Lo scaffale di Tellus
Ezio Maifré. Crùsti de pulénta 
Distribuita col mensile “Il Tiranese senza confini” la accolta di “storielle tiranesi”
31 Luglio 2009
 

È uscito in allegato a Il Tiranese senza confini del mese di luglio Crùsti de pulénta, raccolta di dieci “storielle tiranesi”, così le chiama l’autore Ezio Maifré, scrittore con il quale ho stretto una bella amicizia, fatta di fitta corrispondenza e di collaborazioni creative. Impegnato in molte attività culturali, socio fondatore della Confraternita del Chisciöl e dei vini del tiranese, associazione con lo scopo di celebrare e consolidare una tradizione gastronomica importante della quale il chischiöl e gli eccellenti vini del luogo ai quali questa prelibatezza è abbinata fanno parte, Ezio è riuscito da qualche mese a realizzare un ambizioso progetto in merito al suo tanto amato dialetto sul portale Vaol.it. Si tratta della rubrica “Parole in dialetto”, sulla quale si possono trovare testi e racconti dialettali dalle vallate e dai paesi della provincia di Sondrio. Appassionato di scrittura, anche di quella giornalistica, da diversi anni collabora con i giornali che si sono avvicendati in quel di Tirano (prima Giornale di Tirano, poi Tirano e dintorni ed ora a Il Tiranese senza confini), occupandosi in special modo dei costumi locali e gastronomici, scrivendo leggende, racconti, poesie e testimonianze dei tempi passati in italiano e in dialetto tiranese. Ha curato diverse commedie dialettali e ottenuto alcuni riconoscimenti in premi letterari dialettali. A suo attivo ha diversi libri bilingue italiano/tiranese e i suoi testi sono stati talmente apprezzati che nel corso degli anni, il nostro Ezio, classe 1943, ha ottenuto numerosi premi in Concorsi letterari. Per la stima che nutro nei suoi confronti, non solo come scrittore, ma anche come promotore culturale, in particolare per la divulgazione del dialetto e delle tradizioni locali, ho accettato con piacere di scrivere la presentazione a questa sua ultima fatica.

 

Questa raccolta mi ha consentito di compiere un “tuffo nel passato”, di intraprendere un viaggio ricco di immagini ed emozioni nella cultura e nelle tradizioni che affondano le radici nel nostro territorio, in particolare in quello tiranese, che oggi più di ieri necessitano di essere mantenute vive e tramandate. Questi dieci racconti, scaturiti dalla fantasia, dal ricordo e dalla passione del poeta e scrittore tiranese Ezio Maifré per la propria terra e per la scrittura, in special modo per quella dialettale, sono riportati in questa pubblicazione in italiano (con l’eccezione di qualche parola o espressione), anche se tanto è il radicamento del dialetto nell’animo dell’autore che prima sono stati sicuramente pensati in dialetto, come si evince dalla brevità delle frasi, e poi “tradotti” nella nostra lingua ufficiale.

