Rosario Amico Roxas. “Avvenire”: il reato di clandestinità è uno strumento persecutorio
 
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   09-08-2009
x patrizia garofalo

So bene quando duro e difficile possa essere confrontarsi con gli altri e con se stessi; ed è ancora più duro confrontarsi con la propria coscienza; guardare il bicchiere mezzo pieno della propria vita, senza prendere in alcuna considerazione il bicchiere totalmente vuoto che viene offerto a tanti, troppi, come amaro calice per colpe mai commesse, comminando una condanna senza appello.
Il pontefice condanna i lager nazisti, ma ha ricevuto con tutti gli onori quel Bush che i lager teneva ancora in vita a Guantanamo e Abu Ghraib.
Esalta la vita, condanna l’aborto, in ogni sua ipotesi, senza concedere nulla a momenti tragici, ma riceve e accetta un crocifisso tempestato di brillanti dal presidente del consiglio Berlusconi, notoriamente abortista (fece abortire la compagna non ancora moglie al 7° mese di gravidanza), che dei valori della vita ha fatto scempio.
Ma quel crocifisso (che scrivo minuscolo !) è tempestato di brillanti, simbolo di opulenza, ma Cristo non c’è; Cristo è vicino alla Sua Chiesa, lontano dal tempio, da dove scacciò i mercanti

Rosario Amico Roxas   
 
   09-08-2009
penso perchè attuare in pratica il Vangelo e la parola di Gesù richiederebbe azioni e lotte che sono lontanissimi dal fare.
Quando la chiesa aprirà la chiesa, i portoni, accoglierà i clandestini, lotterà con loro, accoglierà gli ultimi perchè dovrebbero ( credo fosse così ) i primi?
Quando urlerà che il reato di clandestinità è , come lei giustamente scrive, uno strumento persecutorio, quando accetterà di essere apostola del Cristo , della libertà e dell'uguaglianza ?
Tacciono dai giornali ai telegiornali, .......ore e ore di coda e di dolore le sta percorrendo anche chi crede veramente e non sa cosa fare.
la ringrazio professore di offrire sempre la possibilità con le sue parole di confrontarsi con quanto nella vita è importante per gli altri e per se stessi.
patrizia garofalo   
 

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