Il patriarcato gentile di Obama
 
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   08-11-2008
Concordo in linea di massima anche io su quanto detto da Lidia su Obama. Non concordo per nulla sugli apprezzamenti a Ilary Clinton, in primo luogo si dovrebbe farsi chiamare con il suo cognome e non cannibalizzare quello del suo poco edificante marito. Questo per dignità femminile (se poi non dovesse garbarle quella di suo padre negli USA è consentito cambiare nome e cognome a volontà. Che se ne scelga uno che corrisponda alla sua essenza di persona umana). Poi perché è proprio la Ilary che si è venduta il SSN a Cliniche, Assicurazioni e case farmaceutiche come dimostrato dal film di Moore.
Se i maschietti negli USA non brillano pare che anche le femminucce non stiano poi tanto meglio.
Fraterni ma schietti saluti a tutti.
Luigi Fasce   
 
   08-11-2008
Cara Lidia,
non sono d'accordo con te se non su due cose ovvie: non è finita la corsa del femminismo con la vittoria di Obama e non siamo al giorno del vino e delle rose.
Michelle come roccia è un riconoscimento pulito pulito.
Hyllari a casa è una buona cosa, se non altro perchè si è dimostrata incapace e di controllare le puttanate del marito, ma soprattutto perchè sarebbe stata una ripetizione soft del nepotismo precedente: Bush minor che governa grazie a Bush major, Hyllari che governa grazie al marito, buon presidente, ma cattivo marito.
Carlo Forin   
 
   08-11-2008
Lidia ha perfettamente ragione su Obama. Non dimentichiamoci che è stato Obama a far approvare al Senato il pacchetto di aiuti alle banche del Ministro di Bush Paulson, che rifinanzia gli speculatori che hanno provocato il crac invece di concedere crediti all'economia reale, sempre più disastrata. Molti parlamentari democratici erano contrari, sollecitati dai loro elettori furiosi perchè i bancarottieri vengono rifinanziati coi soldi dei contribuenti, mentre milioni di americani rischiano di perdere la casa per i mutui sub-prime, e Obama li ha invitati a votare sì. Tra i grandi finanziatori della sua campagna elettorale ci sono speculatori come George Soros e Felix Rohatyn.
Quindi è bello che vada a casa George Bush, ma Obama dovrà decidere se mantenere le promesse fatte all'elettorato o quelle fatte a Wall Street. E già ieri il Financial Times lo invitava, con tono minaccioso, a guardarsi dal prendere decisioni malviste a Wall Street, tipo una tassa sul capital gain o qualche riorganizzazione fallimentare del sistema bancario come quella proposta dall'economista LaRouche con la sua Nuova Bretton Woods.
Un saluto cordiale a tutte e tutti,
Liliana Gorini    
 
   07-11-2008
ciao, sono Michelangelo, mi dispiace ma l'analisi è troppo feroce e mi pare non tenga conto della formazione che sta mettendo in campo. L'osanna lo fa chi non fa discernimento politico, penso che qualcosa sia successo: stiamo a vedere le scelte che farà e dopo esprimeremo compiutamente i giudizi. Da ciò che ho letto penso che le donne che citi giocheranno, secondo me, un ruolo molto importante e molta della politica sarà condizionato proprio dalle donne di cui tu metti in evidenza la marginalità.
Ho tanta speranza nel ruolo che potranno giocare alcuni aspetti per cui Obama è stato eletto: più scuola pubblica, più centralità del lavoro e dei lavoratori, più diritti tutelati per chi non è in grado di pagarsi l'assicurazione per curarsi. Mi auguro che queste cose siano le scelte vere che metterà in pratica. Lo hanno apostrofato perché proporre tali politiche significa essere di sinistra.
Mi auguro anche che la crisi economica lo faccia spostare anche sul fronte delle guerre.
Per ora prendiamo per buono quello che ha detto, domani lo giudicheremo per quello che farà e speriamo che possa tornare utile sul piano dei diritti e in particolare anche per il ruolo che giocheranno le donne.
Michelangelo Tumini   
 

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