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   30-12-2006
Bravo Mat!
Finalmente un'espressione piena di buonsenso!
L'accanimento mediatico supera l'accanimento terapeutico e la gente gira come in Fareneight 451, pupi del Grande Fratello!
Carlo Forin   
 
   28-12-2006
Su Welby non c'é molto da dire, l'accanimento terapeutico è irrilevante di fronte all'accanimento mediatico e strumentale di cui è rimasto vittima.
Si potrebbe andare avanti un'eternità per definire dove sta il confine di vita e non vita (lo stesso discorso vale per embrione o feto). Welby voleva morire.
Welby voleva porre fine alla sofferenza. Un fatto che visto nell'individualità della sua persona, merita tutto la nostro rispetto e comprensione.
Ma diverso è fare di un caso individuale una legge che vale per tutti se si considera che ci sono voluti anni per educare la gente a guidare con la cintura di sicurezza.
Ed ora qualche avventantore vuole radicalizzare in due giorni leggi che riguardano, valori etici, morali, teologici, e filosofici. Senza considerare che al mondo c'é piu' gente che vuole morire che gente che ha voglia di vivere.
Signori miei morire è un lusso che pochi possono permettersi.
Mi sembra estremamente sconsiderato avere libero erbitrio della propria vita, non solo per un discorso di sacralità, ma soprattutto perché credo che un uomo non possa uccidere un'altro uomo, menché meno se stesso.
Noi sbandieriamo il diritto della nostra individualità, ma non capiano mai di non essere soli.
Cari letterati: se tutto il vostro sapere deve mancare di rispetto agli altri, sarebbe meglio per voi fare dell'ignoranza la vostra cultura.
mat   
 
   17-12-2006
Un plauso per Claudio, che
fa benissimo a ricordare quel che accade, ancora, nuovamente e vergognosamente in Italia in questo momento, dopo Luca Coscioni.
E fa bene a ricordarlo con le parole di un filosofo vissuto 2 secoli fa, giusto per ricordare che siamo sempre un po' in ritardo, così come lo siamo parlando di giustizia (basta leggere Beccaria).
Lancelot   
 

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