Diario di bordo
Annalisa Chirico. PD/Radicali: Contaminazione (già) in atto 
La questione “doppia tessera”: vale per il PD, ma anche per il PR...
23 Luglio 2009
 

Nel dibattito sul rapporto PD/Radicali la questione della doppia tessera è divenuta un tema centrale, sul quale la riflessione è non solo opportuna, ma necessaria. Siamo entrati in Parlamento con loro rinunciando al nostro simbolo dietro ai diktat di quattro burocrati, e lo abbiamo fatto a giusta ragione in nome di una progettualità politica che oggi, però, appare annebbiata e contraddittoria.

Fu Giulia Innocenzi (foto), allora coordinatrice degli Studenti Luca Coscioni, ad autodenunciarsi dopo aver conseguito la tessera del PD durante le primarie dei Giovani Democratici. Si autodenunciò senza che nessuna misura venisse adottata da parte della fantomatica Commissione Vigilanza. Lo fece «seguendo la prassi radicale, che è quella della denuncia della violazione di una norma che si considera ingiusta», queste sono le parole della lettera indirizzata da Giulia a Luigi Berlinguer e pubblicata su Europa il 15 luglio (sebbene questo non sia stato neppure menzionato nel dibattito tenutosi finora su NR).

Quella campagna si concluse con un risultato importante, non tanto per il nostro ingresso negli organi dirigenti della giovanile, quanto per il messaggio profondo dell’iniziativa radicale all’interno di un partito, che spesso rievoca il centralismo democratico piuttosto che “il metodo democratico”. Una battaglia di “contaminazione” politica all’insegna della legalità e della democrazia interna.

Oggi, francamente, il dibattito interno al Partito Radicale langue, così come l’iniziativa politica verso il PD.

Si dice che siamo legalitari e che la doppia tessera è vietata a rigor di statuto. Si dice che i tre NO a Marco Pannella rappresentano un’imperdonabile «miopia politica» e che «per ora, almeno» non sia possibile un maggiore impegno diretto nel PD.

Sul primo punto mi viene da dire che un partito, che esiste da mezzo secolo e che ha fatto della disobbedienza civile il metodo di lotta nonviolenta per eccellenza, non può certo fermarsi dinanzi a una mera norma statutaria, inserita da qualche esperto di burocratese. È lì, invece, che deve mobilitarsi per fare emergere il “caso politico”.

Sul secondo punto non bisogna incorrere nell’errore di identificazione dei NO a Marco con un gigantesco NO alla galassia radicale. Perché non soltanto si rende un cattivo servizio personalizzando il partito e riducendo la storia (anche futura) del partito radicale alla vicenda personalistica di uno dei suoi leader (anche contro la linea indicata più volte dallo stesso Marco); ma, in più, si commette un errore di valutazione politica. Il rapporto PD/Radicali non va inquadrato esclusivamente come rapporto tra le rispettive dirigenze, ma bisogna, una volta tanto, guardare alla realtà materiale delle militanze e delle sinergie a livello locale. Se si volge lo sguardo al “territorio” o alla “base”, come dir si voglia, si scopre un universo di alleanze, collaborazioni fattive su singole iniziative politiche, offerte di candidature, Contaminazione Reale. Un universo in movimento che dimostra come l’idea antica di Marco, quella di un partito democratico, abbia valore ancora oggi.

Il feticismo della tessera è un’altra questione, della quale forse sarebbe bene parlare anche inter nos. Non tanto perché è estranea alla mia formazione culturale e politica la presunzione di “patenti di radicalità” da elargire qua e là; ma anche perché una tessera a 200 euro è una barriera invalicabile per quanti, soprattutto giovani, vorrebbero poter contaminare anche la galassia radicale. Se questo venisse loro permesso.


Annalisa Chirico

segretaria 'Studenti' Ass. Luca Coscioni

(da Notizie radicali, 22 luglio 2009)


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