Cuba. Muore un altro prigioniero politico in sciopero della fame
 
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   20-01-2012
Se continua così, gli unici che resteranno in piedi a Cuba saranno i vecchi col catetere e le stampelle che hanno fatto cadere tutti gli altri, che erano vigorosi e pronti alla vita. Crollano i palazzi dell'Avana Vecchia, ma non crolleranno i loro inquilini. Com'è possibile che un uomo sposato, padre di due figlie, decida deliberatamente di mettere in pericolo la propria vita fino a morire? Non il primo e di certo non l'ultimo. Non è certo solo per la propria dignità o desiderio di giustizia e libertà. Non è solo per l'opinione pubblica, nè per i propri figli. Cuba ha bisogno di risollevarsi un'ultima, definitiva volta, e ce la farà, soprattutto grazie a loro. Ancora un'esemplare lezione di civiltà e di amore arriva dal Barrio Infernale di quella Cuba tradita e sempre più in cancrena per colpa dell'orgoglio e dell'ipocrisia che, già da tanto, sono un'evidente costante. Grazie a Wilmar Villar Mendoza, a Orlando Zapata Tamayo e a tutti gli altri "Delinquenti Comuni" senza nome che costituiscono la Cuba migliore, il CAMBIO tanto atteso arriverà; anche se tutto il loro sangue verrà asciugato dalla segatura dell'indifferenza internazionale e, purtroppo, dall'opportunismo di chi, a Cuba, continua ad assecondare l'ipocrisia di stato. Laura Pollan Toledo, Guillermo Farinas, i giornalisti indipendenti, i "Cubani a piedi", tutti i membri de "La Sociedad Civil Cubana", continuano ad essere dei giganti in un'isola dominata e sfigurata da nani arroganti, armati e famelici. Di cosa parlerà Papa Benedetto XVI durante la sua visita all'isola? Spero non della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che pure farebbero tanto comodo ai Cubani, nonostante i supermercati di Miramar siano strapieni di cibo, alla faccia dell'Embargo, grande alibi di TutanKastro. Ci sarà un altro leone come Mons. Pedro Meurice che ruggirà al Santo Padre e ai Cubani quello che la gerontocrazia al potere non vuole sentire? Mi vergogno profondamente di aver creduto con fermezza, anche se per poco, nella Rivoluzione comandata da sleali mascalzoni.

«Lèvati sù», disse 'l maestro, «in piede:
la via è lunga e 'l cammino è malvagio,
e già il sole a mezza terza riede».

VIVA LA CUBA DEL CAMBIO

pierantonio micciarelli
pierantonio micciarelli   
 

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