Test antidroga parlamentari: "chisenefrega" 
I parlamentari sono e restano screditati agli occhi degli italiani
06 Novembre 2009
 

L'iniziativa del nostrano zar antidroga Carlo Giovanardi sembra riscuotere il successo che si merita. Una classe politica screditata che fa strage dello Stato di diritto e della legalità cerca ansiosamente di recuperare una parvenza di dignità davanti ai cittadini.

Ma davvero presentandosi con un bel attestato di “urina senza droga” qualcuno immagina di rendere appetibile questa partitocrazia?

O è solo una inutile operazione demagogica al servizio di un moralismo ipocrita e bigotto?

Chisenefrega se il sen. tizio o l'on. caio non si sono fatti una striscia di coca o una canna se poi in Parlamento sono straniati dalla realtà che li circonda! E invece che fare leggi al servizio della società che chiede diritti approvano divieti e ostacoli a vivere, amare e morire dignitosamente.

Chisenefrega se Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, che la notte in cui è morta Eluana Englaro sembravano in preda a delirio cognitivo e motorio, non avevano usato stupefacenti o consumato alcolici, basta riguardarsi quelle scene per capire quale sia la lucidità che possa interessare ai cittadini.

Risultare positivi o negativi a quel test antidroga non comporterà nessuna conseguenza penale e/o amministrativa, neppure il test alcolemico potrebbe far decadere un parlamentare o un ministro. Il contrario di quanto accadrebbe al posto di lavoro di un autista di autobus beccato positivo perché due sere prima si è fatto una canna con gli amici.

E allora a che serve? Qualcuno mai penserà che la classe politica è migliore del resto della società?

L'operazione di rifarsi il trucco potrà appassionare qualche cronista di politica parlamentare, ma non certo i cittadini italiani che forse si aspettano qualcosa di più di un trucco dalle istituzioni.


Donatella Poretti


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