Gordiano Lupi. Muore il dissidente cubano Oswaldo Payá
 
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   26-07-2012
Lupi, ma… se del tuo articolo non fatto nessuna valutazione! Ho soltanto detto: “ma – a quanto pare – sì [credi] alla ‘estraneità’ dell’incidente”. Non potevo essere più “angelicale”, non c’era bisogno d’altro: è più che evidente nei tu articoli su Payá (eccettuando l’ultimo) che non sponi “tutte le tesi” se non soltanto le accuse, ordinate d’accordo a quel che vuoi dire TU. Niente, nei miei commenti (n. 2;3), molto più “neutrale” dei tuoi perché strettamente limitati a citare a carrellata, c’è un ordine di contrapposizione e una frase che mi indica, nonostante, quel che voglio dire: “Il macchinario di elucubrazioni è già partito.”
Anzi, devo dire che proprio in questo tu articolo ti ho apprezzato moltissimo. Non sai quanto! Hai, per sbaglio, segnalato a Antonio Dìaz come uno dei sopravviventi. Ovviamente, tu hai interpretato che A.D. se “conosceva” con lusso di dettagli quello successo doveva per forza essere un sopravvissuto. Ma lui non era sul posto sennonché a Miami. Sei stato tu, meglio di qualsiasi 007 ha SVENTARE il trucco: A.D. chiama alla figlia di Payà, li racconta “come” sono andate le cose nell’incidente, le parla perfino di una telefonata durante l’“inseguimento”, si inventa un camion assassino; la figlia di Payá, nel suo dolore, fa tutto suo ed è lei chi fa le dichiarazioni alla stampa internazionale. Chi potrebbe pensare che María racconto bugie o intenta manipolazione la morte del proprio padre? Nessun, ovviamente! Il macabro A.D., percorrendo strade già pestate, si approfitta del dolore della giovane figlia di Payá. E chi A.D.? Il Payà di Miami! Lupi, TU come nessuno hai concatenato (con tuo errore) le cose e smascherato il macchinario e la naturalezza di quelli che lo fanno funzionare. Hai dato un duro colpo al Movimiento Cristiano Liberación in Miami; e non solo A Miami. Il governo cubano dovrebbe farti una statua. Ma si Montaner lo viene a sapere… guai per te. “Scherzo, eh? ma mica poi tanto!”

Leonardo Mesa   
 
   25-07-2012
Leonardo, il mio articolo è più che corretto. Espone tutte le tesi. Se hai seguito le interviste che ho rilasciato (mi sa che ti hanno dato questo compito... scherzo, eh? ma mica poi tanto)in nessuna di queste ho detto che credo al delitto di Stato. Dopo le dichiarazioni dell'autista spagnolo, non ci credo per niente. Non mi scambiare per i dissidenti che non condivido e che pescano nel torbido. Non faccio parte del loro mondo. Est modus in rebus. Non sono castrista, non sono comunista, non sono un filo capitalismo selvaggio. Sono un democratico.
Gordiano Lupi   
 
   24-07-2012
Il macchinario di elucubrazioni è già partito. Di esse – volendo – si potrebbe escludere la famiglia di Payá, cui dolore sicuramente lo potrebbe giustificare.
Payá il 2 giugno scorso “soffrì in giugno passato un accidente di transito […] simile” (EuropaPress). Il furgone di Payá “rimassi con le ruote verso sopra e in molto male stato” (Payá; anche se la foto dell’incidente mostra altro). Il 25 giugno, Payá “informò a suo fratello Carlos Payá, rappresentante [dell’organizzazione] in Spagna e a Francisco di Armas, rappresentante […] in Porto Ricco” (F.d.A.); ne conosceva anche Antonio Díaz, rappresentante a Miami (A.D.). “Tutti pensano che sia stato un attentato”, “probabilmente non soltanto mattare me, se non anche tutta la mia famiglia” (Payá). “Il furgone nel quale viaggiava si capovolsi colpito da una macchina” (C. Payá), “da un almendrone” (Payá), “da una camion” (Osmél Rodríguez). Payá “non vuole informare niente per prudenza” (Carlos Payá).
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Leonardo Mesa   
 
