| 03-12-2009 | Il mio è un ricordo indelebile, una lezione di vita che non si può né si deve mai dimenticare. Non ho letto questo libro e mi riprometto di farlo, ma sento il bisogno di testimoniare un ricordo di molti anni fa. Invitammo a scuola un gruppo di donne, le Madres de Plaza de Mayo per ascoltare la loro terribile esperienza. Ascoltammo fino in fondo le loro storie, raccontate con una dignità che non si può tradurre in parole. Non ricordo i loro nomi ma i loro volti sì, volti di donne coraggiose che difendevano ideali e figli, martoriati e uccisi. Un racconto che non potrebbe mai trovare l’equivante in un libro. Ricordo che alla fine eravamo tutti in piedi, insegnanti e studenti e che nessuno osava né parlare, né applaudire, sia per la commozione, visibile e a stento trattenuta sia per paura di rompere il silenzio che diventava sempre più spesso, fino a quando fu una di quelle donne a rompere il silenzio per riportarci a una realtà terribile e umana nella quale ognuno di noi si riconobbe come madre e come figlio.
Colgo l’occasione per ringraziare il Preside Urbano che ci concedeva allora esperienze di vita straordinarie.
Anna Lanzetta
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