RU486. Bene autorizzazione Aifa, attenzione ai colpi di coda dei pasdaran
19 Ottobre 2009
 

L'Aifa, con la decisione di pubblicare in Gazzetta Ufficiale l'autorizzazione per l'immissione in commercio della Ru486, ha finalmente posto fine al balletto delle competenze istituzionali.

A ciascuno la sua parte e quindi all'Agenzia per il farmaco quella di espletare le procedure tecnico-scientifiche nel pieno rispetto della procedura di mutuo riconoscimento di un farmaco già autorizzato in ambito europeo, al Senato e alla commissione quella di conoscere ed audire, ma non di intralciare o suggerire.

Ora il compito dell'indagine della commissione Sanità forse potrà risultare utile proprio a quella conoscenza in merito all'utilizzo nel mondo e anche in Italia, sia con le sperimentazioni che con l'importazione, sgombrato il campo dal terrorismo mediatico e ideologico sparso a piene mani, ma spazzato via dalla decisione dell'Aifa.

La formula adottata dall'Aifa del “garantire” il ricovero in ambito ospedaliero -che non vuol dire obbligo di trattenere una donna contro la sua volontà- è la formulazione che a sua volta garantisce sia il rispetto della legge 194 sia il dettato costituzionale. La legge, infatti, cita e specifica sempre dove viene praticata l'interruzione volontaria di gravidanza, ma mai come -tantomeno per quanto tempo- una donna debba essere trattenuta in ospedale.

Fino a questo momento Governo, maggioranza e commissione Sanità del Senato non sono riusciti, nonostante i maldestri tentativi, ad intralciare il lavoro dell'Aifa. Per parte nostra saremo pronti a denunciare e a bloccare nuovi colpi di coda se ci saranno.

Domani la commissione dovrà decidere i temi dell'indagine (curioso che venga fatto solo ora?!), e mercoledì e giovedì sentirà rispettivamente il direttore generale dell'Aifa e di nuovo il ministro Sacconi.

Donatella Poretti


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