Gian Paolo Guerini: THE SMALL OUTSIDE con PICCOLE VARIAZIONI di Silvia Comoglio
Concerto per suoni lontani e parole vicine - parte 6/8
 
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   28-05-2016
L'ho fatto anch'io Patrizia e, nel mio commento alla parte 5 credo di averlo espresso con sufficiente partecipazione. Tuttavia, proprio per l'appassionato coinvolgimento che questa interlocuzione poetico-musicale mi suscita, e ben sapendo che ciascun artista utilizza la propria gamma di strumenti, nell'estensione che le sue proprie competenze gli consentono di esprimere o che l'istanza interiore lo incita ad osare, dopo aver dedicato attenta e mirata attenzione all'opera del musicista, sono stata mossa da viva curiosità a suo riguardo. Considerando che questo spazio si presta elettivamente al confronto, spero innanzitutto di non essere stata troppo pungente nell'esprimere la mia domanda che, evidentemente, mi urgeva così tanto e mi auguro che il Sig. Guerini abbia bene inteso che sono mossa da un autentico e profondo desiderio di meglio comprendere la sua specifica opera. In particolare, mi chiedevo e mi chiedo se quei bassi così profondi, dove pochissimi di noi sarebbero capaci arrivare, siano volti a coglere, raccogliere e sostenere quella gravità delle cose che rende poi possibile levarsi tanto in alto. Grazie!
Ivana Cenci   
 
   27-05-2016
ciao Ivana e bentrovata veramente di cuore!
Io non conosco e non so leggere la musica , sono partita dalla voce di Silvia, dalla musicalità delle sue parole, solo allora mi è sembrato di cogliere le note di Gianpaolo nel loro alternarsi in reciprocità con gli accenti dei versi e ho vissuto \" a modo mio\" la condivisione dei due artisti in uno spazio che è \"spartito\" del tempo.
patrizia garofalo   
 
   26-05-2016
Mi si perdoni la curiosità,
che non è certo cosa negativa, se non va a invadere lo spazio altrui in maniera impertinente. Ebbene la mia questa volta si è fatta incontenibile: vorrei porre una domanda all'autore musicale di quest'opera. Sig. Guerini, ho avuto modo di vedere che Lei sembra avere una particolare predilezione per le note basse, molto basse e ultabassissime, tanto da renderne di fatto impraticabile la lettura e, soprattutto, irraggiungibile anche con l'aiuto di qualsivoglia strumento, il punto massimo di estensione. Per non dire della loro indefinibilità. Mi potrebbe aiutare ad intendere, anche soltanto un poco, quel suo andare a cercare tanto in fondo?
In particolare quando lancia a mo' di razzo, come bene si evidenzia in questa sesta parte, una nota tutta sola?
Le sarò grata, e spero che il mio osare permetta anche ad altri di poter meglio intendere e apprezzare il suo indubbiamente ricercatissimo lavoro... di "immersione e di volo", per il tramte della musica.
Le rinnovo i complimenti.
Ivana Cenci   
 

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