Roberto Pereira. Un'altra Cuba è certamente possibile...
Alcune considerazioni per il compagno Mesa, in forma di lettera aperta
 
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   09-12-2012
So che non\'è a fatto facile disfarsi dal dogma,cosi che quando uno indica la luna si continua a guardare il dito.

Sugerisco ai lettori-peccato sia solo in spagnolo- l\'intervista a Esteban Morales \"Cambiar debe ser menos costoso que aferrarse al pasado\" ecco il link http://www.havanatimes.org/sp/?p=76263 come tutti sapranno Morales militante del PCC academico di prestigio, che piu lontano non si può di quei \"fantomatici asalariati dal impero\".
Dopo di che compagni miei il resto viene da se.

Buona Domenica a tutti,ricordiamoci che domani 10 dicembre giornata internazionali dei diritti umani.
Roberto Pereira   
 
   06-12-2012
Pereira, Tellusfolio offre lo spazio a tutti perciò, la possibilità di monopolio è esclusa. Poi, io non ho nessuna intenzione di una discussione a persona.
Non ho mai detto che tutti dissidenti siano al servizio del peggio dei “miamensi” né degli Usa. Ho detto, e ripeto, che tutti coloro che ottengono visibilità lo sono. I veri dissidenti non interessano.
Continui incontri e dipendenza della Sina e i settori più reazionari lo provano. È inutile insistere sul contrario. Lo provano tanti stipendi, aiuti, premi e lodi esagerati provenienti da quella parte. «Dimmi chi ti paga e ti dirò chi sei».
Non sono contrario all’aiuto economico alle idee giuste, ma non a che esse incatenino altrettanto (se non di più) le idee; soltanto che in senso contrario.
Perché MAI tali “dissidenti” (veda che a questi l’indico fra virgolette) parlano di buono a Cuba? E qualcosa ci sarà! Perché MAI fanno una critica al governo Usa nemmeno quando strozza i propri conterranei? E qualcosa di brutto avrà fatto! Cosa ai “dissidenti” obbliga da una parte a sparlare e dall’altra a tacere?
Non capisco perché i “dissidenti”, anche quando hanno ragione, la sporcano (e la perdono) con la selettività, l’esagerazione o la menzogna?
Sono tanti i “dissidenti” che dopo essere caduti nell’obblio hanno svelato (o confermato) il marchingegno. Basta vedere le dichiarazioni di Pagés, il primo “capo dissidente” quando la Cia (documenti declassificati) ha decisi di separare la lotta contro il governo cubano in due alle: una violenta e militare e altra pacifica ed ideologica. Tutto per rovinare di maniera “elegante” qualsiasi tipo d’accordo Cuba-Usa ai tempi di Carter. Bastano le dichiarazioni del primo capo della Sina.

Martí prima di tutto voleva la completa indipendenza di Cuba, Porto Rico e l’America Latina dagli Usa; voleva l’unità di tutta l’America Latina. E non mi sembra che i dissidenti vogliano quel che Martí. Quando i dissidenti hanno criticato il Blocco che strozza e isola Cuba? Quando la legge Torricelli? Quando l’Helms Burton che è esplicita nella perdita dell’indipendenza politica ed economica di Cuba e la minaccia? Mai!

Leonardo Mesa   
 

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