vero che si è preoccupato di chiedermi di linkare Tellus, cosa che io ho fatto. Sono sicuro che ha fatto la stessa richiesta agli altri. Ma come hai detto tu il web è metamorfico...
In quanto ad Alivento, ha le sue risorse e le sue energie, ci puoi fare affidamento.
Ci sentiamo.
G.Cerrai
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