Yoani Sánchez. I funerali di Payá tra arresti e sospetti
 
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   01-08-2012
Il giorno del funerale di mio padre il prete parlò alla mia famiglia, e a tutti gli amici, di rinascita. Ricordo di averlo detestato quel prete, neanche tanto cordialmente. Mio padre era morto improvvisamente e non lo avrei più rivisto, e cosa peggiore non avrei più scambiato opinioni con lui. La morte di Paya é stato un dramma che spero si possa davvero ascrivere alla fatalità. Naturalmente la realtà dei fatti sarà sicura solo quando lo spagnolo Carromero sarà in Spagna e non in un carcere di uno dei regimi dittatoriali più beceri del secolo passato e presente. La credibilità di uno Stato di Polizia non é mai zero, ma naturalmente si spinge verso suggestivi numeri negativi. Però Paya non è morto invano. É un martire della libertà. Nel suo tentativo instancabile di raccontare una Cuba reale si stava dirigendo verso le zone colpite dal colera per comprendere meglio la gravità della situazione. Questa necessità di fuggire alla bugia costante, continua, incessante, del governo cubano e dei sui mezzi (ma sarebbe meglio dire quarti, quinti e così via) di informazione... non é forse un martirio? Paya sarà ricordato nella Nuova Cuba Democratica
Massimo Campo   
 

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