Diario di bordo
Cannabis. Strategia antidroga del Governo ormai incentrata sulla censura delle opinioni
20 Agosto 2009
 

Già da tempo abbiamo notato che la strategia antidroga del Governo ha come fondamento il reato d'opinione e la censura. Utilizzando il reato di istigazione al consumo, il Dipartimento per le politiche antidroga sta attivamente perseguendo siti Internet, insegnanti e presidi, manifestazioni, feste, negozi e ora anche Beppe Grillo, per il solo fatto di esprimere opinioni contrarie alla verità governativa.

Il ragionamento che sta dietro questa impostazione è facile da capire. Nonostante la legge italiana abbia raggiunto il massimo grado di severità e repressione mai conosciuto nel mondo occidentale, l'Italia è l'unico Paese europeo dove il consumo di cannabis continua a crescere (dati Onu). Insomma, dopo sette anni da zar italiano antidroga ed una legge che porta il suo nome, il sottosegretario Carlo Giovanardi si è rivelato un inefficace quanto dannoso servitore dello Stato.

È ovvio che a questo punto l'unica cosa che rimane da fare è perseguire coloro che criticano le sue fallimentari politiche. Con la complicità di un sistema di informazione disattento alle politiche antidroga, ossessionato in modo miopico dai singoli casi di cronaca, è un'operazione che potrebbe anche riuscirgli.


Pietro Yates Moretti, vicepresidente Aduc


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