Marco Pannella. Perché grido convinto: viva l’abominevole Santoro, e il suo insopportabile “Anno Zero”
 
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   28-01-2009
L' ipocrisia delle parole Rosario Amico Roxas

La terza carica dello Stato ha espresso la sua condanna contro Di Pietro per discutibili offese al Capo dello Stato, sostenendo che il Capo dello Stato “rappresenta l’unità della nazione”.
Ipocrisia, scomoda e pretestuosa ipocrisia..
Se Di Pietro ha mancato merita la censura….ma non certo dalla terza carica dello Stato; quella medesima terza carica dello Stato che ha colpevolmente taciuto, con invereconda ipocrisia, quando il suo capo, in uno dei suoi estemporanei pronunciamenti, accusando il governo Prodi di non avere suddiviso le cariche da occupare, ebbe a pronunciarsi, con acredine, nei confronti del capo dello Stato sostenendo: “Anche lui è uno di loro”, escludendo perentoriamente e colpevolmente che il capo dello Stato“rappresenta l’unità della nazione”.
Tacque anche il Quirinale, parte offesa.
Così se sbaglia Di Pietro scatta l’occasione per stornare l’attenzione nazionale dai gravissimi problemi che questo governo non è capace di affrontare, e levarsi in coro a difesa di quella rappresentatività dell’unità nazionale della quale il Capo dello Stato è interprete, ma quando è il cavaliere che offende il medesimo capo dello Stato, con parole che non necessitano di interpretazioni, allora si tace, si copre con colpevole silenzio, come se una censura a senso unico permette al cavaliere ciò che per altri è motivo di censura.
Il Capo dello Stato rappresenta l’unità nazionale, lo prevede la Costituzione, chiunque lo nega commette un’offesa alla Costituzione, senza “Lodi” assolutori per nessuno.
E’ l’ennesima volta che la terza carica dello Stato perde una preziosissima occasione per tacere.



Rosario Amico Roxas   
 

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