Diario di bordo
Radicali al governo: una sfida completamente nuova, un diverso modo di essere determinati per essere determinanti
19 Aprile 2006
 
Pur avendo letto di tutto in questi giorni per analizzare la politica correttamente è necessario sgombrare il campo dall’equivoco che il “successo” in essa sia rappresentato solo dai numeri: gli obbiettivi ed i risultati politici non si misurano solo in termini di cifre elettorali ma di mete raggiunte tanto più se si tratta della Rosa nel Pugno, una forza politica nuova che ha ottenuto in un solo colpo di: essere presente in parlamento, essere la terza forza dell’Unione alla Camera, avere la possibilità di incidere sul governo, riportare al centro della politica valori espulsi dall’orizzonte politico; decisamente successi!
Ma c’è anche qualcosa in più, l’elemento fondamentale e nuovo cui nessun giornale ha accennato riguardo alla Rosa nel Pugno ed al suo risultato alle elezioni: con il suo apporto, risultando determinante per la coalizione al fine di ottenere la maggioranza, si candida a rilevanti posizioni di rilievo e molto probabilmente (questo ci si augura e parrebbe naturale nonostante i silenzi prodiani) i Radicali entreranno nella compagine di governo.
Se si eccettua il breve momento dell’appoggio alla Presidenza Amato nel 1992 e il periodo da commissario europeo di Emma Bonino, i Radicali saranno al governo per la prima volta nella loro storia e per la prima volta in assoluto nel nostro Paese.
È un momento nuovo, difficile e determinante per l’Italia e per i radicali stessi ai quali la situazione richiederà sicuramente un cambio di mentalità: fino a ieri potevamo suggerire strade con le quali risolvere problemi o cambiare le prospettive politiche, da oggi si tratta non solo di suggerire le idee ma di gestirle; ciò significa che dovremo organizzarle, pianificarle, metterle in atto e controllarne andamento e risultati, dovremo passare dal momento della pianificazione strategica a quella fattivamente progettuale, quella tattica.
Sembra scontato ma transitare dal momento della proposta a quello della attuazione pratica è questione delicatissima che richiede riflessione, che richiede di mettere chiaramente su carta tempi e metodi, seguire le tappe in modo scrupoloso e preciso una volta decisi i punti cardine, le pietre miliari del progetto.
Se fino a ieri si trattava di organizzare le attività politiche (infinite!) e la militanza della pattuglia radicale da oggi ci troveremo a rapportarci con qualcosa di decisamente più ampio e variegato: la responsabilità diretta di settori (piccoli o grandi che siano) della vita del paese.
La Rosa nel Pugno è ambiziosa, deve esserlo, a partire dagli incarichi che sarebbero congeniali ad Emma Bonino come ministro degli esteri o Marco Pannella come Presidente della Repubblica. E proprio per questo deve fissare delle priorità chiare tra quelli che sono i suoi obbiettivi dichiarati; è necessario indirizzare le forze (che non sono illimitate) in un determinato numero di priorità in una scala determinata da importanza e possibilità affinché, dopo aver determinato le scelte, sia possibile anche determinare metodi, attuarli e verificarne i risultati: indicare precisamente la progettualità politica è adesso elemento ancora più indispensabile che nei mesi o negli anni precedenti; dovremo dare un nome ed un cognome alle iniziative, enumerarle, capire in cosa andranno ad incidere e come, deciderne i tempi.
Oltre alle attività di lobbing che dovrebbero cominciare ad entrare dalla porta principale della politica in Italia, così come accade correttamente e apertamente negli Stati Uniti, più che temi generali dovremo individuare specifiche iniziative e leggi, partendo magari da soli tre temi ed in ognuno scegliendo una priorità, che io individuerei in:
tema diritti civili ed in esso un obbiettivo più facile per la coalizione (si fa per dire) come i PACS su cui ci sono delle “convergenze”;
tema la Giustizia (più ostico per la colaizione) mettendo il focus sulla responsabilità dei magistrati, elemento sul quale potrebbe esserci trasversalità;
ed in fine l’ampliamento della Legge Biagi per l’economia ed il lavoro che trova ampio consenso a livello di leadership dell’Unione (comunisti a parte naturalmente).
Precisi progetti politici nell’ambito di una strategia in cui, a causa delle numerosissime ed aumentate variabili “governative”, sarà richiesta anche la tattica; perché possiamo anche cercare di ignorarlo ma è un fatto che in tutti i “progetti” il metodo di gestione, qualsiasi sia il loro ambito, è molto simile in ogni campo (e recentemente si sta cercando di renderli standard in tutto il mondo - si veda il Project Management Institute - canonizzando la gestione progettuale affinché di essa siano individuati gli obbiettivi, i metodi, si possa chiaramente verificarne i progressi ma in particolare raggiungere i fini) e come tali devono essere trattati.
È un cambio di impostazione mentale che dovrà essere fatto (quando più quando meno) sia da chi si troverà direttamente nelle stanze dei bottoni sia dal resto del partito in cui nuove realtà richiederanno nuove idee, nuovi metodi; il rischio da sconfiggere sarà sia quello che la macchina burocratica statale, che lo status quo assorbano i radicali, sia che il metodo riesca ad essere applicato rimanendo però ancorato alla prospettiva di assalto “garibaldino” tipicamente radicale, ed in questo sarà utilissima per la Rosa nel Pugno l’esperienza dello SDI.
Quello che Marco Pannella chiama “partito di governo” (i Radicali) oggi si troverà alla prova dei fatti, a governare davvero. L’ennesima sfida per la Rosa nel Pugno ed i Radicali, una grande opportunità di riforma. Ma l’obbiettivo della Rosa nel Pugno è la rivoluzione liberale, obbiettivo sicuramente difficile quanto necessario, oggi più vicino e certamente non impossibile; la storia, le risorse, le persone, da Marco Pannella ad Emma Bonino, da Daniele Capezzone a Maurizio Turco ai Marco (Cappato e Beltrandi), dicono che - con un po’ di accortezza - abbiamo tutti gli elementi per guidare e cambiare l’Italia verso la Seconda Repubblica.
Sarà un modo per inserire nel paese una consapevolezza nuova e diversa in cui il metodo della politica diviene governo reale della res pubblica, diviene amministrazione delle risorse, innovazione e rinnovo delle energie e delle prospettive ma soprattutto del nostro quotidiano.
 
Guido Bedarida
(da Notizie radicali, 18/04/2006)

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