Yoani Sánchez. L’aereo di Moratinos
 
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   08-07-2010
invece di essere contenta per il fatto che un numero imprecisato di prigionieri di coscienza fra alcuni giorni lascerà le carceri cubane, la sanchez sembra esserne dispiaciuta, dal momento che si dedica esclusivamente a sottolinearne l'ostracismo.
Ma questo è dovuto probabilmente al fatto che la sanchez nel momento in cui scriveva questo post non sapesse del numero rilevante di prigionieri di coscienza che il governo di raul si è impegnato a liberare: 52, tutti quelli indicati da amnesty international.
In realtà il comunicato dell'arcivescovado de la havana e l'intervista di moratinos non dicono che i prigionieri liberati dovranno andare per forza in spagna. Si dice che andranno, se lo vorranno.
Se si escludono i diretti interessati, le loro famiglie ed una parte dell'opposizione interna, molti sono insoddisfatti per questa mossa del governo di raul.
Il motivo di questa insoddisfazione è che la mossa,spiazzando letteralmente l'opposizione interna, quella esterna e le cancellerie occidentali, ha permesso al governo cubano di cancellare, ormai, la posizione comune europea, di mostrarsi agli occhi dell'opinione pubblica internazionale sotto una luce diversa rispetto a prima, di irrobustire le probabilità che il congresso americano cancelli i divieti di viaggio dei suoi concittadini ed ha svuotato, ormai, lo sciopero della fame di farinas.
Una mossa che nel gioco degli scacchi può essere etichettata come scacco matto.
nino   
 

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