Enrico Marco Cipollini. Senza più schemi desertificanti
Il bisogno di abbandonare le vecchie categorie politiche troppo anguste per un mondo che cambia
 
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   03-11-2012
Un articolo di sicuro interesse e molto ben ponderato questo di E.M.C. e dal quale è possibile essere ispirati per attente riflessioni.
Il mondo procede ad una velocità allarmante ma non per questo il pensiero e le idee devono considerarsi, così come ogni “oggetto” immesso oggi sui mercati, obsoleti e già sorpassati in pochi mesi se non addirittura in pochi giorni. Pensiero e idea sono i fondamenti assoluti cui l’uomo deve affidarsi, da sempre e per sempre, e di conseguenza Etica,Morale e Politica, così come la filosofia che da sempre è la loro guida, devono assumere anche oggi un valore universale, liberandosi comunque da “vecchi” schemi che le possono rendere schiave di un passato che è sì, storia, ma che l’uomo “moderno” non può ormai più considerare “docente” proprio per il cambiamento continuo cui l’umanità è sottoposta. In poche parole e con un esempio che credo calzante, direi che “non possiamo continuare a fare indagini su un delitto così come venivano fatte un secolo or sono, quando oggi ci sono altri metodi altamente scientifici …” ma non per questo essi possono fare a meno di “pensiero e di idee”.
E’ richiesto quindi un rinnovamento assoluto della “cultura politica” che non può disattendere le attese delle sfide del mondo moderno e che su esso è chiamata a riflettere, concentrando pensiero e idee su ciò che Etica e Morale da sempre suggeriscono per, appunto, non dimenticare, per riflettere e saper tradurre in azioni di buon governo ciò che da esse ci viene richiesto con una proiezione universalizzante, perché le sfide che il futuro immediato propone sono più importanti per la sopravvivenza dell’ “umanità” di quanto non lo siano state tutte insieme quelle dei secoli passati. Una errata impostazione sarebbe oggi micidiale e irrimediabile. Ma chi detiene il potere o chi lo avrà domani sarà capace di riflettere sul valore della vita e sulla sua centralità, o si baserà su altri demoniaci valori ? La prima scelta potrà aprire infinite strade, la seconda solo un baratro !
Italo ZIngoni

italo zingoni   
 
   03-11-2012
Dovremmo trovare il coraggio e la forza per un rinascimento che ci ri-generi dall'era decadente nella quale viviamo.
Dove sono coloro che hanno la limpidezza nello sguardo, la mente ampia e il carisma per guidare tale movimento? Perfettamente raffigurato, esaminato nel profondo eppure senza pedanteria, l'analisi dell'attuale situazione non fa una piega, ma suscita una domanda. E adesso???
laura caputo   
 
   02-11-2012
Mi sento di ringraziare coloro che con il loro commento , mi han destato nuove visioni
In primis il mio allievo MATTEO CROSERA con la sua spiccata attitudo alla chiarezza....lo schifo del sistema partitocratico...è vero, dopo il referendum contro il finaziamento pubblico voluto dai radicali, ci fu il solito golpe,la solita variante..rimborso!Intanto si faceva forte la controriforma tra partiti ed ecclesia,...Con i loro diktats i curiales dettano norme allo stato laico/?/....perdendo di vista le esigenze di una visione planetaria,globale..... Nulla salus extra ecclesiam? già.
Nessuna salvezza,parafrasando, senza il modello eurocentrista! Ringrazio l\'analisi statuale di Francesca Giustini, la schiettezza di Matteo Crosera, l\'analisi puntuale di Federica Bonzi, l\'interrogativo retorico e ironico di Rita Pisacfane e di tutti gli altri che si sono cimentati con sé prima dells visione critica di una revisione politica GLOBALE... A tutti un grazie compartecipato
emc
enrico marco cipollini   
 
   28-10-2012
Chiedo scusa per un prosieguo cui tengo! Vorrei che nell\'antropocentrismo non fosse dimenticata la bellezza della bellezza, della cultura eterogenea, della letteratura, della poesia, della pittura, della musica. Sono linguaggi universali che trascendono scienza,borse, economie, che uniscono mondi diversi e lontani e che, oltre ad arricchirci, ci rendono senza tema di smentita, più potenti di qualunque mercato.
Federica Bonzi   
 
