ADHD, LA MALATTIA INVENTATA
 
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   19-02-2006
Chiedo scusa,nel mio precedente commento c'è stata da parte mia una grossa svista: parlando dell'Ozio ho fatto riferimento a Socrate,in realtà era mia intenzione fare riferimento a SENECA. Fra i numerosi scritti di Seneca si annovera infatti anche il suo"De Otio",nel quale l'autore contrappone appunto l'Ozio contemplativo all'attività nella vita politica.
Chiedo scusa per la svista grossolana. Colgo l'occasione per mandare i miei saluti alla redazione,e buon lavoro a tutti!!

PANDA   
 
   05-01-2006
Pur non essendo certo un'esperta nel settore,ho la netta sensazione che il signor Davis Fiore abbia ragione.
Conosco diversi bambini che a causa della loro grande vivacità hanno problemi a mantenere a scuola una concentrazione piu' o meno costante,ma non hanno certo problemi psichici.
Da quando la vivacità,anche estrema, è da considerarsi una malattia?
Viene davvero malignamente da pensare che c'è chi voglia medicalizzare a tutti i costi un qualcosa di assolutamente naturale,solo per incrementare un giro economico che servirebbe solo ad arricchire i produttori di farmaci(rovinando la salute a dei bambini "colpevoli" solo di essere troppo vivaci).
Se il problema c'è consiste piuttosto nel fatto che molti bambini sono sovrastimolati e stressati.
Vogliamo che i nostri figli siano piu' tranquilli e piu' dediti alla concentrazione?
Allora smettiamola di sovraccaricarli di impegni,lasciamo che si rilassino dopo la scuola, non priviamo il bambino di quei momenti di contatto con se' stesso e con la propria interiorità, momenti che apparentemente sembrano cosi' inutili e che sono invece cosi' costruttivi per lui.
La noia puo' anche avere una grande funzione psicologica,i nostri bambini devono anche avere il tempo di annoiarsi.
Ma dov'è finita la Noia nella nostra società moderna?Dov'è finito l'Ozio "funzionale"cosi' raccomandato da Socrate?
Noia e Ozio sono stati scacciati,banditi come "inutili" dalla stressante Frenesia della società contemporanea...e cosi' anche i bambini ne fanno le spese.
Ma non servono i farmaci!
Fermiamo piuttosto un momento questa frenetica giostra,pensiamo a quell'uomo indiano che se ne stava immobile da parecchie ore sulla riva di un fiume.
Un turista,spinto dalla curiosità nel vedere questa persona sempre cosi' immobile,a un certo punto non resistette piu' e gli chiese cosa stesse facendo.L'uomo indiano rispose:"Niente,semplicemente...vivo."
PANDA.
P.S.:Tanti auguri a tutti i collaboratori di Tellusfolio per il proseguimento della loro attività sul web e buon 2006!



panda   
 
   04-01-2006
Un tema non da poco, l'ADHD!
Psichiatria Democratica ed il Coordinamento Nazionale Genitori Democratici lo affrontano da tempo. Sebbene sia io medico, non ne so nulla e noon ho professionalmente voce in capitolo. Tuttavia ho raccolto un po' di informazioni dalle associazioni e presso la neuropsichiatria infantile della mia ASL e ne ho tratto un articolo per 'l Gazetin qualche mese fa, con toni non meno allarmati, ma meno perentori. Soprattutto ho problematizzato la questione, piuttosto che partire lancia in resta. Parliamone! Ti riporto qui sotto il testo:

PER I BAMBINI BUONI LA DOLCE EUCHESSINA. E PER QUELLI CATTIVI?
Il bambino disattento, impulsivo e iperattivo (ADHD)

