Diario di bordo
Maria G. Di Rienzo. Biancaneve e i sette minatori verticalmente svantaggiati
03 Agosto 2009
 

Non sopportava la separazione”. Perciò uccide la moglie.

Era una brava persona. Per lui la cosa più importante era la famiglia”. Perciò uccide moglie e figli.

Non mi risulta che avesse comportamenti violenti”. Anche se aveva precedenti penali per lesioni gravissime ed una pistola non denunciata, con cui usava minacciare la donna che infine con la stessa pistola ha assassinato.

È un bonaccione, gelosissimo della nuova compagna e molto affezionato ai suoi due figli avuti dal matrimonio”. Detto di un pluriomicida che ha ridotto la “nuova compagna” in fin di vita a forza di botte.

Questo gesto è davvero inspiegabile. Si tratta di un ragazzo incensurato e di buona famiglia, appassionato di arti marziali”. E poiché una sera si annoiava ha massacrato a colpi di nunchaku (due bastoni di legno uniti da una catena) una sconosciuta per strada. Visto che c'era le ha portato via denaro e telefonino: a casa sua la polizia ne ha trovati altri trenta, di cellulari.

Non può averlo fatto. È un sacerdote che è stato garante del sindaco per le politiche per la famiglia”. Dieci anni di abusi su minorenni liquidati in due righe.

Abbracciava e baciava le colleghe, ma i suoi intenti non erano libidinosi”. Sentenza 30969 della Corte di Cassazione, 24 luglio 2009. Un piccolo problema di incomprensione, insomma, figuriamoci se palpare le colleghe è scorretto, basta farsi misurare la libido dai giudici della Cassazione. In calce all'articolo, fra i commenti dei lettori: “Ma la persona infastidita aveva già fatto rimostranze?”.

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Gentile signore, le sembra una domanda sensata?

Quando una donna fa rimostranze è un'isterica o una frigida o una frustrata, quando non le fa significa che le piace. Non è così che ragiona anche lei? Senta un po', le cadaveri del mio incipit avevano fatto rimostranze. Qualcuno le ha ascoltate? È noto che quando una donna dice no vuol dire sì eccetera eccetera. Dovrebbe sapere quanto sono noiose le donne. Si lamentano dei trattamenti che ricevono. Resistono e riprovano. Parlano e sperano. E quando capiscono che la loro vita è in pericolo arrivano persino a denunciare le violenze subite. Ma secondo i giornali e i telegiornali stavano insieme a bravissime persone, devote alla famiglia, di provenienze ineccepibili, dal curriculum davvero fulgido e assolutamente prive di intenti libidinosi. Il che, naturalmente, corrisponde a sputare sulle tombe di quelle che sono morte e a far morire dentro quelle che sono ancora vive.

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Se facessimo raccontare fiabe ai bambini dai sedicenti giornalisti italiani ecco che ne uscirebbe:

Titolo: Biancaneve avvelenata?

Occhiello: Accuse gratuite alla seconda moglie del padre, la bella Grimilde, forse frutto di gelosia.

La titolare di genitorialità acquisita, che è una nota esteta nonché operatrice del magico, in preda a raptus, ha offerto a Biancaneve un frutto diversamente candito. I sette minatori verticalmente svantaggiati, al loro ritorno dal lavoro, hanno trovato Biancaneve in preda a leggero shock anafilattico. Come si può usare termini crudeli quali matrigna e tentativo d'omicidio? Qualcuno insinua anche che Biancaneve, già nota per aver abbandonato senza consenso il tetto paterno, abbia orchestrato tutto per aver l'occasione di darsi ad atti di libidine con un tal Principe Azzurro”.


Maria G. Di Rienzo

(da Notizie minime della nonviolenza in cammino, 1° agosto 2009)


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