Felix Luis Viera critica intellettuali ed esuli cubani
“Se non saremo i primi ad agire non cambierà mai niente”
 
Commenti presenti : 1 In questa pagina : da 1 a 1
   27-01-2012
Come dici tu, Gordiano, una Cuba libera è possibile. Anche io, pur non essendo cubano, ho deciso di dedicare la mia passione e il mio rispetto, il mio senso di appartenenza e la mia voce a Cuba. Forse anche per sostituire chi, cubano per nascita, non ha il coraggio o la voglia, la possibilità o la convenienza di lottare. I nostri amici comuni, alcuni dei quali hai elencato, combattono nella tana del lupo e hanno tanto da insegnare ai loro vicini, opportunisti e silenziosi; i veri "Gusanos", i vermi. Coloro i quali li assalgono, li pestano e sputano loro in faccia. Certo, di tutti i Cubani sparsi per il mondo, tranne quelli dell'esilio di Miami che a volte sono stati terribili e violenti, abbassandosi a combattere occhio per occhio con il regime, veramente in pochi alzano la voce. Forse perchè ormai hanno cambiato accento... Forse perchè non hanno più nessuno a Cuba, o hanno voluto dimenticare. Gli stessi che sono stati imprigionati nei campi di concentramento U.M.A.P. dove, forse, il lavoro li ha resi uomini, quelli che potrebbero parlare, anzi "Cantare" come Pablo Milanès, non lo fanno. Continuano a sfruttare privilegi che altrimenti non avrebbero, riducendosi a essere come tutti gli altri "Cubani de a piè", a piedi... Intellettuali e personaggi pubblici sono da sempre quelli con più audience, ma forse con meno fegato. E a Cuba, il fegato è indispensabile. Quando Cuba sarà libera, in molti ne saranno responsabili, ma pochissimi avranno veramente combattuto.

VIVA LA CUBA DEL CAMBIO
pierantonio micciarelli   
 

TELLUSfolio - Supplemento telematico quotidiano di Tellus
Dir. responsabile Enea Sansi - Reg. Trib. Sondrio n. 208 del 21/12/1989 - R.O.C. N. 7205 I. 5510 - ISSN 1124-1276