Iván García. Hacer media a Cuba
 
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   30-09-2012
Adoro le metafore.
Anche le storie piene di cinesi e russi. Un po' meno quelle con i venezuelani, che mi sembrano filosoficamente meno interessanti.
Ma diamine, cinesi e russi sono popoli dalla cultura millenaria e sedimentata. Insomma, straordinaria.

Mi piacciono tanto anche i cubani, non hanno tutta quella "storia", ma arguzia da vendere. Forse per questo mi piace Cabrera Infante. Sicuramente per questo.

E in fin dei conti mi piacciono anche tutti quei cubani reclutati dal Tiranno ai servili compiti di castrista digitale in terra europea. Sì, sì, mi piacciono.

Mi fanno entrare nella storia.

A chi non sarebbe piaciuto parlare con Hitler per spiegargli che quello che stava facendo era una vergogna?
A chi non sarebbe piaciuto parlare con Napoleone, Pol Pot, Caio Giulio Cesare?

Certo, io mi devo far bastare i camerieri di Jack lo Squartatore... ma è già qualcosa.


Massimo Campo   
 
   30-09-2012
Anni or sono mi trovavo a casa del sig. Chicharov un assesore all'agricoltura russo all'Avana, insieme a sua moglie Sedepetronka Sibrinka, prima ballerina del teatro moskovita Bolshoi. Fu una serata indimenticabile. Pensai, questi sono matti. Lui non faceva altro che parlare di legumi e humus, e lei di mostrarmi i suoi tutù. Ero parecchio imbarazzato e non sapevo cosa fare.
Dopo due ore di difficoltà suona il campanello e vedo apparire questo cinese magro come un chiodo in giacca e cravatta. Il mio pensiero fu, prima o poi si scioglie. Niente, quest uomo non sudava, nenmeno una goccia. Domando chi cercasse, e con occhi tristi mi disse:
- Sono il signol Pon Meh Chon, e celco il signol Yopulo Lotako.
Al che risposi - Non conosco nessun Lotako, qui ci sono due russi matti da legare - e me ne andaì.
All'indomani scoprì che il cinese era un viceministro dell'energia in Cina e che cercava il suo domestico giapponese che per colpa di un taño ebbe un grosso problema con Cunta.
Al final, la vieja saliò preñada y el viejo tuberculoso.
Manigüero   
 
   29-09-2012
Massimo, a differenza “vostra” che fatte tacca fra “simili”, io ho contradetto a Iván e anche, in parte, al mio “simile” Manigüero. C’è qualcun problema in esso?
Manigüero segnalò il significato primario e più usato di «hacer media». Perché prendersela con lui per avere dimenticato l’altro e non con Iván per avere dimenticato, pure, l’altro? Secondo me non c’è da prendersela né con uno né con l’altro.
Iván invece si è tirato dal niente che «hacer media» era anche parlare male del governo. Abbinamento forzato. Lo stesso che Yoani fece giorni fa con la Vergine della Carità, abbinandola ai cubani che attraversano lo Stretto verso gli Usa.
Lo dico sempre: i dissidenti, anche quando parlano verità, la sporcano con forzature, esagerazione, generalizzazioni, tergiversazioni.
Massimo, devo ringraziarti perché grazie a te abbiamo conosciuto da dove veniva Iván: da Tania. E a Tania la conosciamo molto bene. Poi, a Tania io l’adoro perché le corrisponde la primizia (fra la dissidenza) di avere smascherare a Yoani Sánchez; come a Zoe Valdés smascherare – da poco – a Marta Beatriz Roque (e il NEGOZIO della dissidenza).
Questi “bisticci” fra i dissidenti, però, non devono interpretarsi come “prova” della loro indipendenza, se non l’esatto contrario: avvengono SEMPRE a seguito della ripartizione dei soldi Usa: chi resta in basso o fuori prende rivincita: comincia a dire quel che dall’INTERNO conoscono molto bene!

Leonardo Mesa   
 
   29-09-2012
Caro amico, mi scrive \"In primis non sono compañero di altri che di mia moglie, colei che sessualmente mi attrae, ma non ho pregiudizi e se lo desidera potrei diventare anche un suo di compañero, visto che già mi chiama così. \"

Stia tranquillo, non utilizzi su di me la sua promiscuitá. La ringrazio dell\'offerta.

Companero, naturalmente, parlando di Cuba ha una valenza di appartenza politica. Mi sembra buffo doverlo spiegare ad un cubano così attento ell\'etimo dei termini. In quel senso lo usavo.

Poi le faccio notare una questione. Il fallimento del sistema castrista è stato eidenziato dal giornalista cubano.
Che c\'entra poi l\'Italia?
Questo è oblo cubano.

Prima affermava che il giornalista o non era cubano oppure viveva chissá chiuso dentro dove.
Ora tra le righe mi dice che in quanto italiano dovrei parlare solo dell\'Italia?

Lo so che per un cubano companero castrista è dura... Ma qui siamo in una splendida, immatura, imperfetta... Democrazia.
Non può dire ad una persona di cosa può parlare o meno.


