Maria Lanciotti: Questione di QI
 
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   12-04-2008
Sulla creatività o comunque sulla capacità intellettiva, a scanso di confusione a danno – nel caso del post a commento – «dei nostri politici», immaginando di prendere a modello di paragone il matematico con un top di Q.I., credo che sia illuminante il parere di un noto luminare della matematica, Keith Devlin. Riporto di seguito la parte conclusiva di una sua conferenza tenuta il 17 Settembre 2002, al Politecnico di Torino. Egli, nel presentare il suo libro, “Il Gene delle Matematica”, edito in Italia da Longanesi, si sofferma nel far capire la figura del matematico.

«Un matematico è qualcuno che vede la matematica come fosse una telenovela. Se non mi credete, fate questo esperimento. Nella biblioteca dell'università, scegliete un libro di matematica ed apritelo a caso. Vedrete della matematica. Quanti oggetti sono in discussione? Quanti rapporti tra questi oggetti sono importanti per l'argomento? Quant'è complicata la rete di rapporti tra loro? Quant'è complicata la deduzione logica? Prendete nota delle risposte. Poi guardate la prima telenovela che vi capita in TV. Fate le stesse domande. Quanti personaggi? Quanti rapporti esistono fra loro? Quant'è complessa la rete di rapporti? Quant'è complicata la trama? In tutte e quattro le categorie, la telenovela è molto più complicata della matematica. Perché non abbiamo difficoltà a seguire una telenovela, ma la matematica, che dovrebbe esser più semplice, sembra invece così difficile? Se non vi siete addormentati finora dovreste conoscere la riposta. Le telenovela sono delle interpretazioni finte del mondo reale - la matematica è un'interpretazione finta di parti del mondo reale. Ma i personaggi della telenovela sono molto simili a voi e a me, tranne che sono più sterilizzati e, almeno nel mio caso, più giovani! La telenovela tratta la vita, i rapporti umani, la matematica tratta invece di pure astrazioni. Nella telenovela matematica i personaggi non sono persone, ma sono oggetti della matematica, cose come numeri, figure geometriche, vettori, spazi topologici, funzioni analitiche ecc. E i fatti, i rapporti nella telenovela matematica non sono nascite, morti, matrimoni, storie d'amore e rapporti di affari, ma sono fatti matematici e rapporti tra oggetti matematici. Oggetti che non avete mai visto, toccato o sentito. I fatti matematici sono cose come: Gli oggetti A e B sono uguali? Qual è il rapporto tra X e Y? Trovate un oggetto X con la proprietà P. Risolvete l'equazione in X. Tutti gli oggetti di tipo D hanno la proprietà P. Quanti oggetti di tipo Z ci sono? Ora, se non vi piace la matematica, questo sembra già molto noioso. Ma immaginate che A, B, X e Y siano personaggi, con tutti i loro rapporti, di una telenovela. Quello che abbiamo sono gli elementi fondamentali di una trama. La telenovela ha dei personaggi, dei rapporti e una trama e anche la matematica ha dei personaggi, dei rapporti e una trama. Ci sono però due differenze, nella telenovela i personaggi, i rapporti e la trama sono molto complicati mentre nella matematica sono molto semplici. Ma nella telenovela i personaggi, i rapporti e la trama ci sono familiari, fanno parte della nostra vita quotidiana, mentre nella matematica dobbiamo crearci nella nostra mente tutto un cast di personaggi, dobbiamo avere presenti tutte le loro proprietà e dobbiamo tenere tutto presente, mentre seguiamo la trama nella nostra mente. E' un po' come seguire la telenovela senza accendere la TV.
Il cervello di un matematico non è diverso dal cervello di qualsiasi altra persona. Semplicemente, i matematici sono delle persone che hanno trovato il modo di usare il cervello per pensare a questi oggetti, nuovi ed astratti. I matematici pensano agli oggetti matematici e ai loro rapporti usando le stesse facoltà mentali che altri usano per pensare allo spazio fisico ed alle altre persone, oppure per guardare una telenovela. Naturalmente, non sto dicendo che la matematica sia facile. E non sto dicendo che tutti possano essere bravi in matematica. Tutti avranno invece abilità diverse.
Per esempio, io ho un paio di gambe, posso usarle per camminare e per correre abbastanza velocemente. Non potrei mai gareggiare nella finale dei 1500 metri, ai giochi olimpici. Anche se mi allenassi per molti mesi, non riuscirei mai ad arrivare a gareggiare nei giochi olimpici. Ma quando uso le mie gambe per correre, sto facendo la stessa azione del finalista dei giochi olimpici. Ed è la stessa cosa con la matematica, tutti hanno un cervello, questo cervello può fare una certa quantità di matematica, nello stesso modo in cui le vostre gambe possono camminare o correre. Forse non diventerete mai dei matematici famosi e non correrete nella finale dei 1500 metri ai giochi olimpici, ma soltanto perché non potete vincere una medaglia d'oro, questa non significa che non dovete fare esercizi, correre e magari partecipare ad altre gare. Potrete divertirvi lo stesso con l'atletica, senza vincere le olimpiadi. E la stessa cosa vale per la matematica. Grazie».
Gaetano Barbella   
 

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