Le minacce a Yoani. Intervista di Jorge Ramos Avalos
 
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   18-04-2013
Yoani non è giornalista, come con furbizia affermano e come con furbizia lei non contesta.

Yoani dice:
«Sono stata arrestata, malmenata». Ma dell’unica cosa che è provata è che sia stata arrestata.
«Dico la prima sillaba [di dittatura] e già mi metto nei guai». Ma lo dice da anni e lo ripete una e altra volta.
Ha «un telefono [iPhone] monco perché privo di connessione internet» e che «è regolarmente bloccato» dal governo cubano. Ma Yoani riempie Twitter e comunica con messo Mondo senza nessuna difficoltà.
Che si guadagna la vita con le cose che sa fare: «Sono esperta di computer, lavoro con loro e li riparo»; parla di scrivere in diversi giornali. Ma tacce su i suoi moltiplicati e succosi premi e il suo incarico nell’IPS. Ma lo stesso dice di avere un frigorifero vuoto e non smette di chiedere aiuto economico per proseguire i suoi “impegni”. Niente di nuovo: come tutti altri suoi “antenati”.
Di non avere mai militato in un partito. Ma è collegata direttamente a loro.
«Non potrei mai lavorare per una realtà straniera». Ma segue al piede della lettera il design Usa, riceve abbondanti soldi dell’USaid (sorvegliata dalla Cia) e di altre goNGO degli Usa, è assidua visitatrice della Sina. Inoltre segue i design degli Usa riflessi sul PP (cui vertici hanno collusa relazione con la FNCA degli Usa) spagnolo e il suo organo di stampa El Paìs.

Ramos dice:
Cuba «assassina dissidenti». Ma Cuba espone i dissidenti con migliore salute al Mondo; a differenza di altri tanti paesi, amici degli amici degli Usa.

Yoani ha una lunga storia di manipolazione, tergiversazione e menzogne. Ma lo stesso le sue “denunce” di minaccia contro suo figlio vengono presse per vere; stranamente da coloro che altre cose prendono per false.


Leonardo Mesa   
 

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