Di solito le consegne dei premi creano polemiche, ma tutto ciò rientra nella norma. Soltanto i regimi dittatoriali si arrogano il diritto di decidere che tutti la debbano pensare nella stessa maniera e agire all'unanimità. Nonostante le voci discordanti, che sono soprattutto quelle dei difensori del regime, il giudizio comune è che gli ultimi premi prestigiosi consegnati nel mondo sono stati soprattutto in difesa della lotta per la democrazia.
Primo, l’accademia norvegese consegna al dissidente cinese Liu Xiaobo il Premio Nobel per la pace. Pochi giorni dopo, il giornalista e oppositore pacifico cubano Guillermo Fariñas è insignito del premio Sajarov. Tutti e due hanno un denominatore comune: sia Liu che Fariñas difendono i diritti umani, i due sono stati prigionieri politici a causa della loro difesa dei cambi civili che dovevano avvenire nei loro rispettivi Paesi. La cosa più sicura è che nessuno dei due potrà ricevere personalmente il premio che con tanta sofferenza, volontà e sforzo, ha vinto.
Le autorità cubane hanno violato sistematicamente il diritto dei cubani di uscire e ritornare da e verso il proprio Paese. È la terza volta che un cubano vince il premio Sajarov, cosa che mi rende veramente orgoglioso. Per primo Osvaldo Paya Sardiñas, leader del movimento cristiano di liberazione (2002). Il 2005 ricorda la consegna di questo premio alle Damas de Blanco, e oggi a Fariñas. Ma l’Avana non ha concesso ai rappresentanti dell’organizzazione femminista di preparare le valigie per assistere alla cerimonia nel Parlamento Europeo. Se Paya riuscì, nel 2002, a realizzare il viaggio, fu solo grazie a pressioni della comunità internazionale.
Il processo che ha portato, l’estate scorsa, alla liberazione di alcuni prigionieri politici cubani è stato prodotto da fattori differenti. L’orrenda morte del prigioniero politico e dissidente Orlando Zapata Tamayo fu quello che innescò la miccia; poi il valore delle Damas de Blanco così come il coraggio inamovibile dei dissidenti politici nella primavera del 2003. Ma la goccia che fece cedere il regime fu lo sciopero della fame di Fariñas che esigeva la liberazione dei più malati dalla prigionia del già citato gruppo dei 75. Tutti questi fattori furono inoltre assecondati da una forte pressione della Comunità internazionale.
Per questo motivo non posso non ringraziare Fariñas e congratularmi con lui per il Premio Sajarov, che lui stesso ha dedicato al popolo cubano. La sua dedica a tutti i democratici cubani fa ben comprendere la sua voglia di continuare nella lotta a favore della democrazia a Cuba.
Pablo Pacheco
(da Voces tras las rejas, 27 ottobre 2010)
Traduzione di Barbara La Torre