Tania Bruguera: “A Cuba abbiamo imparato molto bene i nostri doveri ma non i nostri diritti”
L’artista è ancora all’Avana in attesa che si risolva la sua situazione legale. Intervista rilasciata a Yoani Sánchez, per 14Ymedio
 
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   08-02-2015
Ci riuscirai, caro Leonardo. Anche tu volessi farla il 25, di aprile... ;-)
E non credo che il ministro Franceschini ti proporrebbe, in alternativa, di tenere il tuo happening al circolo dei filatelici o al club nautico di Palermo.
Né la Digos fermerebbe me (o qualcunaltro/a di Tf), o mi tratterebbe in redazione, se quel giorno mi incamminassi per strada o volessi uscire per venirti ad ascoltare o a prendere il microfono.
Le parole di Tania sono semplici, chiare e convincenti. E, senza stare ad arzigogolare sulle virgole, pare proprio che tu e lei la pensiate allo stesso modo circa il dialogo Usa-Cuba. Così come sul, giustamente preteso, benessere dei cubani.
Buona domenica.
Enea Sansi   
 
   07-02-2015
Il prossimo 23 aprile davanti a Palazzo Chigi ci sarà la mia performance con microfoni aperti a tutti per esigere al Governo; e per coloro fuori di Roma esigete nelle strade di vostre città.
Ci riuscirò?
Fermo restando il diritto inalienabile di libera espressione, partecipazione e decisione, ci sono – in tutto il Mondo – delle regole. Il giorno 18 dicembre Bruguera pubblica una lettera nella che, dall’Italia, lancia una convocazione per il 30 nella Piazza della Rivoluzione e a manifestare in tutte le strade del Paese. Una iniziativa tutta sua. Nonostante, il giorno 26 Bruguera è ricevuta nell’aeroporto e il 27 si intervista con Valle, presidente del Consiglio di Arti Plastiche, che non le dice di cancellare la sua performance se non di spostarla dalla Piazza della Rivoluzione. Al dire di Valle – mai smentito da Bruguera – se le offrì: «fabbriche, università, fermate d’autobus o mercati» ma Bruguera non accettò. Tenendo conto della fretta e il modo della convocazione, il momento storico, il luogo, la data e il tempo a disposizione, si è avanzata ipotesi – del tutto plausibile – del “simulacro”: chiedere inamovibile l’impossibile per ricevere una già spettata e ovvia negativa, da fare passare per repressione; per “dimostrare” che non essendo cambiato niente a Cuba, era ingiustificata la distensione nelle relazioni Usa-Cuba.
Bruguera adesso nega che abbia voluto per forza la Piazza e addirittura dichiara che il luogo le risultava «problematica» estetica e simbolicamente. La smentiscono la lettera al Papa, Obama e Raúl, così come comunicati stampa e tanti post su FaceBook.
Mentre i settori ultrareazionari vogliono boicottare la normalizzazione delle relazioni perché contro il socialismo, sembra che Bruguera voglia fare la stessa cosa, ma presentandosi contro il capitalismo. La “formula” già è stata usata nella distensione quando il governo Carter.
Adesso Bruguera sbandiera la “paura” quando parla del disastro in molti dei Paesi ex-socialisti dopo il crollo socialista e l’invasione di capitale, quando esige a Raúl «che non ci comandino i mercati», quando gli chiede delle previsioni per «non convertirci nella Cuba di 1958?», quando si chiede «come assicurare che non saremo una colonia [degli Usa]?» Ma, come? Non erano lei e suoi amici, come Yoani, a difendere il capitalismo? Non è lei quella che appoggiato a persone, come le dirigenti delle Damme di Bianco, che hanno lodato la Cuba prima del 59? Evidente contradizione che odora a strumentalizzazione.
Oggi Bruguera è a 14ymedio, il giornale che appena 24 ore dopo l’annuncio degli Usa e Cuba pubblicò la lettera di Bruguera e pure l’articolo di Montaner che criticava duramente la normalizzazione delle relazioni e chiedeva la continuità della linea dura e con essa del Blocco. Lo stesso giornale, lo stesso giorno, con una visione contro il socialismo e l’altra contro il capitalismo. Con lo stesso obbiettivo?
Tania, sono perché tu abbia tutti diritti, ma se il tuo diritto pesta il diritto di miei compatrioti ad avere un po’ più di pace e benessere, no. Tuoi diritti finiscono quando calpesti quelli altrui.

Leonardo Mesa   
 
   06-02-2015
Sì, è proprio vero.
E mille coriandoli di grazie a Silvia Bertoli che consente all'Oblò di Tf di proseguire nell'importante funzione di servizio che ha sempre svolto.
Cordialmente
esplora   
 
   06-02-2015
Intervista profonda e molto esaustiva della mancanza di libertà a Cuba. Le parole della Bruguera chiariscono gli avvenimenti e sottolineano, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, il terrore che all'interno di un regime genera qualsiasi espressione d'arte e civiltà.
patrizia garofalo   
 

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