   28-10-2012
Mi fa piacere avere finalmente letto questo breve saggio di Enrico Marco Cipollini poiché vi ritrovo un'idea che ho ri-sposato da un po' di tempo.Non che ne avessi mai divorziato, semplicemente l'avevo accantonata senza peraltro che i miei comportamenti siano mai cambiati rispetto ad essa. Il nome di questa mia idea è obsoleto, retaggio di antichi studi filosofici e nel contempo ha per me un bel suono moderno ed è "antropocentrismo", un nuovo antropocentrismo che torni a considerare l'uomo, la sua essenza come esperienza centrale e fine della ricercaa filosofica e politica. Per troppo tempo e da troppo tempo abbiamo deificato la scienza, l'innovazione tecnologica e non cadrò, per contro, nella sua demonizzazione.La ricerca scientifica e tecnologica ci hanno permesso passi impensabili nella medicina, nel modo di lavorare, di comunicare con chiunque ovunque si trovi. Non so se questo modo di interagire somigli anche vagamente ad una vera comunicazione, anzi sono convinta del contrario. Abbiamo dimenticato quanto sia bello parlarsi, ascoltare i toni, le sfumature,i colori e il calore delle voci e ci affidiamo all'asetticità di letture retroilluminate.All'universalità delle comunicazioni si accompagna, non so se come causa od effetto, la globalità dell'economia, del "mercato" che lega indissolubilmente i paesi industrializzati. Dimentica invece i paesi poveri che non sono nemmeno quelli emergenti, sono proprio poveri e chi li abita si avventura in viaggi pieni di speranza e spesso invece di morte per migliorare la propria condizione o fuggendo da guerre o semplici divergenze di opinione con il potere costituito. Ecco allora il problema dell'accoglienza del cosiddetto "diverso",grande tematica globale che anche noi abbiamo avuto a partire da un secolo fa all'incirca fino agli anni '60 (tranne la parentesi della guerra).Penso che in questa breve e modesta disamina il fil rouge che tutto unisce sia proprio, da parte degli Stati del mondo, la riscoperta della centralità dell'umanità intesa come intus dell'uomo,la sua valorizzazione mettendo da parte categorie strettamente capitalistiche, un po' asfittiche oramai, unendosi in un nuovo modo di vedere il mondo, che sia includente, meno positivista, più umanista e più umano. Grazie Enrico
Federica Bonzi   
 
   27-10-2012
L\'Occidente non crede più di essere l\'unico artefice di storia? o continua ad attribuirsi il ruolo di avanguardia degli \"oppressi\" di tutto il mondo?
Una politica nuova finalizzata al bene comune sarebbe auspicabile..una politica priva \"dei retaggi del passato\" e che, come tale, intervenisse contro l\'imbecillità e l\'ipocrisia del potere che rappresenta, insomma facesse un lavoro \"ben fatto\": un nuovo palazzo da costruire sulle rovine del mondo: ma,per fare ciò,bisognerà che si depuri di ogni forma di banalità e di violenza mascherata:solo così acquisterà un senso buono, creativo.
Rita Pisacane   
 
   26-10-2012
Grazie all’ ampia panoramica del tema trattato dal Prof. Enrico Marco Cipollini che pone coscienza ad una attualità socio economica materialmente e moralmente inaccettabile, sento di dover esprimere, nei limiti della mia conoscenza , una opinione che vuole essere testimonianza, e non indifferenza e negazione, verso il rapporto di Verità di tutto ciò che si vuol far sentire tale-

E’del tutto evidente quanto il malessere e le difficoltà del nostro Paese siano cresciuti in un tempo di così rapida accelerazione e di crisi della politica, alle prese con una transizione infinita e con un sistema informativo sempre più sgangherato e messo in discussione fin dalle fondamenta del suo ordinamento professionale- La sfida che si pone in tutti i settori è di ripensare e ricostituire il patto sociale su nuove basi che riapre il dibattito sulla filosofia delle politiche pubbliche in un contesto di pensiero economico che presenti nuove formule e procedure decisionali basate su un’ assunzione di responsabilità dove gli interlocutori, essi attori, organi statali, legislativi, dovrebbero riconoscersi come portatori di legittime esigenze dei cittadini, presenziando onestamente i propri ruoli, e ricercando punti di equilibrio fra interessi contrapposti per costruire una società giusta e democratica- Possiamo però vedere quanto siano lontani da queste idee il metodo e la sostanza della politica nella sua pratica coercitiva, obsoleta, antidemocratica; la stessa democrazia, in quanto potere dei cittadini esistenti e votanti, per essere idonea a interpretare queste responsabilità deve dar voce a chi non può esprimersi, cioè i non-ancora-nati: dovremmo quindi ricorrere ad un concetto guida di “ dovere verso l’ uomo “ poiché l’ interesse dell’ uomo, coincide nel senso più sublime col resto della vita in quanto futura dimora dei diritti inalienabili e del benessere, di cui lo Stato è diretto responsabile, delle prossime generazioni- Il mercato mondiale del lavoro è caratterizzato dal computer e governato dai tecnocrati che hanno sostituito il padrone, sostituito a sua volta dal manager: ne risulta un Capitale posseduto da un diffuso azionariato, vettore di una miopia epocale e di modalità operative basate sul rifiuto di una prospettiva che pone l’essere umano nella centralità di un grande piano globale capace di progettualità a lungo termine, e che superino la tirannia dell’ emergenza come status permanente, in quanto negazione attiva e incapacità di iscriversi in un futuro sensato- Se non si interviene in tempo, cioè qui ed ora, riemergendo da questo disfacimento sociale, etico, culturale e valoriale, che propone il mero assistenzialismo come unico riferimento e logica politica, le generazioni future non avranno la possibilità di assumere le misure del mondo e delle opportunità che dovrebbero essere fruite dai potenti, equamente ed egualitariamente in tutti i popoli, con il giusto equilibrio, il quale invece appare essere Utopia- La nostra legislazione è frazionata, tardiva, racchiusa in un sostrato sovrabbondante di Interessi Occultatori, e il nostro sistema statuale vive soltanto di decreti legge, ( in extremis ) che di fatto, si sono tradotte in un governo che ha frantumato la consistenza di base nel nostro paese- L’ organo statale, oggi, non regge più: viviamo con un codice che da un lato viene modificato solo in base a cogenti norme europee, e dall’ altro, integrato da leggi che si sovrappongono ad esso, tende unicamente a controllare i fenomeni sociali, devastati dalle regole dei mercati finanziari che hanno eroso tutte le categorie impiegatizie e la forza lavoro del paese, nel tentativo di tenerli legati e connessi al “ sistema”- Questo deriva dal fatto che il sistema finanziario, era, come è ancora, in gran parte nelle mani dello Stato e nelle sacche di una evoluzione esclusivamente capitalistica che non ha pensato e quindi tutelato i veri attori della società, cioè i cittadini, involvendo lo sviluppo imprenditoriale delle piccole e medie aziende- Dobbiamo riaffermare una Coscienza Civile Collettiva per approdare ad una Rivoluzione Etico Sociale che riconsegni agli Italiani il Diritto Imprescindibile alla Vita e alla Dignità-

