Renato Pierri. Lo strano Signore dell'Antico Testamento
 
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   28-03-2009
Egregio signor Renato Pierre, forse avrei dovuto avere più tatto nell’esporre il mio punto di vista sulla questione che lei ha sollevato in relazione alla discussa frase del Papa in questione. Ne sono dispiaciuto. Ma anche in tal caso la sua risposta cui ora sto replicando, col consenso della redazione di Tellus Folio che ringrazio, immagino che non sarebbe stata meno avversa nei miei riguardi.
Le sembrerà incomprensibile, ma debbo ringraziare al suo articolo perché mi ha permesso di fare delle riflessioni su un punto centrale della Bibbia non sufficientemente sfiorato così come io sono stato portato a fare. Cosa che mi ha fatto capire quanto siano stati provvidenziali i fatti che hanno ruotato sulla disobbedienza di Onam. È grazie a lui che nella genealogia di Gesù si innesta uno dei figli di Tamar e naturalmente di Giuda. Ma di questi fatti biblici, visti nella chiave da me esposta, lei accecato dalla questione del condom e da una serie di altre questione che ha sollevato con successivo articolo, nemmeno se ne curato. Eppure, anziché puntualizzare un punto apparentemente opinabile in merito alla contraccezione da non ritenersi un peccato, mi sarebbe piaciuto sentire la sua opinione a riguardo, invece no. Pazienza.
Comunque vediamo secondo la mia ottica la questione sul presunto peccato di Onam, in contrapposizione alla sua frase che ora riporto di seguito:
«Il peccato di Onan che viola la legge del levirato è soprattutto un peccato di egoismo compiuto nella sfera sessuale» (La Bibbia. Novissima versione dai testi originali - Edizioni Paoline), dove si dà maggior peso all'egoismo di Onan, ma non si parla assolutamente del peccato della contraccezione.
Dunque nulla da obiettare sull’egoismo di Onam che avrebbe mandato su tutte le furie JHWH al punto da farlo morire. Ma è vero anche che il corpo di questo reato, ovvero l’arma, è stata la contraccezione. Questo pone in stretta relazione le due cose. Poiché in alternativa Onam poteva anche non giacere con Tamar e forse, ma con tutta cautela, JHWH non l’avrebbe presa così male da punirlo con la morte. Tant’è che viene detto testualmente in Genesi 38, 10 che «Ciò che egli faceva (cioè “disperdeva per terra”) non fu gradito al Signore, il quale lo fece morire».
Ma io non intendo cavillare su questa situazione che ha portato a oscurare il mezzo di cui si è servito Onam per evitare di generare un figlio con Tamar. Piuttosto mi preme vederla in proiezione al passato biblico allorché fu proibito ad Adamo ed Eva di mangiare il frutto dell’albero della scienza del bene e del male. Avvenne ciò che tutti sanno, il frutto fu assaporato ma dietro il suggerimento del serpente della tentazione. In seguito a ciò il Signore non solo punì il serpente ma anche la coppia di Adamo ed Eva che avevano disobbedito. Però se non fosse stato per il serpente tentatore, Adamo ed Eva e quindi anche noi staremmo ancora felici e contenti nel giardino edenico. (si fa per dire)
Ecco che il parallelo calza in certo qual modo al caso di Onam che non doveva ricorrere alla mela della contraccezione.
Erano tempi difficili e l’umanità di allora non aveva tanto buon senso e dotata di buona ragione, mentre oggi si. Questo ci permette di vivere facendo ciò che ci sembra sensato e di protestare, ribellarci, così come lei sta facendo. Nel mondo Occidentale stiamo vivendo nella più assoluta libertà, salvo eccezioni, e questo è una grande cosa.
Non se la prenda così aspramente poiché tutti i nodi vengono al pettine.
Saluti cordiali,
Gaetano Barbella
Gaetano Barbella   
 

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