Cuba. Stato sociale, forse cade un tabù
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27-08-2008 e noi non ci fidiamo nè di yoani,nè di questo bussi. marcello marcello         20-08-2008 Io mi fido di più di Yoani Sanchez che del Financial Times. Mi pare che lei non abbia visto miglioramenti della situazione. Se c'è qualche riforma il suo passo è talmente lento che non se ne accorge nessuno. Il Financial Times viene spesso osannato dalla stampa italiana, ma a volte è approssimativo come tutti gli altri mass media di questo mondo. E' incredibile, però, che il giornale britannico ceda ancora al folclore che circonda le vicende di Cuba. D'altronde tutti sono ben contenti di farsi un viaggio merenda (pagato dallo stato cubano), anche gli incorruttibili inglesi. Non per essere cattivi, ma se guardate la fotografia dell'inviata del giornale a Cuba, capirete che è molto facile trovare mezzi efficaci per farle sembrare un paradiso la Cuba dei fratelli Castro (non mi importa di essere accusato di maschilismo) Marcello Bussi         20-08-2008 quello che il financial time presenta come uno scoop,in realtà è stato ripetuto da raul nei suoi brevi interventi in questi 6 mesi di presidenza.Il 24 febbraio di quest'anno ha ricordato ai cubani che gli alimenti con la libreta fanno spendere allo stato milioni di dollari all'estero e quindi saranno ridimensionati,nel senso cioè che ne beneficeranno soltanto le categorie piu' deboli della popolazione;l'11 luglio ha affermato che per lo stato cubano non l'egualitarismo economico,ma l'eguaglianza dei diritti è fondamentale,avendo eliminato qualche mese prima i limiti ai salari,e il 26 luglio,invece di parlare delle riforme economiche future,che continueranno in senso socialista,si è soffermato sulle opere che lo stato cubano ha intrapreso nell'oriente del paese,la parte piu' povera,che,perciò,ha bisogno di maggior aiuto.Da questi discorsi risulta chiaro che lo stato cubano non darà tutto a tutti,ma soltanto a coloro che ne hanno bisogno,oltre a garantire a tutta la popolazione istruzione e sanità. nino