Si alza e scorazza nella navata a metà del rosario, pasticcia con la cera fusa delle candele, gioca a campana saltellando sui disegni del pavimento della chiesa; lo sguardo severo del parroco non lo frena. Ci sarà una medicina magica per porre rimedio a questo guaio? Sì, c’è.
Ma la domanda vera è un’altra: a chi darla?
Non la daremo alla nonna, poverina, cui hanno rifilato il pargolo per l’intera giornata e almeno il rosario, quello non lo può perdere, e nemmeno al curato che fa il suo mestiere con devozione. Forse la daremo al piccolo. La domanda vera, in altre parole, può essere: nel bambino iperattivo e disattento il problema è del bambino o di un ambiente noioso, oppressivo, insignificante (per lui), al quale il bambino reagisce energicamente?
Diamo per scontato che a tutti i bambini dovrebbero essere risparmiate situazioni limite come quella presentata e diamo per scontato che il piccolo in questione dimostra una normalità di comportamento almeno pari a quella degli altri personaggi.
Ma il rapporto di causa-effetto fra comportamento ed ambiente nell’infanzia e nell’adolescenza è un tema scottante che vede impegnato il mondo delle scienze biomediche, della psicologia e della pedagogia con importanti ripercussioni sulla gestione delle situazioni di disagio di questo tipo.
L’insieme di disattenzione, impulsività e iperattività con ripercussioni negative importanti in situazioni diverse (scuola, famiglia, gioco, momenti di socializzazione, ecc), costituiscono, secondo le principali scuole di neuropsichiatria, la patologia ADHD (attention deficit hyperactivity disorder), per la quale si sarebbe evidenziata una base organica, consistente in un deficit di circuiti cerebrali di “autoregolazione”. La presenza di più casi di ADHD in certe famiglie e fra i gemelli identici rispetto a gemelli non identici, porrebbero in primo piano la componente genetica dell’ADHD. Se dunque il problema è in primo luogo di tipo “chimico”, la soluzione dovrebbe essere innanzitutto farmacologica. Il giusto farmaco ripristinerebbe il normale flusso di neurotrasmettitori fra le aree cerebrali coinvolte. Ed ecco la “pillola della tranquillità”, opportunamente prodotta e somministrata nel mondo (e tra poco anche in Italia) a milioni di bambini, con il nome commerciale di Ritalin. Esultano i neuropsichiatri: grazie al farmaco, è possibile riprendere col bambino il filo interrotto della comunicazione, dell’apprendimento, della socializzazione e ritessere con genitori, insegnanti ed educatori la preziosa rete di relazioni che fanno crescere l’individuo.
Tutto OK dunque? Ovviamente no. In Italia e nel mondo va affermandosi anche un’interpretazione dell’ADHD assai differente. Psichiatria Democratica ed il Coordinamento Genitori Democratici hanno lanciato un appello per il divieto di somministrazione del Ritalin e di altri farmaci ai minori “…Perché nella sanità, come nella scuola e nei servizi sociali la politica messa in atto dal governo è quella di abbattere i costi tagliando i servizi. E quando si parla di salute mentale il rischio gravissimo è quello di privilegiare scelte di tipo farmacologico a fronte di interventi complessivi che sappiano mettere al centro il bambino e le sue esigenze…”. Le due associazioni evidenziano anche che “…non esistono i bambini "cattivi" - la disattenzione non è una malattia - la soluzione non sarà mai una pillola per tranquillizzare - la scuola e la sanità pubbliche non sono strumento delle case farmaceutiche - occorre più sostegno scolastico e una pratica democratica nell'azione di psichiatria sociale verso scuole e famiglie…”.
Posizioni molto lontane fra loro, ma entrambe suggestive. La "pillola della tranquillità" è davvero la chiave per la maturazione neuronale e psicologica, o assume il sinistro significato di un mezzo di controllo sociale di massa? La questione non deve essere risolta con referendum, ma vissuta in modo apertamente problematico e responsabilizzante per tutte le parti coinvolte, ed ogni scelta deve essere soprattutto una scelta d’amore, sì, d’amore, per i nostri bambini.

Giancarlo Sensalari

Giancarlo Sensalari   
 

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