Lidia Menapace. Donne in vista 2
 
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   06-03-2014
A me no. Mi pare incredibilmente meschino che una che si batte per i "diritti" adduca il minor tasso di mortalità tra le donne, e quindi la maggior incidenza di vecchie a carico di noi tutti (e principalmente uomini, che sono il grosso della forza lavoro produttiva), per suggerire che "pro quota" dovrebbero esser maggioranza anche in parlamento. Ragionamento ridicolo, quel che conta è che le donne abbiano l'opportunità di farsi rappresentare presso le varie istituzioni, solo quella. Questa è giustizia, poi, chi ci arriva, dipende solo dalla "lotta" tra i vari candidati, maschi o femmine. Poichè gli uomini tralaltro son pure di meno, e poichè non han il diritto di esercitare forza fisica du di loro per vincere, per definizione la lotta è alla pari. Le cause della minor rappresentatività va ricercata altrove, non sto qui ad elencare che è un discorso lungo. Infine, voglio far notare che nonostante la minor presenza femminile, gli uomini non fanno nulla per i maschi del paese, anzi son tenuti a operare per le donne; mentre quando le donne in parlamento possono, fan sempre lobbismo femminista. Le donne sono legislativamente iper tutelate anche quando han torto, godono di un certo favor giuridico, discriminatorio per gli uomini, piccole cose ma tutte insieme dipingono un quadro di un paese androfobico, altrochè. Vittime un corno.
Mirko Zanette   
 
   28-02-2014
cara Lidia, leggo ora questo tuo variopinto ragionamento che mi era sfuggito. Una variante intelligente del rifiuto ineliminabile della reductio ad unum...
Antonia Sani   
 

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