Massimo Campo   
 
   29-09-2012
Ha ragione sig. Campo, non è stato lei ad insinuarlo e vi domando scusa, era diretto al sig. "Esplora".
In primis non sono compañero di altri che di mia moglie, colei che sessualmente mi attrae, ma non ho pregiudizi e se lo desidera potrei diventare anche un suo di compañero, visto che già mi chiama così.
Lasciando perdere las boberia, porque el horno no està pa pastelitos, vi posso dire che il "fallimento economico e morale" lo vedo tutti i giorni davanti a me e non parlo di Cuba. Lo vedo quando lo stato mi chiede più tasse per coprire i debiti prodotti dalle ruberie dei governanti, lo vedo quando i giornalisti tacciono, lo vedo quando i colpevoli la passano liscia, lo vedo quando nella televisione è più importante il gossip di un serio lavoro di ricerca scientifica. Fallimento morale? i numeri sono troppo diversi, il livello di corruzione in Italia è così elevato che fa paura. Nenmeno a Hollywood riuscirebbero a fare un film più drammatico e triste. Vogliamo parlare di fallimento economico? meglio di no, vi posso assicurare che ci saranno tempi molto duri per le future generazioni. Tempi dove i diritti dei lavoratori acquisiti negli ultimi decenni saranno aboliti per fare passo ad un tentativo di ripresa. Vedo un luogo dove la democrazia a ceduto il passo alla bancocrazia. Vedo un luogo dove la avidità ha preso il posto alla digità, vedo un luogo marcio nella suoa esenza.
Non è colpa di un sistema sociale u otro, entrambi possono essere validi, pero non possono convivere. E' la natura dell'uomo, essere sociale fino dove conviene, dopo di che "salvese quien pueda". Io do la colpa soltanto alla nostra avidità. Nell nostro subconscio sappiamo che le risorse di questo pianeta sono molto limitate, e tutti i giorni cerchiamo di accaparrarne un po di più degli altri. Sorpresa!!! anche i cinesi lo hanno capito e hanno deciso che non saranno loro a rimanere senza. Ci raccontano che la crisi finirà, no, in realtà finirà la arroganza di poter disporre delle risorse degli altri. Voi magari non lo vedete, ma la storia ha dato tanta prova della causalità del futuro, e per dirla tutta le condizioni storiche sono alle porte. Svegliatevi. Pretendiamo capire le ragioni di quel che succede a 7 mila km e non vediamo i nostri propri fallimenti.
Manigüero   
 
   29-09-2012
Leonardo: «Hacer la media» è fare la pausa, fare la parte, fare di compagnia. «Hacer media» è fare pausa, fare parte, fare compagnia. Nell’essenza e significato, cosa cambia?

Appunto. Il companero Maniguero ci ha voluto spiegare la genesi etimologica di Hacer media. Secondo i suoi canoni intellettuali aver dimenticato l'articolo “la” era segnale di scarsa cubanità del giornalista dissidente autore del pezzo.
Il companero Maniguero poco era interessato all'argomento del pezzo, in sintesi al fallimento economico e morale della rivoluzione, ma sessualmente attratto da quel meraviglioso e impudico articolo. Tanto da ribattere di nuovo, sbagliando persona oggetto delle sue furie.
Massimo Campo   
 
   28-09-2012
«Hacer la media» è fare la pausa, fare la parte, fare di compagnia. «Hacer media» è fare pausa, fare parte, fare compagnia. Nell’essenza e significato, cosa cambia?
Leonardo Mesa   
 
   28-09-2012
Maniguero, mi scrivi "lei non mi conosce e pretende dire dove sono e cosa faccio. Cosa sarei un agente della sicurezza cubana? Magari un ex Avispa consulente in una ambasciata cubana? o magari un consull, chi lo sà, potrei essere persino l'ambasciatore cubano a Madrid. No, veramente?"

Mai detto nulla del genere.


Massimo Campo   
 
   28-09-2012
Que fue lo que dije del parasitismo? Per me quello che più peso da a questo concetto è proprio nello scrivere cose non vere. Mi dispiace che lei Sig. Campo incorra in questo fenomeno, anche perche lei non mi conosce e pretende dire dove sono e cosa faccio. Cosa sarei un agente della sicurezza cubana? Magari un ex Avispa consulente in una ambasciata cubana? o magari un consull, chi lo sà, potrei essere persino l'ambasciatore cubano a Madrid. No, veramente?, come lei no conosce la mia storia, non può comprendere il mio pensiero. E nel suo ultimo commento mi ha accusato di un qualcosa che più lontano della realtà non poteva essere. Come dicevo prima scrivere o raccontare il non vero è per me è la parte più fastidiosa.
Ah, certe regole della gramatica italiana non si applicano al nostro linguaggio. Il significato non cambia, con o senza l'articolo. La differenza si trova nel contesto.
A Ivan lo leggo da parecchio, forse da prima che Voi lo scopriate. Alcune cose mi sono piaciute altre no. Mettere nello stesso calderone i tutti i lavoratori cubani è un insulto alle persone come mio padre, mia madre y miei fratelli, amici, insegnanti, medici, lavoratori ecologici, e tanti altri.
Per quanto mi riguarda, io, invece sono uno di quelli che pensano fondamentalmente a loro stessi. Tuttavia comprendo le strade della mia gente, anche se non le condivido tutte, e per questo ho scelto un futuro diverso per me. Ad ogni modo non accetto le mensogne.
Manigüero   
 
   28-09-2012
questa è la classica tecnica del/da regime cubano.
Sono addestrati da scuola.

Parli di fallimento dell'economia, del fallimento del sistema di produzione.... e questi parlano dell'articolo, l'accento, il punto.

Ad una conoscente di Berlino, che mi ha portato in giro e mi ha raccontato la storia dell'ex DDR, appena entrati nel museo della Stasi le ho detto.... che quel modo di agire della polizia politica mi ricordava la Seguridad de Estado cubana.

Abbiamo parlato di Cuba,del fallimento economico e di riflesso di quello morale.

Lei mi guarda e mi fa: "il socialismo reale è fallito in Germania, poteva funzionare ai Caraibi?"

sintesi perfetta.
Massimo Campo   
 

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