Sono stati messi nero su bianco circa cinque anni fa per i bambini, in quanto Ezio si sente particolarmente vicino al mondo dell’infanzia (ognuno di noi indipendentemente dall’età conserva ancora dentro di sé il bambino che è stato), e vogliono consegnare al lettore un insegnamento, come cercavano di fare i nostri avi, quando si riunivano con tutta la famiglia intorno al camino o nella stalla e si raccontavano delle storie. Nelle “storielle” di Ezio (come le chiama lui) si rivive la calda atmosfera di un tempo, quella della sua cara nonna Virginia, dove le serate trascorrevano in compagnia ascoltando a bocca aperta i racconti dei più anziani. Attuali sono i messaggi contenuti nei suoi racconti come: «Cari bambini, dovete sapere che la carità e l’amore sono sentimenti che abbracciano il mondo e sono perenni nel tempo, sgorgano dal cuore buono e non da un freddo Computer e da una vita telematica e programmata»; oppure: «Capì che un piccolo dono, anche se povero come il carbone donato dove c’è necessità, scalda la casa e i cuori, mentre il superfluo e l’abbondanza vanno presto in nonnulla, anzi molte volte fanno venire il male di pancia». Si ritrovano tra le pagine, nello scorrere delle righe, le figure del “casaro” e dei “contadini poveri” come ben richiamano “i mutandoni di lana”, “i calzoni corti con le pezze sul sedere e scarpe bucate”; i luoghi tipici di una certa zona “contrada S. Maria”, “la selva di Cà dei Gatèi” oppure la “Valle di Ganda”. Chiaro è l’attaccamento ai valori e alla religione che soprattutto in quel di Tirano si sono rafforzati con l’apparizione della Madonna al Beato Homodei ormai più di Cinquecento anni or sono. Lo rammentano i richiami a “S. Martino e Serafino”, “il rosario” e “Gesù Bambino”. Questo libretto lo consiglio agli adulti per riscoprire alcune importanti “perle” del nostro passato e ai più piccoli che nulla sanno se non gli viene insegnato. Ai bambini piace molto sentirsi raccontare le storie, soprattutto a quelli di più tenera età, che sentono la magia delle parole, ancora poco “contaminati” da quei mezzi “artificiali” che uccidono la fantasia. È importante, a mio avviso, insegnare alle nuove generazioni a riconoscere, a gestire e a discriminare le emozioni nel quotidiano attraverso una condivisione empatica sui temi fondamentali dell’esistenza, esperienza che può avvenire anche con il racconto e l’ascolto di storie che ci arrivano da lontano.

Invito a leggere con attenzione questo libretto perché il suo contenuto contribuisce a promuovere la nostra cultura e le nostre tradizioni, che rappresentano un patrimonio di inestimabile valore per tutti. (Dalla presentazione dell’opera)

 

La pubblicazione contiene dieci racconti e alcune illustrazioni firmate Wilma Del Simone. In copertina vi è un’immagine fotografica scattata dall’autore che s’intitola ‘L büi de piàza Paravizìna.

 

 

Ezio Maifré. Nato a Tirano (S ) Valtellina nel 1943 in contrada di S. Maria da antica famiglia contadina tiranese. Il suo amore per la terra di Tirano, per le tradizioni e per il dialetto, si rafforza quando incontra e stringe fraterna amicizia nel 1995 con il poeta e scrittore dialettale Cici Bonazzi, emigrato in Australia non ancora ventenne, nel 1950. Ha collaborato dal 1996 al 1998 con il Giornale di Tirano per le pagine “tradizioni e dialetto”. Dal 1999 al 2007 ha scritto sul Giornale di Tirano e dintorni per le pagine “tradizioni e cultura” impegnandosi nel mantenere vive le tradizioni, i costumi locali e gastronomici, scrivendo leggende, racconti, poesie e testimonianze dei tempi passati in italiano e in dialetto tiranese. Lavoro che prosegue dal settembre 2008 sul giornale Il tiranese senza confini. Ha curato diverse commedie dialettali e ottenuto alcuni riconoscimenti in premi letterali dialettali. Ha pubblicato i libri bilingue italiano/tiranese Ai tempi di Mario Omodeo (vincitore del premio letterario Kiwanis in commemorazione per i 500 anni dell’Apparizione della Beata Vergine di Tirano); Michele e Martina ai tempi del Sacro macello di Valtellina con allegato CD dizione parte dialettale di Cici Bonazzi; il libro in italiano Le calamità del 1987 in Valtellina. Ha distribuito a cultori del dialetto tiranese copie fascicolate dei libri Poesie per bambini. Gli animali del bosco in italiano/dialetto; Storie tiranesi per ragazzi di contrada, in italiano; Leggende sul Castelàsc in dialetto. Ha ottenuto il 1° Premio -sezione prosa- del concorso “Mazzoleni-Passerini, premio provinciale di poesia e prosa 2000” indetto dai mensili ‘l Gazetìn, Valchiavenna e Giornale di Tirano e dintorni. È stato premiato con la “farfalla d’argento” del concorso nazionale 50&Più Fenacom anno 2007 e 2008. Nell’estate del 2008 ha partecipato alla mostra “Immaginando la poesia” ad Aprica (So). Come autore ha ottenuto la menzione ai concorsi di poesia 2005 e 2009 “Le montagne in poesia” indetti dal Club Alpino Italiano - Sezione Valtellinese di Sondrio.

 

Paola Mara De Maestri


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