Immigrazione. Regolarizzare lavoratori invisibili è una misura necessaria per il Welfare
06 Luglio 2009
 

Perché è utile regolarizzare tutti quei rapporti di lavoro che dal dicembre 2007 aspettano il nullaosta? Perché attraverso una misura specifica quale un nuovo decreto flussi ad hoc si permetterebbe di uscire dal lavoro nero, consentendo così che tasse e contributi Inps siano pagati. Diritti e doveri.

Lo stato di irregolarità, infatti, spesso non è voluto né dal datore di lavoro né dal lavoratore, ma dall'impossibilità di essere regolarizzato.

Le domande di assunzione e le istanze di nullaosta inviate nel dicembre 2007 riguardavano in molti casi lavoratori che già si trovavano in Italia e che lavoravano allora, e lavorano tutt'oggi, nelle case di quei datori di lavoro.

Lavoratori “invisibili”, ma di cui si conosce tutto, dati anagrafici, residenza e luogo di lavoro. Datori di lavoro “inesistenti” che non possono pagare contributi Inps.

Il decreto flussi 2007 prevedeva il rilascio di 170 mila nullaosta e ha introdotto l'iter telematico per ottenere il permesso di soggiorno che viene rilasciato in base all'ordine cronologico delle istanze, inviate direttamente dai singoli datori di lavoro o tramite i patronati. Inviate nei tre clic day: il primo il 15 dicembre 2007 riservato ai datori intenzionati ad assumere cittadini di Paesi che hanno firmato accordi di cooperazione con l'Italia; il secondo il 18 dicembre 2007 per colf e badanti, il terzo il 21 dicembre 2007 per le richieste riguardanti i cittadini di Paesi senza accordi di cooperazione e per lavori diversi dall'assistenza alle famiglie.

Le istanze inviate via Internet nei tre giorni sono state 740 mila. La maggior parte delle domande di assunzione proveniva da Milano (80 mila istanze), Roma (48 mila), Brescia (45 mila), Napoli (25 mila) Bergamo e Torino (entrambe con 23 mila).

Richieste lontanissime dai posti messi a disposizione, basti pensare che Milano aveva a disposizione 7 mila nullaosta, Roma 15 mila.

 

Donatella Poretti


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