Renato Pierri. Non si uccide per amore
 
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   25-07-2010
LA LIBERTÀ DELLA MORTE

Renato Pierri fa notare che la filosofa Michela Marzano, nel suo articolo su "La Repubblica" del 4 luglio, sbaglia a parlare di amore da parte degli uomini che maltrattano e uccidono le donne. Riporto, a conferma, quanto dichiara lo psichiatra Massimo Fagioli su "Left Avvenimenti" n. 28: «È un rapporto che sembra di amore ma in realtà è un'attrazione intrisa di odio e confusione».
Renato Pierri conclude la sua lettera: «Si può arrivare al suicidio per amore, ma non si uccide la persona amata per amore. Uccidere per amore è una contraddizione in termini». Ed è giusto.
Eppure c'è un caso in cui si potrebbe, per amore e non per odio, arrivare a dare la morte alla persona profondamente amata. Si tratta di un amore oblativo, altruistico, che nulla chiede in cambio. È il caso in cui una persona cara affetta da malattia incurabile, prigioniera d'insopportabili sofferenze, invoca la libertà della morte. La legge civile vieta questo atto d'amore, ma non le legge morale.
Francesca Ribeiro   
 
   17-07-2010
è verissimo quanto da lei sostenuto ed è quanto si deve o dovrebbe difendere a qualsiasi costo.
il messaggio che passa invece ha spesso il tono dell'amore oltre qualsiasi cosa, oltre tutto, anche oltre la vita dell'altro e troppo frequentemente gli omicidi vengono inconsapevolmente giustificati.......era impazzito d'amore, non accettava la separazione, soffriva di depressione dopo che lei se ne era andata.......è questo che avviene e che temo avverrà sempre più spesso in una " civiltà" in cui trionfa "il sè di sè" in modo prepotente e sottovalutato nella sua possibile mostruosità.

patrizia garofalo
patrizia garofalo   
 

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