Piero Cappelli: Lo scandalo dello scandalo: le nostre armi nel mondo
 
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   16-04-2008
sig. "vebtiduere",
ho letto il suo commento e la ringrazio. le precisazioni che porta sono importanti e valide. i miei dati fanno parte di documentazione parlamentare e pubblicazioni varie comprese quelle da IlSole24Ore. di fatto però non spostano di una virgola il problema. produrre ed esportare armi è forse peggio di trafficare armi, anche se questo termine fa sentire dei banditi e non degli industriali che rispettano la legge 185/90.
la proposta. non starebbe a me. ci sono i governanti e i sindacati molto attenti, quando vogliono. ma non voglio fare il Pilato della situazione. la mia proposta la trova nel mio articolo sulla mia rubrica I Care...communication relativo al turismo e come svilupparlo in questo Paese. una risposta completa e che poteva e potrebbe ancora risanare questo settore e non solo. occorre la volontà politica di farlo e di procedere a far si che questa divenga il primo-sistema-Paese. le alte specialistiche sono validfe e importanti ma sono sempre più di nicchia. per cui spero di essere stato esauriente propositivamente. e le auguro ogni bene. Piero Cappelli
piero cappelli   
 
   10-04-2008
Egregio Dott. Cappelli,
chi Le scrive è un dipendente MBDA Italia: un impiegato senza nessuna tessera sindacale e senza alcuna tessera di partito in tasca.
Le premetto questo perchè la mia non vuole essere una risposta politica alle sue considerazioni ma leggendo che MBDA traffica armi....beh mi permetta di dirLe che non è proprio così.
MBDA produce ed esporta, nel pieno rispetto della legge 185/90, materiale d'armamento: trafficare è un altra cosa.
Mi permetto di segnarLe che Finmeccanica detiene una quota di minoranza del pacchetto azionario di MBDA: UK e Francia detengono pariteticamente il pacchetto di maggioranza.
Capisco perfettamente che ciò che le ho appena puntualizzato non sposta di una virgola il senso del suo articolo ma i dati da Lei forniti sono così precisi che mi sembra corretto, laddove non lo sono, precisarli ancor di più.
Lei scrive di "riconversione delle fabbriche armate" in aziende "pacifiche": belle parole, concetto che trova tutti d'accordo compreso anche chi Le sta scrivendo ma aldilà della demagogia mi permetto di chiederLe come pensa che questo sia Fattibile.
Lei conosce il tessuto economico e sociale delle realtà dove queste "fabbriche armate" operano? Ne conosce la storia? Auspico una sua risposta che tenga in considerazione la fine di questo ipocrita "mercato" salvaguardando l'occupazione che queste "fabbriche armate" consentono.
Le chiedo cortesemente di non rispondermi che a questo deve pensare la politica: una denuncia come la sua ritengo debba essere seguita da proposte concrete a 360 gradi.
Grazie per l'attenzione.

ventiduere   
 

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