Francesca Giustini
Francesca Giustini   
 
   26-10-2012
riesce, come sempre ,il prof. Cipollini a sviscerare tematiche attuali in maniera limpida ed esaustiva anche x chi ha duri approcci con la politica.....complimenti al suo modo chiaro e preciso di approcciarsi a qualsiasi argomento e trasmettere la sua opinione con le competenze che lo contraddistinguono sempre.......VITTORIA GAITO (docente scuola primaria )
Vittoria Gaito   
 
   25-10-2012
Non ho idea di cosa abbia bisogno l'umanità per tornare a sorridere,salutandosi per strada solo per il gusto e la voglia di farlo,per far capire al perfetto sconosciuto di passaggio che basta un sorriso,un cenno , un gesto per avvicinarsi un po' di più. Ma la nostra società è malata,marcia di egoismo ,si nutre di televisione scadente, d'indifferenza,quell'indifferenza che uccide o emargina gli ess
eri più sensibili,più vulnerabili,perchè non rispecchiano il loro profilo ideale per essere chiamati esseri umani.Esseri umani lo siamo tutti,indistintamente uno dall'altro e come tali su questa terra,come qualsi altro mammifero siamo animali,"forse"i più intelligenti,quelli che riescono ad adattarsi meglio a madre natura,ma infondo siamo come loro, ci uccidiamo a vicenda ,ci isoliamo,creiamo branchi ed è facile poi perdersi di vista.
Il perdersi di vista non significa dimenticarsi di qualcuno,ma continuare la propria esistenza ,seguendo strade diverse,intraprendere i percorsi preposti dal destino per ognuno di noi.Non ci potrà mai essere indifferenza per chi ha incrociato la nostra vita,camminandoci affianco,o semplicemente chiamandoci amico,e ,si spera sempre di rivederli,magari con delle nuove buone,piangere per una eventuale dipartita risulterebbe vano come un animale perdesse il pelo.Ecco che ritorniamo a sentirci umani,animali col cuore,che brutta sensazione sentirsi egoisti.Non c'è politica nel mio intervento,perchè non solo non credo ad essa,reputandola inutile e sempre dannosa(da secoli) è una gabbia di moralità e buoni propositi che imbriglia e maschera la nostra vera natura l'essere degli animali,pensanti appunto ma sempre animali siamo,ci rimpinguiamo la bocca di paroloni tipo,umanità e mascheriamo guerre per missioni umanitarie e vorresti salvare il pianeta?La domanda è :chi salverà l'uomo da se stesso? La cultura non basta,la politica affossa le nuove generazioni,la monarchia è deleterea quanto l'anarchia dunque?L'uomo con la clava era più umano di noi.

Matteo Crosera
M.Crosera
Matteo Crosera   
 
   25-10-2012
"Bisogna abituarsi a pensare una cultura politica in senso nuovo". Chi? L'intellettuale soltanto o il popolo,la gente? La lotta tra le due "dittature",quella borghese e quella "proletaria" è fortemente condizionata dal ruolo degli intellettuali. La borghesia è più attrezzata e detiene mezzi e risorse per aumentare numero e qualità dei suoi sostenitori;i ceti meno abbienti partono svantaggiati, perchè sono scarse le "scuole" di formazione e preparazione degli intellettuali che dovrebbero formare e sostenere un nuovo pensiero politico in grado di mobilitare coscienze e mezzi per il superamento delle disuguaglianze.Caro Marco la vedo dura....
Mimmo panetta   
 

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Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276