11 settembre 2001. Manhattan ‒ 21 anni dopo
(a cura di Maria Lanciotti)
 
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   15-09-2022
Coinvolge e commuove la lettura dell’editoriale di Guido Di Vito : suscita ampie riflessioni che possono toccare argomentazioni tanto di carattere antropologico che storico –politico – sociale.
Difficile dare una risposta oggettiva a questo “ PERCHÉ ?”
Sarebbe come spiegare l’origine e la persistenza del MALE , tema lungo i secoli affrontato da illustri filosofi e teologi senza che essi riuscissero a dare risposte umanamente ed universalmente convincenti
g.r.
g.r   
 
   15-09-2022
peccato che Guido Di Vito, caro Michele, ci abbia lasciati già dal 2014 (forse sfuggito?). credo sarebbe stato entusiasta di raccogliere il suo commento e intavolare una sostanziale discussione. non so se Di Vito conoscesse Marzullo, ma so per certo che nell'esporre il proprio pensiero si serviva sempre di parole sue, chiare e concise, evitando citazioni lapidarie per quanto dotte.


maria   
 
   14-09-2022
Peccato che Guido Di Vito, il quale forse conosceva anche
personalmente Gigi Marzullo, non abbia in questo caso
corrisposto al celebre invito del presentatore: Si faccia una
domanda e si dia una risposta.
Proverò allora io a dare una risposta a quel Perché?
Attingendola però da un grande romanzo di inizio Ottocento,
ossia Le affinità elettive, di Johann W. Goethe.
-Per fortuna, un essere umano riesce a concepire solo
un determinato grado di sventura; quel che va oltre,
o lo distrugge o lo lascia indifferente. Ci sono situazioni
in cui paura e speranza si fondono, si elidono vicendevolmente
e sfumano in una cupa insensibilità.
Michele Tarabini   
 

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