Ru486. Metodo gią previsto in legge. Contraccezione, clandestinitą e obiezione di coscienza
31 Luglio 2009
 

La decisione dell'Aifa era un atto dovuto vista la procedura del mutuo riconoscimento di un farmaco sperimentato e utilizzato in alcuni Paesi europei da oltre 10 anni. La notizia in realtà non c'è nonostante il susseguirsi di commenti: la legge 194/78 prevede l'interruzione volontaria di gravidanza e prevedeva anche la possibilità che le tecniche si aggiornassero e quindi non solo non prevedeva il solo intervento chirurgico, ma anzi promuoveva altre modalità tra cui appunto quello farmacologico.

Chi decide di interrompere una gravidanza non desiderata non lo farà perché esiste anche la possibilità della Ru486, l'immagine di una donna che decide di non essere madre perché c'è una pillola è quanto di più maschilista e idiota possa essere detto.

Se vogliamo parlare di aborto e di come fare a proseguire nel trend di calo di ricorso all'aborto, è bene parlare di contraccezione e di procreazione responsabile pensando anche di coinvolgere la scuola con momenti di informazione sessuale e le donne immigrate che sono quelle i cui numeri sono in controtendenza rispetto alle italiane. Dati tuttavia raccolti prima dell'entrata in vigore del reato di clandestinità.

Se infine vogliamo parlare di aborto sarebbe bene capire il dato inquietante dell'obiezione di coscienza da parte dei medici e dei sanitari ad una legge che pur con i suoi difetti ha dimostrato di funzionare. Capire perché gli obiettori aumentano fino ad arrivare nell'ultima relazione al Parlamento al dato complessivo di 70,5 per cento di ginecologi che fanno obiezione con punte nell'Italia meridionale di neppure due medici ogni dieci che realizza interventi di aborti nel rispetto della legge. La maglia nera è tuttavia del Lazio con l'85,6 per cento di obiettori, non sarà un caso che è la stessa regione che ospita la città-stato del Vaticano che già preannuncia scomuniche e quindi mancate commesse?


Donatella Poretti


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