Sara Pozzato: Ughi, Allevi, la musica (con proposta d'ascolto)
 
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   03-09-2009
Gentile Roberto,
grazie per il commento che sento suonare sulle mie stesse corde (perdoni la metafora qui particolarmente scontata). E che aggiunge un nome "nuovo", altrettanto importante e certo meritevole di adeguata attenzione.
Non avevo ancora scritto su Allevi, e per le medesime motivazioni che lei porta. In realtà ho inteso considerarlo come pretesto per tentare di affrontare, in qualche modo, il "problema" musica in Italia. Lo sconforto è grande e le parole - mie - certo non apportano miglioramento alcuno. Tuttavia dire è sempre meglio che non dire. Almeno, in questo caso, così credo. Grazie anche e soprattutto alla disponibilità di Tellusfolio che dà spazio a chi alza un pochino la testa e a chi, specchiando la filosofia stessa del giornale, propone linee indipendenti e (ancora mi scusi) voci fuori dal coro, ma ben intonate. sp

Sara Pozzato   
 
   03-09-2009
Allevi, Bocelli e Moccia possono essere scambiati per qualcosa che non sono solo in un paese senza memoria e con poca cultura, sopratutto a livello giovanile, quale è il nostro. L'intervento di Ughi, pur condivisibile nella sostanza, è sbagliato nella forma. La pesantezza delle offese non porta a nulla e squalifica prima di altri proprio lo stesso Ughi . Cosi' come le varie diatribe tra fazioni contrapposte, inconciliabili perchè sostanzialmente espresse con lingue differenti. Di Allevi mi sono occupato più volte sul mio blog, giungendo alla conclusione che sarebbe meglio non parlarne o almeno ridurre al minimo gli interventi. Anche considerare la sua pochezza musicale, in quest'epoca di apparenza anzichè di sostanza, significa portare acqua al suo mulino. Di notevole il pianista marchigiano ha solo l'ego e l'ufficio stampa. C'è da dire anche che le ultime esternazioni (Sono il Mozart contemporaneo) suonano pericolosamente tronfie quasi come altre (Sono meglio di Superman)di personaggi altrettanto gonfiati. Come giustamente rilevato nell'articolo ci sono musicisti crossover molto più interessanti: al nome di Sollima aggiungerei Alessandra Celletti. Ma in realtà esistono molti ottimi musicisti dalle qualità e dalle potenzialità notevoli ma non supportati dallo stesso ufficio marketing del nostro.
Roberto Dell'Ava   
 
   31-08-2009
Io concordo; proprio perché ho fatto musica, male, alle medie e non ho potuto acquisire una cultura musicale. Lo sento come un mio grande vulnus. Difficile da colmare così, di propria iniziativa, soprattutto perché le divisioni ("classica", "leggera") sono pericolose, quando non sono più nomi, bensì assumono una valenza valutativa.
La domanda se un musicista sia o meno classico, se Moccia sia letteratura o no è oziosa; ognuno può regolarsi da sé. Ma dovrebbe aver avuto, dalle istituzioni educative, gli strumenti culturali per valutare... altrimenti Moccia, Moravia, Allevi, Uti... saranno sempre tutti sullo stesso piano...
Giuseppe Barreca   
 

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