Libertà e capriccio
 
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   25-06-2009
Quante volte la Chiesa negli ultimi tempi ha parlato, gridato, quando non doveva parlare, o perlomeno doveva farlo sommessamente? Chi può dimenticare il chiasso della gerarchia ecclesiastica al tempo del referendum sulla fecondazione assistita, quando arrivò a diffondere nelle chiese volantini che invitavano i fedeli ad astenersi dal voto? Oppure quando nel giugno del 2003 dava alle stampe un opuscolo firmato Joseph Card. Ratzinger, in cui si invitavano i parlamentari cattolici a "votare contro" un eventuale "progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali"? Come dimenticare le parole dure come pietre di Monsignor Crociata e del cardinale Barragan riguardo al padre di Eluana Englaro? Eppure né la ragione né il vangelo imponevano di parlare.
Oggi la Chiesa dovrebbe dire una parola perlomeno ai fedeli, riguardo al cattivo esempio dato dal presidente del Consiglio, ed invece tace. Eppure il Vangelo le imporrebbe di parlare: "Se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare. Guai al mondo per gli scandali!" (cf Mt 18, 6-7). Ma tra questa Chiesa e il Cristo c'è un abisso.
 
P.S. I "piccoli" cui alludeva Gesù sono coloro che si mettono alla sequela di Cristo, facendosi appunto piccoli.
Miriam Della Croce   
 

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