I funerali di Petter e un documento da lui raccomandato
“Per una Pedagogia della Costituzione e della Resistenza”
 
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   02-06-2011

Graditissimo e quantomai pertinente questo articolo,
che dà riconoscimento a Guido Petter, grande maestro di vita, incomparabile esempio di insegnante a Padova, durante gli anni di piombo della Repubblica quando, a pochi giorni di distanza da un pestaggio, per aiutarci a comprendere alcuni concetti elaborati dal Piaget, ci spiegava un procedimento di deduzione logica esemplificando le ragioni fisiche che hanno generato il proverbio: "Rosso di sera, bel tempo si spera".
Lezioni di cultura e di vita che lasciano un segno, così come questo documento dell’Istituto Pedagogico della Resistenza, di Milano, che permette ai giovani di ieri e di oggi, e a quelli che, seguendo l'onda dell'andamento impostosi in tempi recenti, potrebbero avere in qualche modo smarrito la linea dell'orizzonte, di ritrovare un riferimento importante per il ripristino della dignità della/nella convivenza.
E di cogliere, apprendendolo da chi glielo ha impresso dal vivo, il senso della storia e l'imprescindibile valore della nostra costituzione, per saper poi assumere un orientamento nel momento della scelta, fra chi è in grado di rappresentarci e di governare, e coloro che ambiscono sedere sugli scranni del potere per pura ambizione o necessità di ordine personale, con dispregio per la costituzione e grande offesa per la storia e per noi stessi.
Ivana Cenci   
 
   26-05-2011
Mi associo a quanti piangono la scomparsa di Guido Petter, figura di vaglia della cultura italiana, maestro prima ancora che cattedratico, umanista e didatta. La sua militanza antifascista era il naturale complemento della visione del mondo che lo accompagnava, informata ad una profonda umanità.
Ricordo, tra le tante cose, la cristallina posizione negli anni, duri e ambigui, del terrorismo, così come la sua passione di studioso ma anche di divulgatore della psicologia nel nostro paese. Come tale ha concorso a formare più generazioni di operatori sanitari ma anche di intellettuali, coniugando il rigore scientifico a quella educazione alla funzione civile e di cittadinanza che ogni pensiero deve svolgere se non vuole ridursi a sterile esercizio fine a sé.
Claudio Vercelli   
 

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