Un sonetto di Damiani
Nel CX anniversario della morte
 
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   25-10-2014
Che m’aspetta di là? Non so, ma chiunque tu sia, Morte,
io mi son un che fieramente amai ciò che non era, e al tuo cenno: eccomi! grido…

Il poeta non solo è consapevole di non sapere, ma è comunque fiducioso nel Destino...

Eccomi! Non è un grido di paura o di implorazione, ma par più la pronta risposta del poeta ad un richiamo di qualcuno che se anche non conosce pur riconosce come amico o fraterno: ehi!, tu, sono qui!

luciano angelini   
 
   23-10-2014
...
chiunque tu sia, Morte, che stai
impassibile al varco, apri le braccia
misericorde a chi smarrì la traccia:.
versi …sempre attuali.. che parlano al cuore di tutti.
Mi ricordano il poeta sacro del “Cantico dei cantici” che scrive: ” forte come la Morte è Amore “ e il moderno poeta Cesare Pavese ..” Verrà la morte e avrà i tuoi occhi “.
Amore e Morte ( già lo insegnavano i greci con Eros e Thtanatos ) si confrontano come in duello: l’uno è vita, gioia, speranza; l’altra è silenzio, miseria, desolazione.
Ritengo che anche il poeta Guglielmo Felice Damiani in questo sonetto pensa che l’ultima parola non può essere il “nulla” ( “o forse il raggio di speranza invano / dal ciel piovuto un dì su la mia culla?”)
e, al di là della fede, si affida alla potenza dell’Amore attraverso un’intuizione e una fiducia primordiale

Giuseppina Rando   
 
   23-10-2014
Questa poesia presentata SU L'ORLO DEL BUOIO è molto tristemente bella. Dobbiamo conoscere meglio questo Poeta... Organizzate!
Barbarah Guglielmana   
 

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