   24-07-2012
Del secondo e fatale incidente. Non si è riuscito a contattare con i sopravvissuti perché “al momento i telefoni mobili di entrambi [sopravvissuti] risultano spenti e non è possibile comunicare con l’ospedale dove sono ricoverati” (Yoani Sánchez, 23/7), i sopravvissuti “non hanno dichiarato sull’incidente” (Francisco Jara, 23/7), “secondo il testimonio dei sopravvissuti […]” (figlia di Payá, 23/7). “Secondo versioni non [sic] ufficiali”, Carromero, lo spagnolo che conduceva, “persi il controllo in una curva stretta e impattò un albero”. Gli stranieri avevano messo la cintura di sicurezza, mentre i cubani “a quanto pare, no” (Ángel Tomás). “Un secondo auto investì ripetutamente intentando far[gli] fuoriuscire della strada”, “fino a far[gli] fuoriuscire” (figlia di Payá), “L'auto […] è uscita di strada, successivamente è stata investita da un altro veicolo” (Lupi). “Antonio Díaz, uno dei sopravvissuti, [sic!] membro del MCL a Miami, ha chiamato i familiari, confermando che l'auto era stata investita da un camion fino a provocare il fatale incidente" (riportato da Lupi).
“Nuovo attentato della dittatura”, “si è trattato di un incidente provocato […]è responsabilità del governo cubano” (MAR per Cuba). “Payá fecce una telefonata mentre lo perseguitavano [sic] riportando che lo stavano perseguendo e temeva per la sua vita”, “gli automobili (incidentati) sono estati immediatamente ritirati dopo l’incidente” (Omar López, FNCA). “È stato un omicidio premeditato” (O.R.). “Denunceremmo questo caso davanti agli organismi internazionali perché la morte di Payá conferma il profilo di violenza e perseguimento contro l’opposizione pacifica” (O.L., FNCA). “Le circostanze dell’incidente indicano una scalata di repressione del regime contro la dissidenza” (Regis Iglesias, mano destra di Payá).

Leonardo Mesa   
 
   24-07-2012
Lupi, trovo contradittorio che tu non creda alla storia della guerra batteriologica contro Cuba ma – a quanto pare – sì alla “estraneità” dell’incidente. Sulla guerra batteriologica ci sono rivendicazioni a Miami, documenti Cia ressi pubblico, dichiarazioni di ex-funzionari e inquietanti evidenze, così come sugli assassinati politici perpetrati a danno di cubani e di tanti latinoamericani; ma, tu non ci credi. Invece, sui presunti assassinati politici del governo cubano che abbondano di accusa ma mancano di prove ed evidenze; tu ci credi. Contradittorio, no?
A Cuba ci sono circa 10.500 incidenti del transito ogni anno che portano a 7.500 persone lesionate e oltre 700 morte. Altri 4.000 muoiono per altri tipi di incidenti, 1.400 per lesioni autoinflitte o suicidio, 5.000 per influenza e pneumonia; però, basta che qualcuno, già sia dissidente o dirigente del governo, muoia per alcune di queste cause (o altre) perché scattino subito i dubbi, le elucubrazioni e le accuse.
Pensando macabramente, si è chiesto quante opportunità ha avuto il governo cubano per eliminare Payá con messi ben più sofisticati che un malfatto incidente di transito che lascia sopravviventi? Quante volte e forme aveva il governo cubano per eliminare Payá quando era importante? Perché adesso, quando ormai era annientato al essere stato palesemente “sostituito” con le “new entries” della dissidenza e colpito dalle ribellazioni di Wikileaks sulla dissidenza che lui campeggiava?
Payá è morto. La morte non è mai piacevole. Che in pace riposi. Arrivino le mie condoglianze alla sua famiglia e soprattutto al suo fratello, mio compagno di università.

Leonardo Mesa   
 

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