Giuseppina Rando. I trentatré nomi di Dio di Marguerite Yourcenar
“La grande lezione delle cose che passano”…
 
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   13-03-2015
Ringrazio Geo Vasile dell'attenzione e della lettura.
Essenziale il richiamo allo spirito francescano e alla filosofia orientale dalla quale tutti noi avremmo molto da apprendere. Un caro saluto.

Giuseppina Rando   
 
   12-03-2015
Cara Giuseppina, il tuo testo critico è nel contempo accademico e atto d'amore per la raccolta della grande Marguerite. A dire il vero io ho letto qualche suo romanzo, ma di poesia sapevo pochissimo. Ecco che tu ci metti davanti uno specchiogico ma del suo modo di concepire la poesia quale viaggio eterno dell'io che s'immedesima alla realtà oggettiva attraverso la concatenazione corpo e anima, particolare e universale, spirito della Natura che si fa autocoscienza. Vi è un Deus Absconditus senza tempo e spazio che permea l'esistenza creaturale, mette la sua firma e suggello sul volo triangolare dei cigni, sul filo d'erba, sull'airone, sul sole nascente. Tuto ciò ricorda lo spirito francescano del Cantico di frate Sole (o delle creature) abbinato al concetto della negazione e superamento dell'io (cupio dissolvi). Già siamo sul teritorio della filosofia orientale, più precisamente quella dell'affidarsi disperdendosi in un modo di esserci, di credere e atteggiarsi nei confronti del mistero della Creazione apparentato al buddhismo zen, condiviso anche dai grandi della letteratura giapponese. I trentatre nomi di Dio significa per la poetessa francese avere la visione del cuore delle cose.
geo vasile   
 

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