Maria Lanciotti. La rosa nera e la rosa rossa, una storia follemente umana – 1
Dopo la chiusura dei manicomi (Legge Basaglia – 13 maggio 1978, n. 180)
 
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   19-10-2018

Grazie a te Maria per aver acceso i riflettori su una realtà scottante e per certi aspetti “emarginata “.
Certamente un racconto, un romanzo o una poesia svelano solo i particolari di un problema che poi andrebbe affrontato in altri contesti e da persone preparate nel settore.
Personalmente posso soltanto dire che il rapporto tra letteratura e società, ( anche se non sempre visibile né sufficientemente analizzato nella sua complessità ) è vitale e di straordinaria importanza sia perché la produzione letteraria è espressione o riflessione dello spirito del tempo, che per il suo ruolo nella formazione culturale e sociale di quelli che… ancora.. “ pensano “ e “ leggono”.
E’ nostro compito stimolare i giovani al piacere della letteratura : se essa viene relegata ai margini della vita sociale ci impoverisce sul piano sociale e mette a rischio la libertà. Grazie ancora. Ciao.

Pina Rando   
 
   18-10-2018
grazie Pina
certo non si può minimamente pensare di affrontare una tematica tanto scabrosa e complessa con un racconto, per quanto fondato su situazioni reali e note, e tantomeno per rilevarne qualcosa che non sia già sotto \"osservazione\".
ma forse parlarne, in qualsiasi modo, può tornare utile per tenere in piedi un dibattito tutto ancora da svolgere.
solo alcuni dati (raccolti per una indagine sulla testata con cui collaboravo all\'epoca): prima della 180 era ancora in vigore l\'infame legge 36 del 1904. dopo la rivoluzione di Basaglia, basata sull\'antipsichiatria, col sorgere di tante cliniche private si dette fondo alle più squallide speculazioni, facendola franca in quello che era diventato territorio di nessuno. negli anni ottanta in certe lussuose cliniche nei paraggi di Roma ancora si praticava l\'elettroshock - nominato \'prelievo\' - che si avvaleva del consenso firmato di un parente stretto, e messo in conto oltre la salatissima \'retta\'. mentre nei reparti designati degli ospedali regnava il caos.
c\'è pure da aggiungere che l\'atteggiamento della società rispetto al problema non è mai stato dei più adeguati. anzi.
grata per il contributo
maria

maria lanciotti   
 
   17-10-2018
Bene, Maria, leggerò la continuazione del racconto.
Cordialità
Pina
Pina Rando   
 
   16-10-2018
chissà, forse andando avanti con il racconto se ne potrà capire di più
grazie per l'attenzione
maria
maria   
 
   15-10-2018
Un testo vibrante di amara realtà che evoca alcune delle criticità della Legge 180 del 13 maggio 1978. Se tale legge Basaglia ha restituito dignità ai malati di mente , dopo 40 anni , non ha risolto o superato le problematiche di tipo affettivo e psicologico inerenti alla carenza di personale per un’adeguata assistenza né ha adottato idonee misure sanitarie extra ospedaliere.
Mi sembra questo il senso del racconto di Maria Lanciotti.
La scrittrice – a mio avviso - vuole rilevare che la cura della salute mentale richiede soprattutto una “relazione “ terapeutica; pertanto a differenza di altri comparti della sanità , non c’è bisogno di tecnologie, ma di risorse umane con una formazione specifica.


Pina Rando   
 

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