Diario di bordo
Valter Vecellio. Legge sull’omofobia: una questione di leadership nel PD 
Pensare che il problema sia Paola Binetti è come nascondere la testa sotto la sabbia
15 Ottobre 2009
 

Se ne accorge ora, il segretario del PD Dario Franceschini: «È un problema, un signor problema», dice, riferendosi a Paola Binetti. Concorda sull’esistenza di qualche problema anche il “rivale” Pierluigi Bersani. Bingo! Eppure a Paola Binetti va riconosciuto il merito di dire quello che pensa, e di pensare quello che dice. Non si sapeva chi era e chi è, quando la si è candidata? Non ha sempre con chiarezza espresso le sue opinioni? Non si sapeva come avrebbe votato, quali posizioni avrebbe assunto e difeso? È davvero sorprendente che si sia schierata con il centro-destra e contribuito ad affossare la “legge Concia” sull’omofobia?


Ha ragione Farefuturo, la fondazione presieduta da Gianfranco Fini: «Che peccato… Poteva essere una bella occasione per una legge condivisa e necessaria». Comprensibile e condivisibile l’indignazione e lo sconcerto di Paola Concia (foto); ma non si può rimproverare a Paola Binetti di comportarsi in coerenza con quanto detto e sostenuto da sempre.

 

Il problema, come si dice, è a monte. «Il mio gruppo, senza avvertirmi, ha cambiato idea e ha votato contro la possibilità di tenere in vita questa legge con il suo ritorno in commissione», accusa Paola Concia. Il vice-capogruppo del PD alla Camera Marina Sereni cerca di metterci una toppa: «Noi eravamo disponibili a un rinvio, purché accompagnato dall’impegno a calendarizzarlo di nuovo a novembre. Senza questo impegno si sarebbe trattato di un rinvio sine die. Non avevamo chiesto la luna». Consapevole che questo testo ormai è morto, Sereni promette che il PD ne presenterà uno nuovo e chiederà che si lavori subito in commissione su di esso, per discuterlo in aula a novembre. Vedremo.

 

È comunque sempre più evidente un problema di leadership, di gestione politica dei gruppi del PD al Senato e alla Camera. Il solo elenco degli errori e delle castronerie “firmate” Finocchiaro e Soro certifica come sarebbe necessario e doveroso un robusto ricambio. Non se ne farà nulla, al massimo volerà qualche straccio: ieri Antonio Gaglione, oggi Paola Binetti.


Valter Vecellio

(da Notizie radicali, 14 ottobre 2009)


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